Capitolo 39.

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Per tutto il tempo successivo restiamo in silenzio, immersi nei nostri pensieri. Trascorre circa un'ora, ma il nostro amico non sembra intenzionato a svegliarsi.

Mi lascio cadere pesantemente su una sedia, sbadigliando.

<<Andiamo Maia...è tardi...>> sussurro  alla ragazza, lamentandomi.

Lei scrolla il capo, continuando ad accarezzare dolcemente la fronte e i capelli di Giovanni.

<<No, un momento. Voglio aspettare che si svegli...>>
<<Ma ormai il tempo delle visite è finito...>>
<<Si, ma hai sentito anche tu cosa ha detto il dottore...>> risponde, rattristandosi <<voglio restare ancora un po'...>>

Sospiro e mi sistemo meglio sulla sedia, poggiandomi con la testa contro lo schienale.

Passano cinque minuti...dieci minuti...mezz'ora...

<<Maia...>> la richiamo ancora, esausto.

<<Ancora un attimo Andre...ti prego...>> mi implora, sbadigliando e sdraiandosi accanto al ragazzo.

Poggia il viso sul suo petto, addormentandosi di li a poco.
Li osservo abbozzando un sorrisetto, sembrano così sereni.

Mentre ormai sento le palpebre farsi pesanti, uno mugolo attira la mia attenzione. Torno a sedere normalmente, osservando i due ragazzi addormentati.

Lentamente Giovanni comincia a riprendere coscienza, passandosi una mano lungo il viso.
Appena si accorge di Maia coricata sul letto con lui, rimane sorpreso, ma successivamente sorride e le accarezza i capelli.

<<Giova...sei sveglio...>> sussurro io sorpreso, cercando di non svegliare la ragazza.

Giovanni si volta nella mia direzione, sorridendomi.

<<Sei riuscito a farla tornare...grazie Andrea, davvero.>> dice anche lui con il mio stesso tono di voce.

Ricambio il gesto, sorridendo teneramente.

Il ragazzo riporta la sua attenzione su Maia, lasciandole un delicato bacio sulla nuca. Pur cercando di essere il più delicato possibile, sveglia la ragazza. Lei apre e chiude le palpebre più volte, sollevando poi il viso verso Giova.

Appena lo vede sveglio, lo stringe in un abbraccio, allacciando le mani dietro il suo collo.

<<Mi dispiace per prima...perdonami Giova...>> si scusa non staccandosi da lui, accarezzando i capelli mori del ragazzo.

Giovanni si lascia sfuggire una risatina, scrollando lievemente il capo.
<<Non importa...tranquilla...>> 

Mentre i due continuano ad abbracciarsi, il mio amico si volta verso di me. Mi rivolge un altro sorriso, socchiudendo leggermente le palpebre.

Maia's pov

Non so se Andrea abbia ragione, se davvero Giovanni mi ami, ma ora come ora voglio solo godermi questo momento. È triste anche solo pensarlo, ma nessuno puó assicurarmi che questo non sia il nostro ultimo abbraccio. Mentre mi rilasso tra le sue braccia sento Andre sussurrare qualcosa come "diglielo" o "dillo ora", ma Giova non risponde.

Aspetto fino all'ultimo secondo di quel contatto che lui dica qualcosa, ma capisco che a quanto pare non ha intenzione di dire nulla.

Mi allontano da lui, tornando a sedere sul materasso.

<<Resterei per sempre, ma purtroppo dobbiamo andare...>> riferisco, accarezzando il suo viso e fissando i suoi occhi chiari e profondi.

Lui sospira tristemente e annuisce. Quanto darei per poter passare ogni singolo istante della sua malattia al suo fianco.

<<Tua madre dovrebbe tornare a momenti...aveva una visita da fare, ma mi ha assicurato che, appena terminava, era da te.>> informo il ragazzo, alzandomi poi dal materasso.

Prima di incamminarmi verso la porta incrocio lo sguardo di Andrea, che mi sorride.

<<Ci vediamo presto amico, torneremo.>> afferna poi il ragazzo, stringendo cautamente una mano dell'amico.

<<Ci conto, eh!...>> risponde l'altro ridacchiando, contagiando anche noi.

Mentre la porta si chiude alle nostre spalle, lo saluto per un' ultima volta con un gesto della mano. Anche lui ricambia, sorridendo.

...

Andrea's pov

Il treno giunge alla stazione del nostro paese molto tardi e, dopo aver salutato Maia, mi incammino verso casa mia.

Durante il tragitto decido di chiamare Giovanni, chiedendo spiegazioni del perché non abbia rivelato il suo amore a Maia.
Non vorrei mai che lei creda che io abbia detto una cosa simile solo per farla stare meglio. Non mi permetterei mai di illuderla così.

<<Oi, Andre...>> sussurra Giova debolmente, appena risponde.

<<Hey, scusa se ti disturbo...>> affermo impacciatamente, rendendomi conto solo ora che forse avrei dovuto evitare questa telefonata.

<<No no, dimmi.>>

<<Oggi ne hai avuto l'opportunita...perchè non ti sei dichiarato a Maia?>> domando.

<<Non so...non mi è sembrato il momento adatto...>> risponde dopo un profondo respiro, con voce assonnata.

Vorrei continuare il discorso, ma dopotutto è davvero tardi, ha bisogni di riposare. Non voglio stressarlo.

<<Ok...poi ne riparliamo di persona...>> nel mentre che pronuncio questa frase, sul mio volto compare un sorriso. Mi sento un po' come una madre che si raccomanda con il figlio.

Lui sbuffa, ridacchiando subito dopo.

<<Va bene...>> si lagna scherzosamente.

<<Buonanotte>> aggiunge poi, tornando serio.

<<Notte...>> rispondo, mentre infilo la chiave nella serratura del mio portone.

Prima di entrare mi volto verso casa di Giovanni, sorridendo istintivamente.

<<Stammi bene.>> aggiungo con un risolino.

Il ragazzo sospira profondamente.
<<Anche tu.>>

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