Elizabeth Mafloy è una ragazza di diciotto anni che vive la sua vita tranquillamente. Ha sempre fatto tutto ciò che i genitori e la società si aspettavano da lei al meglio delle proprie capacità. Ma questa vita che tanto può affascinare risulta fars...
«Che cazzo fate?!» ripete Draco con insistenza mentre si avvicina con passo deciso a noi.
«Niente» Mattheo lascia la presa dal mio polso e fa un passo indietro mettendosi le mani in tasca.
«Che cazzo ci fai tu qua?» Mio fratello si rivolge a me. «Esci immediatamente!»
«Draco ma stai bene? Mi spieghi che problemi hai?! Sto solo parlando con Mattheo come farebbe una persona normale, adesso non posso nemmeno fare questo?» sbotto dalla rabbia.
Mi ha stufato con i suoi modi di fare nei miei confronti, ok che è mio fratello ma adesso mi proibisce di fare tutto.
«Non mi pare che stavate parlando, eravate a due centimetri e stavate per baciarvi» ribatte Draco.
«Ti sbagli» si intromette Mattheo, mi rigiro a guardarlo e lo ascolto. «Devi stare tranquillo su questo Draco. Non ci stavamo per baciare, e sai benissimo che io punto più in alto che a tipe come lei.»
Presto attenzione alle sue parole e sento una strana sensazione che si fa spazio nel mio cuore. E non è piacevole.
«Bene, allora che cosa ci fai qua, Beth?» sospira soddisfatto mio fratello dalla risposta di Mattheo.
«Sono venuta solo per dirgli che Piton lo sta aspettando per il compito in classe. Quindi adesso che l'ho detto vado.» abbasso lo sguardo ed esco direttamente dalla stanza e mi incammino verso l'aula di Piton.
Durante il tragitto ripenso alla frase di Mattheo e non riesco a comprendere perché mi sento così...triste.
Sono una tipa di basso livello...?
«E il signor Riddle?» mi chiede Piton appena entro in aula e vede che lui non è con me.
«Non lo so» rispondo secca mentre prendo posto vicino a Theodore.
«Come sarebbe a dire che non lo sa? È andata lei a chiamarlo»
«Non lo so e basta. Non mi rompa i coglioni.» sbotto ad alta voce.
«Beth...» Theodore allunga il suo braccio sul mio ma io mi scosto infastidita.
«Come si permette di parlarmi così?» mi rimprovera Piton alzando la voce.
In quel momento la porta si apre ed entra lui.
«Scusi il ritardo professore» sento Mattheo prendere posto accanto a me.
«Che cazzo, ecco l'altro che è arrivato a rompere i coglioni» penso ad alta voce senza accorgermi.
«Che cazzo hai detto?» dice Mattheo con uno sguardo gelido.
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«Ho detto che sei un rompi coglioni, ok?» rispondo tranquillamente.
«Non voglio sentire questo tipo di linguaggio qui dentro!» si intromette Piton.
