Elizabeth Mafloy è una ragazza di diciotto anni che vive la sua vita tranquillamente. Ha sempre fatto tutto ciò che i genitori e la società si aspettavano da lei al meglio delle proprie capacità. Ma questa vita che tanto può affascinare risulta fars...
«Sarai sempre parte del mio cuore, anche se io non sarò parte del tuo. E se mai tornassimo ad esserci l'uno per l'altra, allora il destino ce lo dirà .»
«Esci da questo cazzo di bagno o no?» impreca Draco fuori dalla porta.
Ma cosa vuole questo? Cosa cazzo ci fa in camera mia?
«Ma vattene nella tua stanza! Anche li c'è un bagno» rispondo scocciato urlando.
Proseguo nel prepararmi mettendomi la cravatta al collo sopra alla camicia bianca, sistemandola per bene, guardandomi allo specchio.
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Padre una cosa giusta e bella nella tua insulsa vita l'hai fatta.
Tutto mi sta una meraviglia. O meglio, le cose che indosso stanno bene a me perché io sono una meraviglia.
Sto per mettermi la giacca quando vengo interrotto, di nuovo, dal continuo battere incessante del pugno di quel biondo platinato del cazzo sulla mia porta.
Non la finirà finché non la aprirò e non lo farò entrare, vero?
Sbuffo e vado ad aprire per la sua felicità, mettendo fine alla sua insistenza che mi stava dando già troppo sui nervi. Mi innervosisco facilmente, lo sapete.
«Ma la smetti di bussare?» lo guardo scazzato. «A furia di continuare a farlo ci saranno solo buchi sulla porta.»
Draco sbuffa e mi guarda dall'alto al basso con un espressione mai vista prima, e poi entra.
«Strano che sei sveglio a quest'ora.» dice. «È per via di mia sorella che ti stai facendo così bello?»
Fa scorrere gli occhi sul mio aspetto con un ghigno da presa in giro stampato in volto.
Può essere e allora?
Parla quello che si pettina i capelli più di cento volte al giorno e non la smette di profumarsi in continuazione nemmeno se fosse il tizio che li sponsorizza.
«Io sono sempre bello.» mi vanto non andando troppo nel discorso di sua sorella «E mi spieghi che cazzo ci fai nel mio bagno?»
«Fammi pisciare e poi ti dico.» borbotta velocemente con noncuranza.
Che galanteria, che raffinatezza, che educazione, che termini.
