Ho 42 anni e svolgo la professione di medico in un grande ospedale del nord Italia sono nato e cresciuto in una piccola cittadina della costa Adriatica che verso la fine degli anni 80 era nel pieno boom speculativo edilizio. All'epoca dei fatti la mia famiglia era composta da mio padre, mia madre, mia sorella di 3 anni, mia nonna paterna e me di 13. Stavamo insieme in un appartamento posto al primo piano di una palazzina di due. Posta lungo la strada statale dietro la nostra casa c'era anche un giardino molto curato che confinava con un cantiere edile, all'interno del giardino era presente anche un casotto in muratura che conteneva oltre vari attrezzi e cianfrusaglie anche un serbatoio d'acqua piuttosto grande adagiato sul lato lungo distante da terra circa di 18-20 cm. Sempre in giardino viveva il nostro cane, Dina, un bellissimo pastore abruzzese di 4 anni. Era davvero molto grande, forte e dolcissimo con noi bambini ma molto nervosa e aggressiva con gli estranei. La mia nonna per arrotondare la pensione era solita organizzare gite e pellegrinaggi durante il weekend il 19 settembre del 1987 era in programma una gita a Pompei ed Ercolano per visitare gli scavi archeologici. Dovevamo partire tutti insieme alle 3:00 del mattino. Mia madre svegliò me e la mia sorellina per prepararci. Per l'eccitazione balzai subito dal letto e mi recai in bagno. La finestra che guardava sul giardino era aperta con la serranda alzata per il gran caldo, mentre ero al lavandino giro verso destra e il mio sguardo andò oltre la finestra per scrutare una strana aria dal basso muretto di cinta del giardino. Lì era presente un piccolo lampione acceso dall'altezza di circa un metro e mezzo che illuminava con una lampada al neon piuttosto luminosa l'area circostante. Immediatamente notai che accanto al lampione era presente una figura molto alta e longilinea la cui altezza era di almeno 3 metri la figura aveva un profilo umanoide con braccia e gambe molto lunghe ma comunque proporzionate alla sua testa. Essa era ovoidale e calva con gli occhi molto grandi e neri, sembrava indossare una tuta di colore scuro. Non ebbi una sensazione positiva su di lui. In quel momento entrò mia madre che mi vide immobile a fissare oltre alla finestra, tant'è che si affacciò e vide anche lei quella figura. Immediatamente si giro verso di me sbigottita e io allora le chiesi "che cos'è mamma". Ci girammo velocemente verso il lampione ma la figura era sparita. Subito mia madre chiamò mio padre gridando che era entrato qualcuno nel giardino. Mio padre si affacciò dal balcone della camera da letto posta accanto al bagno per chiamare il nostro cane "Dina, Dina dove sei? Fatti vedere". La chiamò più volte, ma nulla, nessuna risposta ed era strano perché lei di solito rispondeva sempre alle nostre chiamate. Si decise di scendere per controllare avvertendo prima mio zio, che abitava con la sua famiglia al piano di sopra. Anch'io scesi con loro per controllare è tutti e tre ci mettemmo a chiamare a gran voce il cane. Pure mia madre, la nonna è la compagna di mio zio chiamavano Dina urlando dai balconi, ma nulla. Avvicinandoci al casotto la sentimmo guaire, accelerammo il passo ed entrati nel casotto la trovammo sotto il serbatoio dell'acqua terrorizzata. Non riuscivamo a capire come fosse riuscita ad infilarsi in uno spazio così angusto. Piano piano, coccolandola, riuscimmo a convincerla ad uscire e ripreso il controllo del suo territorio iniziò ad aggirarsi nervosamente nel giardino abbaiando in qualsiasi direzione. Mio padre decise di non partire quella notte per monitorare la situazione. Noi altri invece andammo ugualmente in gita anche per poterci distrarre. Passarono gli anni, la mia professione mi ha portato a lavorare in diversi ospedali del nord Italia. Nel mese di novembre di 2 anni fa accadde un altro fenomeno simile. Durante il mio turno di reperibilità alle 2:00 di notte venni allertato per un'urgenza in ospedale che distava circa 15 minuti d'auto da casa mia. Mentre percorrevo la strada provinciale, a circa metà di essa, lungo il margine destro della carreggiata gli abbaglianti illuminarono chiaramente una figura umanoide. Le sue caratteristiche erano analoghe a quelle che vidi nel 1987. Lo vidi anche dallo specchietto retrovisore mentre si infilava nella vegetazione. Ancora oggi la mia mente scientifica e razionale non sa dare una spiegazione a questi strani avvistamenti. Spero che qualcuno un giorno possa farlo per me.
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I Racconti del Delirio
Mystery / ThrillerUna raccolta di tutte le storie che ho scritto nel corso degli ultimi anni da quando ho sviluppato la passione per la scrittura. Le storie si differenziano per personaggi, ambientazioni ed eventi, oltre che per la loro lunghezza. Ogni racconto e fru...