La linea suicida

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In tutto il mondo esiste un servizio che è in grado di prevenire casi di suicidio. Assistendo in tempo reale, tramite una conversazione telefonica, le persone che stanno per prendere la decisione peggiore della loro vita. Oltre ad alcuni psicologi, l'80% del personale è composto da volontari che dopo alcuni corsi di formazione basilare, si mettono all'opera per cercare di salvare più vite possibili. Non essendoci un compenso le ore d'impiego di ogni singolo volontario sono molto limitate e la giornata viene suddivisa in tanti micro-turni che terminano con quello conosciuto come "Il turno del cimitero", la fascia oraria in cui avviene la maggior parte delle chiamate. In pochi sanno che in un giorno specifico dell'anno il turno del cimitero dura ben 24 ore e quel giorno è il 24 dicembre, ovvero la vigilia di Natale. Ed è proprio su quest'ultimo che si basa il mio racconto. L'orologio segnava le ore 20:00 ed era l'inizio del turno serale per una volontaria che pochi secondi dopo essersi accomodata nella sua postazione ricevette una telefonata. Dall'altra parte della linea una voce incredibilmente pacata e gentile lasciò inizialmente la donna senza parole, dato che lei era abituata a toni molto più agitati per via della disperazione che solitamente accompagnava quelle conversazioni, così dopo qualche secondo di tentennamento iniziò a chiedere quali fossero i motivi che avevano spinto l'uomo a prendere quella triste decisione e di confidarsi come se stesse parlando con un'amica, ma lui continuò a parlare come se non avesse ascoltato nulla di quello che gli era stato detto e con fare sempre più deciso proseguì dettando la sua ultima richiesta. A quel punto la donna decise di lasciarlo fare, in quanto non voleva rischiare di agitarlo, contrariamente a quello che si aspettava la richiesta che le venne fatta fu semplicissima, in quanto le supplicò semplicemente di prendersi cura del suo cane non appena fosse terminata la chiamata, poiché nessuno avrebbe potuto sentirlo abbaiare dopo la sua morte. Dopodiché comunicò i suoi dati personali e l'indirizzo di residenza, infine pronunciò queste ultime parole: < il mio tempo è terminato, devo andare > e riattacco. La donna chiamò immediatamente il 118 e comunicò tutti i suoi dati ai soccorritori, ma a distanza di qualche ora, ricevette una telefonata in cui le comunicavano che purtroppo non erano riusciti a salvare quell'uomo e che avrebbero avuto bisogno del suo rapporto il giorno seguente in quanto per via della privacy le chiamate ai centri sulla prevenzione del suicidio non possono essere registrate. Dunque questa era una normale prassi ogni qual' volta non si riusciva a sventare un suicidio. Quello che però scoprì una volta arrivata dalla polizia la sconvolse a tal punto da provocarle uno svenimento, questo viene direttamente dal rapporto ufficiale. Quella notte stessa sul cadavere della vittima venne eseguita un'autopsia, in quanto i paramedici una volta arrivati sul posto trovarono una situazione totalmente diversa da quella descritta dalla donna. Quell'uomo rimase al telefono fino alle 20:15 circa, ma in realtà non avrebbe mai potuto contattarla per parlare con lei poiché la sua morte era avvenuta ben 7 ore prima. Attualmente la polizia sta procedendo le indagini seguendo la pista dell'omicidio, in quanto si pensa che la telefonata sia stata fatta da un'altra persona che era a conoscenza di tutte le informazioni della vittima. Questa però secondo i media locali non sarebbe la pista giusta dato che sul posto non fu riscontrata alcun tipo di effrazione, non vennero rinvenute altre impronte digitali a parte quelle della vittima e le numerose telecamere poste all'esterno dell'abitazione non rilevarono la presenza di nessuno oltre all'uomo, rientrato sette ore prima della telefonata in compagnia del suo amato cane.


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