In palestra

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L'attività fisica ci aiuta a stare in buona salute è fa bene all'umore. Per questo bisognerebbe allenarsi almeno un paio di volte a settimana. Non è solo questione di body building o voler rimodellare il proprio corpo da un punto divista puramente estetico. Sport, alimentazione e prevenzione sono i tre comportamenti base che aiutano a vivere meglio e più a lungo, con la conseguenza di godersi di più la vita. 8 mesi fa ho deciso di iscrivermi in palestra con l'obiettivo di rimettermi in forma per l'estate. Ho sempre immaginato la palestra come unluogo noioso frequentato da esaltati e anziani dove non avrei mai pensato potesse accadermi qualcosa di spaventoso. Invece è proprio qui che ho vissuto l'esperienza più terrificante della mia vita. Erano le 21:30 circa e miaccingevo a terminare una serie di ripetizioni di sollevamento pesi con le mie immancabili cuffie wirless perché come ho già detto considero la palestra un luogo abbastanza scocciante, quindi cerco di crearmi un mondo tutto mio isolandomi da tutto e da tutti. Avendo le cuffie senza fili posso permettermi di appoggiare lo Smartphone in un punto senza che si danneggi così da essere più libero nell'effettuare esercizi, naturalmente cerco di non allontanarmi troppo per evitare la disconnessione delle cuffiette bluetooth, purtroppo successe proprio questo. Ero una delle ultime persone rimaste lì ad allenarsi, insieme a me c'erano un altro ragazzo poco distante dall'attrezzo che stavo usando ed una signora in forte sovrappeso sul tapis roulant. Mi recai nel punto in cui avevo lasciato il cellulare ma non lo trovai, allora andai a chiedere al ragazzo, lì in zona, se lo aveva visto ma lui dopo qualche secondo di tentennamento e con un'espressione confusa mi rispose di no. Sicuro che la signora non si fosse mossa dal tappeto mobile per tutto quel lasso di tempo decisi di chiedere all'istruttore alla reception, ma anche lui mi disse di non aver visto nessun telefono. Gli diedi il mio numero per farlo squillare ma la suoneria stranamente non si sentì ed è qui che iniziai a spaventarmi dato cheero sicuro di non aver messo la vibrazione, l'unico caso in cui inserisco la modalità silenziosa è quando sono a lavoro. Dunque mi recai immediatamente dal ragazzo che si stava allenando lì vicino ma non c'era più e quindi capì che era stato lui a rubarmelo, non avevo più dubbi. Ero in preda al panico più totale perché utilizzavo una versione craccata su quello Smartphone, tutti i sistemierano disabilitati quindi il ragazzo aveva accesso a tutto quello che c'era dentro: foto, messaggi, dati d'accesso ai social network e addirittura quellidel bancomat. Mi sento uno stupito per essermi fatto ingannare così da quel ragazzo e per non aver pensato prima all'eventualità che qualcuno potesse prendere il mio telefono usando almeno una password per sicurezza, ma dopo questa esperienza non farò mai più una sciocchezza del genere. A quel punto l'unica cosa che restava da fare era di chiedere all'istruttore se poteva mostrarmi i filmati delle telecamere di sorveglianza, mi disse di si e dopo un po' dalle registrazioni vedemmo che era proprio quel ragazzo il colpevole. L'istruttore cercò di scoprire allora dalle schede di iscrizione come si chiamasse ma la sua non c'era e cosa ancora più assurda non riusciva a riconoscerlo dal viso il che lo portò alla conclusione che potesse trattarsi di qualcuno che effettuava una prova, non registrata oltretutto. A questo punto mi rivestì immediatamente e mi diressi verso il parcheggio ma non riuscì a trovarené lui né la sua auto, dunque andai in Questura per raccontare ai poliziotti quello che mi era successo e per sporgere denuncia. Il mattino seguente andai a casa del mio migliore amico, Cosimo, per dirgli che mi avevano rubato ilcellulare e per tanto non mi ero fatto sentire, ma ciò che lui mi rispose mi gelò il sangue. Mi disse di aver messaggiato con me fino a tarda notte e successivamente Cosimo lo invitò ad andare a casa sua. Ottenuto l'invito chiesese poteva lasciargli la porta aperta perché avrebbe fatto molto tardi e quindi sarebbe rientrato senza svegliarlo. Il mio amico andò a dormire dopo aver lasciato la porta aperta, ci conosciamo a almeno 15 anni, siamo come fratelli e lui si fida ciecamente di me. Il mattino successivo, dopo essersi svegliato, non solo non mi trovò lì ma notò che buona parte degli oggetti di valore in casa sua erano spariti. Andò quindi a controllare le registrazioni della telecamera di sicurezza posta sopra lo spioncino della porta d'entrata, scoprendo così che un ladro si era introdotto in casa sua e nel momento in cui mostrò anche a me i filmati lo riconobbi subito, era il ragazzo della palestra. Portammo subito i filmati in Questura, sperando che gli avrebbero aiutati atrovare il colpevole in fretta, confrontandoli con quelli della palestra si convinsero pure loro che si trattava della stessa persona, ma ad oggi dopo circa un mese non è ancora stato trovato e l'idea che possa averla fatta francasi fa sempre più concreta. Da qual giorno la paura non mi ha più abbandonato, ho il costante timore di essere seguito, osservato o attaccato.

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