Capitolo 46.

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Entro nella stanza, sorridendo teneramente al mio ragazzo e accorgendomi solo dopo del fatto che lui non mi stia neanche guardando.

Giovanni è sdraiato sul suo letto, con gli occhi rivolti verso il soffitto. È così assorto nei suoi pensieri, da non notare nemmeno la mia presenza.

Mi avvicino e mi siedo sul suo materasso, continuando ad osservarlo per qualche istante.

<<Hai sentito tutto... vero?>> domando con un filo di voce, capendo immediatamente il perchè del suo pessimo umore.

<<Già... ho sentito tutto... ogni singola parola...>> mi risponde, voltandosi lentamente verso di me e annuendo.

Deglutisco, poggiando poi una mano sulla sua.

<<M-mi dispiace Giova...>> balbetto intrecciando le nostre dita, non sapendo realmente come poterlo aiutare.

Mi dispiace così tanto per lui.
La sua vita non è ciò che merita. Giovanni non merita la malattia, ne tanto meno una famiglia come la sua.

Il ragazzo solleva la schiena e si siede contro la spalliera del letto, alzandosi a fatica e facendomi posto accanto a sé.

<<Non importa>> inizia con voce strozzata, per colpa dello sforzo <<Sapevo che per loro non valessi nulla, l'ho sempre saputo...>>

Mi sposto al suo fianco, non allontanando minimamente lo sguardo dal suo volto. Anche lui mi osserva, lasciandosi poi sfuggire un dolce sorriso.

<<Ma io ho te... e non ho bisogno di nient'altro...>> mi solleva il viso con due dita e, dopo aver pronunciato la frase, mi bacia.

<<Ti amo.>> gli sussurro, allontanandomi lievemente dalle sue labbra e perdendomi nei suoi occhi.

<<Anch'io.>> risponde subito lui,  dandomi un secondo bacio.

Sentiamo la porta della stanza aprirsi, scricchiolando e attirando la nostra attenzione. La madre di Giovanni entra lentamente nella camera, con lo sguardo rivolto verso il basso.

<<Giovanni...>> mugugna con voce tremante.

Guardo il viso del mio fidanzato, ma nei suoi occhi vedo solo odio e disprezzo. Capendo la situazione, mi allontano di qualche metro dal suo letto, mentre la donna si avvicina al figlio e scruta il suo viso con sguardo triste e ferito.

<<Tesoro, io ti voglio bene, un mondo di bene. È tuo padre che odio, non te, lo sai.>> continua lei con le guance bagnate dalle lacrime.

<<É vero, in questi giorni non sono più tornata, ma il vero motivo è che... io non riuscivo a vederti in quelle condizioni. Non riuscivo più a riconoscere il mio Giovanni... quello sempre pronto a ridere e a scherzare su tutto. Solo dopo mi sono resa conto che non sia cambiato, tu rimarrai per sempre il mio bambino, anche se te ne andrai...>> conclude piangendo e accarezzando il viso di suo figlio, asciugandogli una lacrima.

Lo sguardo di Giova ora è più dolce e comprensivo e le sue guance bagnate dalle lacrime. I due si abbracciano.
Io rimango a fissare la scena, commuovendomi.

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