Nel porcile

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Mi chiamo Emilio Murgia, all'età di 15 anni io e mia sorella andammo in una masseria in campagna poco distante dalla città, passavamo le estati lì per divertirci con gli animali, eravamo molto affezionati a tutti loro, mucche, oche, pecore e maiali, era una bella famiglia la nostra, mio padre si era fatto le ossa lavorando lì per anni, speravo, con un po' di lavoro manuale, di riuscire a forgiare il mio carattere e acquisire maggiore fiducia in me stesso, successivamente, tuttavia, mi sono appassionato di modellismo e ho cominciato a studiare ingegneria, credevo fosse più importante lo studio che il lavoro dato che in quel posto andavamo solo d'estate. Una sera io e mia sorella restammo a casa con una babysitter di cui i miei genitori si fidavano ciecamente e che era un'amica di famiglia, stavamo facendo dei giochi da tavolo, Monopoli, i miei erano usciti per andare a cena insieme per poter passare una serata più intima suppongo. Ad un certo punto il campanello della porta squillo e lei andò ad aprire pensando che si trattasse dei miei genitori, io pensai "strano è un po' presto per tornare" dissero che sarebbero stati via diverse ore, ma forse avevano dimenticato qualcosa quindi non ci ho fatto molto caso. Io e mia sorella eravamo nella camera di sopra tranquilli finché non sentì uno strano rumore provenire dal soggiorno, e lì, dopo aver raggiunto le scale per sbirciare al piano di sotto ho visto la persona che mi avrebbe cambiato la vita per sempre. Vidi un uomo alto e robusto con un'aria trasandata davanti alla mia babysitter distesa sul pavimento, sembrava che le avesse fatto qualcosa perché appariva in coma, quando mi vide inizio a correre verso di me salendo le scale. Io corsi nella camera di mia sorella più veloce che potevo e chiusi la porta a chiave. Quello squilibrato era entrato in casa mia per svaligiarla ed io e mia sorella eravamo una minaccia per lui, per questo aveva deciso di liberarsi di noi. Dopo aver sfondato la porta di camera mia, ci rinchiuse nel porcile per poter fare i porci comodi suoi in casa nostra, io e mia sorella eravamo terrorizzati, sembrava una scena da film dell'orrore. Decidemmo di restare lì in silenzio sperando che quell'incubo finisse al più presto. Mentre lui svaligiava la casa mi accorsi di una cosa, mio padre si era dimenticato di dare da mangiare ai maiali quel giorno. Mi guardai attorno con circospezione, parliamo di maiali aggressivi e di campagna, avete presente, tutti denti e muscoli, squittivano e squittivano con ferocia facendomi paura. Dissi a mia sorella di starmi dietro immediatamente. Non appena uno di loro caricò verso di lei io al volo presi il rastrello, che era lì vicino, e lo colpì con tutta la forza che avevo finché non lo uccisi. Non fu facile il pensiero di togliere la vita ad un essere vivente mi terrorizzava, dopo un po' temetti che pure gli altri maiali potessero aggredirci perciò cercai di estrarlo ma tirai con troppa forza e il rastrello mi cadde sulla gamba sinistra, mia sorella era troppo esile per riuscire a sollevarlo e noi passammo tutta la notte nel porcile atterriti. Quando la polizia ci trovò mi portarono subito all'ospedale, l'intruso era fuggito e si era portato via tutti gli oggetti di valore dalla nostra casa. Mia sorella stava bene era solo sconvolta, ancora oggi dopo 10 anni non lo hanno ancora preso e aspetto notizie ogni giorno sperando di sapere il suo nome e che finisca in prigione, ripenso alla mia infanzia rovinata, alla mia famiglia traumatizzata e alla gamba che ho perso per colpa sua. Sono qui in casa mia la notte con una pistola carica in mano per sparare a chiunque si presenti senza preavviso e in attesa del suo ritorno per dargli l'accoglienza che merita. Sono andato all'università, mi sono preso una laurea in ingegneria meccanica e sono riuscito a farmi assumere dall'esercito per testare i miei prototipi di mina. Ma mi serviranno delle cavie per testarli, delle cavie grosse, animali e con la carne abbastanza simile alla nostra. Ho trovato, i maiali.


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