In via dei matti

5 1 0
                                    

Qualche settimana fa mio nonno mi racconto una storia di quand'era bambino. Mi disse che trascorse la sua infanzia, con la sua famiglia, in un piccolo paesino di appena 1500 abitanti. Mi disse che ci viveva gente onesta, che lavorava per mangiare e mangiava per lavorare. Un posto dove non succedeva mai nulla di nuovo e le giornate trascorrevano tranquille e spensierate. Tuttavia nel 1932, con l'arrivo dell'inverno, iniziarono ad accadere cose davvero strane ed inspiegabili. Mi confesso che il macellaio del paese, un uomo di 54 anni, mentre stava lavorando nella sua bottega, improvvisamente impugnò la mannaia e lentamente si allontanò per raggiungere la sua abitazione. Dopo di che, in preda ad un attacco di follia, uccise sua moglie riducendola letteralmente a brandelli. Le urla strazianti della donna riecheggiarono per la strada e quando i vicini accorsero per capire cosa stesse succedendo trovarono l'uomo intento a piantarsi quella stessa lama nel collo, come se volesse decapitarsi da solo. Per fortuna riuscirono a fermarlo, ma nonostante ciò non si riuscì a capire perchè lo avesse fatto. Sembrava avesse perso completamente la testa e ripeteva parole senza senso per tutto il tempo. Venne dichiarato, a quel punto, mentalmente instabile ed arrestato. Quello stesso giorno un ragazzino, di appena 15 anni, ebbe il medesimo attacco di follia, quando tornano a casa da scuola, senza un apparente motivo si diresse in cucina, impugnò un grosso mattarello e andò al piano di sopra dell'abitazione, lì raggiunse la camera da letto della sua sorellina di appena 10 anni. Quando i genitori tornarono nel pomeriggio, dopo il lavoro, trovarono il corpo martoriato della bambina immerso in un lago di sangue, dentro la vasca da bagno. Il ragazzo era rimasto di fianco a lei tutto il tempo, tenendole la mano con un 'espressione vacua in volto, come se non si fosse reso conto di cosa avesse fatto. Quando i carabinieri raggiunsero quell'abitazione e lo trovarono in quelle condizioni, venne anch'egli dichiarato mentalmente instabile e infine venne arrestato.

I veri problemi non erano ancora iniziati. Nell'arco di qualche mese, quei fenomeni di follia, aumentarono in maniera esponenziale. Gli abitanti del paesino impazzirono letteralemente uno dopo l'altro senza apparente ragione. L'unica soluzione attuabile secondo le autorità locali, era di costruire un manicomio appena fuori paese. In quel posto avrebbero potuto essere accolti tutti quei malati di mente. Durante quel periodo il piccolo paesino si dimezzo per via delle morti e dei restanti residenti, la metà continuarono inesorabilmente ad impazzire. Tutto portò i vari dottori che si occupavano dei malati di mente, ad ipotizzare ad un qualche sorta di malattia sconosciuta. Il motivo era che i sintomi che si manifestavano, dopo i raptus di follia, erano febbre alta, allucinazioni e crisi epilettiche, che infine portavano alla morte. Tra l'altro sembrava essere anche una patologia altamente contagiosa, dato che i familiari che andavano a trovare i propri parenti in manicomio, contraevano lo stesso disturbo mentale nel giro di qualche settimana, ma nessuno riuscì mai a capire come avvenisse il contagio. Fu allora che un gran numero di abitanti, impauriti da ciò che stava accadento, decise di abbandonare il paese per trasferirsi altrove. Tra di loro vi era anche la famiglia di mio nonno, in parte decimata da quel morbo sconosciuto. Altri invece si tolsero la vita perchè ormai infetti o perchè non sopportavano il dolore di essere sopravvissuti ai loro familiari. A causa di tutte quelle morti il paese nel giro di un anno divenne deserto, ed il manicomio, con la morte di tutti i pazienti, seguì la stessa sorte. Divenendo un edificio fatiscente completamente abbandonato alla natura. Col passare del tempo cadde il soffitto, poi tocco agli interni e infine non rimasero altro che le mura ammuffite e decadenti. Quando anche l'ultimo abitante se ne andò, la via principale del paese venne soprannominata "via dei matti".

Ad oggi è trascorso moltissimo tempo, quasi un secolo, e la gente forse ha dimenticato cosa sia successo in quel paesino. Mio nonno no e se ci fate caso c'è ancora oggi una filastrocca molto popolare che viene insegnata ai bambini per ricordare proprio quella strada che costeggiava il manicomio e passava per quel piccolo paesino ormai spento dal sopraggiungere di quella malattia sconosciuta:

Era una casa molto carina, sensa soffitto, senza cucina.

Non si poteva entrarci dentro perchè non c'era il pavimento.

Non si poteva andarci a letto, in quella casa non c'era il tetto;

Non si poteva fare pipì perchè non c'era il vasino lì.

Ma era bella, bella davvero. "In via dei matti, numero zero"

Ma era bella, bella davvero. "In via dei matti, numero zero".

I Racconti del DelirioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora