Capitolo 58.

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Tutti almeno una volta nella vita in un momento di solitudine o in un momento di riflessione abbiamo pensato al nostro futuro.

Io ho sempre cercato di non pensarci, perché più ci pensavo più non ci vedevo chiaro.
Mi ha sempre spaventato l'idea di pensare a questo. Sapere cosa accadrà o cosa cambierà...mi sempre lasciato un senso di ansia e agonia in me.

Come quando ci fanno la fatidica domanda:"Dove e come ti vedi tra cinque o dieci anni?"
Io a questa domanda non ho mai risposto.
Perché non sapremo mai cosa potrebbe accadere da un momento all'altro; ogni gesto, azione o scelta potrebbe cambiare tutto il corso della nostra vita.

Come era successo a me.
Se io avessi lasciato da parte la mia impulsività e avrei pensato alla conseguenza della mie azioni non sarei mai entrata in quella maledetta stanza delle riunioni. Perché oltre ad affrontare il padre psicopatico del mio ragazzo avrei affrontato un ostacolo ben più grande, un ostacolo a cui ancora non ero ancora pronta ad affrontare né preparata, almeno non adesso: La morte.

Oltre al futuro credo che questo sia il secondo argomento che più fa paura a noi umani. Riflettiamo sempre sulla morte e cerchiamo di capire con mille teorie e pensieri che cosa succederà quando la affronteremo.

Mi sono sempre chiesta: perché dobbiamo nascere, farci una vita, impegnarci per costruircela se poi un giorno tutto quello che abbiamo costruito finirà per non esistere come noi?
Perché dobbiamo essere felici o essere tristi se poi tutto ci verrà portato via?

Come è stato portato via a me.
Mi è stata portata via la persona che mi sono resa conto di amare così tanto, quando per proteggermi lui ha dato la sua vita per la mia.

Il dolore anche se atroce viene superato, è così che si dice?
Io credo che il mio dolore non passerà mai.
Non importa quanti giorni o mesi o anni passeranno, il dolore che ho provato in quel momento mi rimarrà dentro per sempre.
Così come le lacrime che ho versato quel giorno.

Dicono che piange e sfogarsi fa bene, io dico che non è vero. Si può piangere per ore ma alla che cosa si otterrà? Il niente.
Il dolore resterà sempre in te, ci saranno solo pochi momenti in cui si sposterà per far spazio alla felicità ma poi tornerà; per ricordarti che è sempre lì.
Come una spina sul fianco.

E allora perché vivere? E perché morire?
Forse perché la vita e la morte sono due avvenimenti strettamente legati, perché non può esistere l'una senza l'altra.

Come io e Mattheo.

Io non posso esistere senza di lui perché l'amore che ci lega è così forte che forse...- e dico forse- avrebbe superato anche il più grande ostacolo che la vita ci ha messo davanti, la morte.

È vero quando dicono che l'amore vive oltre la morte? Vi direi che io stavo per scoprirlo.
Perché per una ragione a me sconosciuta, o forse per una scelta fatta per amore; il mio momento non era ancora arrivato.

Mi era stata data un'altra possibilità. Ma non nel modo in cui desideravo io...

Prendendo coscienza di me stessa, mi guardo attorno accorgendomi di essere in mezzo un immenso prato verde.
La prima cosa che faccio oltre ad alzarmi è guardare le condizioni in cui sono messa. Non presento nessun problema fisico, non ho ferite, sangue addosso e...sto bene.
Come è possibile?

«Principessa dove sei?»

È la sua voce.
La sua voce lieve che mi chiama in lontananza da qualche parte...
o forse proviene proprio dal mio cuore.

«Mattheo? Sei tu?» urlo senza ricevere alcuna risposta.
Me la sono immaginata la sua voce o l'ho sentita per davvero?

Guardo l'orizzonte davanti a me e scorgo solo l'erba alta.

Dark Paradise | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora