Capitolo 3.

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Dopo aver perso circa dieci minuti di lezione, il ragazzo prende dei fogli dalla cattedra e esce dall'aula, chiudendo lentamente la porta e rivolgendomi un ultimo sguardo.

Continuo ad osservare la porta della classe distrattamente, dietro la quale lui è appena scomparso.
Sinceramente, quello che più mi ha colpito del suo aspetto è il viso.
Aveva un'espressione serena, pacifica, gentile... avevo l'impressione di star guardando un bambino. Forse però questo è anche dovuto al fatto che ha solo un minimo accenno di barba, il che rende il suo viso ancora più infantile.
Chissà se davvero fa il quinto...

<<Allora...iniziamo le interrogazioni...>> afferma il professore, sedendosi dietro la cattedra e aprendo il registro.
Solo dopo quella frase mi accorgo che il banco accanto a me è vuoto, Silvia non è venuta a scuola. Cazzo, ho bisogno di lei, è la più brava a suggerire! Non ho mai sentito un insegnate rimproverarla, sa bene come non farsi scoprire.

Dopotutto è anche la mia migliore amica, ma ammetto che in queste situazioni averla accanto sia davvero una comodità.

Il professore scorre con il dito lungo l'elenco e si sofferma su due nomi, sorridendo malignamente.

Speriamo solo non chiami me...non ho studiato assolutamente nulla!

<<Quindi, oggi interroghiamo...Rosso e De Angelis. >>

Nella classe si sentono diciasette sospiri di sollievo, mentre i due interrogati si limitano ad una bestemmia sottovoce. Sorridendo, mi poggio con la schiena contro il muro accanto al mio banco. Nella classe riecheggiano risate e battute, ma vengono subito stroncate dalla voce cupa dell'insegnante. Tiro anch'io un sospiro di sollievo, osservando i due malcapitati che si avvicinano alla cattedra con in mano il libro di testo. Entrambi hanno i volti disperati, poverini. Non vorrei mai essere nei loro panni, tutti sappiamo quanto sia complicato prendere una sufficienza con il nostro professore. Quell'uomo è l'essere più malvagio che io abbia mai conosciuto, sembra godere nel vederci fallire miseramente. Lo odio, tanto quanto gli altri miei insegnanti. Sono pochi quelli che riesco a sopportare, gli unici che mostrano un minimo di umanità. Non sarà un caso se vado bene solo nelle loro materie...

<<Dai ragazzi, su! Non vi mangio mica!>> ride l'uomo, sempre con una sorta di cattiveria. Osserva i due alunni e li incita a raggiungerlo più velocemente. 

<<Bene, bene. Iniziamo.>> comincia appena Rosso e De Angelis si siedono davanti a lui, battendo una sola volta le grandi mani e generando quasi un tuono. <<Voi altri: muti!>> aggiunge subito dopo, portandosi il dito indice alla bocca e scandendo bene l'ultima parola.

Almeno non ci ha dato degli esercizi da svolgere mentre interroga, è già una gran cosa.

La terrificante ora di Italiano termina e, stranamente, il resto delle lezioni si svolgono tranquillamente, tra spiegazioni e rotture di palle. Quando suona la ricreazione, dopo ben tre ore, la maggior parte dei ragazzi si precipita in cortile. Ormai è Maggio e fuori ci sono almeno 23 gradi, il sole picchia come se fosse Luglio. Chiunque sfrutterebbe questo quarto d'ora di pausa per godersi una splendida giornata come questa, ma non io. Io, a differenza degli altri, non amo molto essere accecata dal sole, quindi mi siedo sui primi gradini delle scale che portano al terzo piano. Prendo il mio panino dallo zaino e, dopo aver visto che è farcito con il prosciutto cotto, lo riavvolgo nella carta stagnola e lo ributto nella borsa. Odio il prosciutto cotto e mia madre lo sa bene ma continua a prepararmelo come colazione...che palle! Deve sempre farmi pesare il fatto che sono pigra e non voglio prepararmi il panino da sola.

Non avendo niente da fare, prendo il diario e controllo i compiti per il giorno dopo. Nulla di tanto complicato oltre alla scritta "VERIFICA MATEMATICA" che occupa mezza pagina. Odio studiare e, soprattutto, odio la matematica! Tutto quello che stiamo imparando ora è così... inutile! Sono cose che non riuserò mai nella mia vita! Ma ormai, che senso ha lamentarsi? Tra poco più di un mese abbandonerò questo inferno, poi la matematica non la rivedrò mai più!

Una domanda che mi pongo dal primo superiore è: Perché cazzo faccio il liceo scientifico?!

Terzo capitolo. Non è lunghissimo, scusate. 
Fatemi sapere se la protagonista vi piace come personaggio e se, magari, vi rispecchia un po'! ;)

Cooomunque, voi avete sentito il terremoto? Come state? Io l'ho sentito davvero forte, pur essendo abruzzese.

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