Perché ci piacciono i film horror? Ancora oggi non esiste una vera e propria rispostaa questa domanda. La paura è sempre stata guardata con profondo disprezzo,tuttavia, la spiegazione più semplice è che molta gente trae piacere nelprendersi un bello spavento. Il più delle volte la paura è un'emozione nemicadell'uomo, ma è interessante osservare che in questi casi venga addiritturaricercata. Non esiste una risposta che posso accontentare tutti. Io penso cheil segreto del trarre piacere spaventandosi sia dovuto al fatto che il piùdelle volte questa emozione è tenuta sotto controllo. Se però il nostrocervello prova quell'emozione in un ambiente controllato che non rappresenta unvero e proprio pericolo per noi stessi, come un cinema, la reazione che ne scaturiscepuò essere davvero divertente. Il nostro cervello percepisce il pericolo cheabbiamo di fronte, ma lo contestualizza come lontano e irraggiungibile. Essendoconsapevoli che il tutto sta avvenendo dentro ad uno schermo. E' proprio graziea questo contrasto che proviamo piacere, inoltre, se la nostra mente supera unasituazione di stress, la nostra autostima si alza notevolmente. Cosa succedeperò se pure il luogo in cui normalmente ci sentiamo al sicuro diventapericoloso? Era l'aprile del 2016, in una sera di un freddo giovedì. Il miofratellino di 12 anni, Giacomo, mi chiese di accompagnarlo al cinema per vedereil nuovo film di James Wan come ero solito fare nei giorni infrasettimanali.Siamo andati quel giorno in modo da trovare le sale semi-vuote e quindi godercilo spettacolo senza troppa confusione. Quel giovedì appena entrati nel cinemain un primo momento sembrava che fossimo gli unici a partecipare alla visionedello spettacolo. Si trattava di un film horror "The Conjuring - Il caso Enfield".Uno di quelli che mostrano scene crude, cruente, mostri e che mettono moltaansia. Il mio fratellino mi fece subito notare che non eravamo da soli, infatti,nell'angolo in alto a sinistra sedeva un uomo da solo con un cappuccio grigioscuro. Prendemmo due posti nella fila centrale e ci sedemmo accanto allescalinate che separavano le due file di poltrone. Dopo circa 5 minuti dinoiosissime anteprime e di varie pubblicità finalmente il film stava periniziare e all'improvviso si spensero tutte le luci. L'unica sorgente luminosache avevamo a disposizione era il grande schermo di fronte a noi. Giacomo neapprofitto subito per tirare fuori il sacchetto di caramelle e iniziò amangiarle in modo davvero snervante facendo dei fastidiosissimi rumori con labocca. Quando il rumore divenne davvero insopportabile all'improvviso sentì uncolpo sullo schienale di una delle sedie a centro fila dietro di noi e fu inquell'istante che voltandosi mi accorsi che il tizio che prima stava sedutonella postazione in alto adesso era sceso a poche fila dietro di noi. Fecifinta di nulla e continuai con la visione dello spettacolo. Passarono altricinque minuti e il film diventava sempre più interessante. Proprio in uno deimomenti più coinvolgenti sentì un altro rumore simile a quello di primaprovenire da dietro. Mi rigirai nuovamente e notai che l'uomo non era più nelposto di prima. Infatti stavolta era ancora più vicino a noi. Non riuscivo adistinguere bene i lineamenti del suo viso per via del cappuccio e del buio cheavvolgeva l'intera sala. A questo punto non sapevo più cosa pensare. La cosastava diventando davvero inquietante perché non mi spiegavo il motivo per cuiquel tizio si spostasse in continuazione da una poltrona all'altraavvicinandosi sempre di più a noi. Impiegai qualche minuto prima dirifocalizzare la mia concentrazione sul film e nel frattempo ne passaronoalmeno altri 10. Spinto dalla curiosità di vedere dove questa volta si trovasselo stano tizio mi voltai con molta calma e appena girai il capo notai che ilsoggetto era a sole tre file di distanza da noi. Stavo per perdere la pazienzae la paura stava per impadronirsi del mio corpo. Fu allora che decisi disforzarmi e di mantenere la calma cercando di non far notare la cosa al miofratellino per non terrorizzarlo. Da quel momento in poi persi completamente laforza di concentrarmi sul film, i miei pensieri erano concentrati nel valutarele sue possibili reazioni e a come reagire ad una sua ipotetica aggressione evalutai come contrattaccare nel caso in cui volesse colpirmi in testa. Mi vennein mente però che poteva anche trattarsi di un semplice ragazzo che si stavaavvicinando solo per avere una prospettiva più buona sul film e una miglioreacustica. Volevo girarmi per chiedergli qualcosa ma non ne ebbi il coraggio. Ilpanico stava prendendo il sopravvento su di me e sinceramente non sapevo chefare. Dopo un po' mi voltai nuovamente e questa volta il tizio col cappucciogrigio era a sole due fila da noi. Cercai di osservarlo in viso. Il suo sguardoera rivolto verso il basso. Volevo chiedergli qualcosa ma ero troppoterrorizzato e non ho avuto il coraggio di aprir bocca. All'improvviso il miofratellino si alzò per andare in bagno. Mi era tranquillizzato molto dalmomento che da un po' non stava più cambiando posto quell'uomo. In più in quelmomento ci fu una scena del film che mi prese molto. Non so quanto tempo fosseesattamente passato quando ripresi coscienza della situazione. Allora mi voltaiindietro e restai scioccato nel realizzare che il tizio era sparito. I postidietro di me erano completamente vuoti. Fu così che repentinamente mi alzaidalla poltrona preoccupandomi per mio fratello. Iniziai a correre tra lepoltrone per raggiungere il bagno e appena entrai in quello degli uomini vidiche il tizio con il cappuccio grigio era inginocchiato di fronte alla porta delbagno per spiare dal disotto. Appena mi vide si alzò bruscamente ma nelfrattempo udì la voce di mio fratello provenire dal corridoio della sala perciòpreso dalla confusione mi diressi subito verso di lui, lo portai con me allareception e chiesi subito all'operatore di chiamare la polizia che una voltagiunta sul posto visionò immediatamente le registrazioni delle telecamere disicurezza. Ringrazio Dio per avere mandato mio fratello in un bagno diverso daquello in cui lo strano tizio si era recato. Non ho alcuna idea su qualifossero le sue reali intenzioni. Fatto sta che il tizio non fu mai identificatodalla polizia. Quello che rimane ora di ciò è che fu il film più terrificantedella mia vita. Come ho già detto, la paura è nemica dell'uomo. Sono statostupido a pensare di conoscere la paura. Quell'esperienza mi ha insegnato chela paura al cinema non si può definire vera è propria. Non è paragonabile adun'esperienza reale. Come assistere ad un omicidio o ad un rapimento. Quellanotte non ho provato piacere.
Molti appassionati della saga di film horror The Conjuring hanno sicuramente visto anche The Nun, la vocazione del male, film incentrato sulla figura del demone suora. Il demone in questione non è un'invenzione, gli scettici si affrettano a respingere la sua veridicità. Infatti i riferimenti al demone Valak risalgono a secoli fa. Sebbene Wan abbia raffigurato il demone come una creatura con l'aspetto di una suora il demone appare come un bambino con ali d'angelo che cavalca un drago a due teste. Valak appare in una varietà di Grimori medievali che erano fondamentalmente manuali su demoni e incantesimi. Secondo un manuale di caccia ai demoni del diciottesimo secolo chiamato "la chiave minore di re Salomone". Il nome del libro deriva dalla figura biblica di re Salomone, un sovrano che chiese a Dio di ricevere in dono la saggezza. Egli gliela concesse e fece gradi cose per il suo popolo. Nonostante ciò, con il tempo, egli si sposò con molte mogli che veneravano altri idoli ed il sovrano finì per idolatrare queste divinità. Con il tempo perse la sua fede ed il suo regno cadde in rovina, finendo per dividersi e cessare di esistere. Le leggende raccontano che durante il periodo in cui venerò altri idoli sia arrivato addirittura a stringere patti con molti demoni. Tra di essi vi era anche Valak, tuttavia non ci sono vere e proprie basi fondate nell'antico testamento, quindi è altamente improbabile che queste leggende siano veritiere dato che provengono da un periodo poco raccomandabile come il medioevo. Ad ogni modo James Wan, regista di Saw, The Conjuring ed Insidious ha spiegato che la suora è ispirata ad un'entità spettrale che tormentava la demonologa Lorraine Warren nella sua casa. Lorraine, che nella sega è interpretata dalla bellissima Vera Farmiga, ha descritto quell'entità come uno spirito incappucciato che cela un volto formato da un turbine di oscurità senza fine. La demonologa spiegò che questo demone la seguiva ovunque e che lo vedeva praticamente ogni notte quando si voltava. Finché con l'aiuto di un'esorcista non riuscì a liberarsene. Il regista aggiunse che per creare l'aspetto di Valak nella pellicola voleva dare vita a qualcosa che avrebbe scosso gli spettatori. Così da mostrare che anche in un individuo casto può insinuarsi il male e bisogna sempre stare all'erta. A tal proposito decise di utilizzare un'icona religiosa come la suora che tutti noi conosciamo. C'è però da dire che molti nutrivano il dubbio che The Nun fosse ispirato da eventi reali. Perché a sua volta ispirato dal film del 1986 il nome della rosa con Sean Connery e Christian Slater. Ciò però è inesatto dato che quest'ultimo è inspirato al romanzo di Umberto Eco. Il dubbio nacque semplicemente dal fatto che entrambe le pellicole sono ambientate n un commento che si pensa sia infestato dal diavolo. Le pellicole prendo tuttavia strade differenti. Il nome della rosa muta poi in un thriller a dir poco spettacolare. The Nun invece in un horror dalle tinte soprannaturali e raccapriccianti. Ad ogni modo qualcosa di reale c'è, ovvero la location in cui è ambientata la pellicola, infatti il convento ripreso in The Nun è in realtà il castello dei Corvino, luogo di antiche leggende e dal passato alquanto sinistro.
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I Racconti del Delirio
Mistério / SuspenseUna raccolta di tutte le storie che ho scritto nel corso degli ultimi anni da quando ho sviluppato la passione per la scrittura. Le storie si differenziano per personaggi, ambientazioni ed eventi, oltre che per la loro lunghezza. Ogni racconto e fru...