Capitolo. 33

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Dopo aver convinto mio padre e aver avvertito Andrea del mio successo, decidiamo di incontrarci in stazione alle quindici.

All'orario prestabilito, entrambi siamo già seduti nel nostro vagone, a parlare del più e del meno.

Racconto ad Andrea di come abbia fatto a convincere mio padre, senza tralasciare neanche il minimo dettaglio.
Lui ascolta attentamente, per poi sorridere e ammettere che era certo che sarei riuscita a persuaderlo. Dopotutto avevo una motivazione più che valida, a parer suo.

Quando il treno parte, osservo il paesaggio correre fuori dal finestrino e ripenso a tutto quello che mi è accaduto ultimamente.

In questo perido sono successe talmente tante cose, sono davvero al limite. Non sono mai stata travolta da così tanti avvenimenti in tutta la mia vita.

Senza che io possa accorgermene, una lacrima scorre lentamente sulla mia guancia. La asciugo immediatamente, evitando fortunatamente che Andrea la noti.

Mi volto verso il mio amico, tantando di capire se effettivamente non si sia accorto di nulla o se stia fingendo di essere distratto.
Anche lui fissa il finestrino, con le sue solite cuffiette azzurre nelle orecchie.

Un sorriso sincero e spontaneo si forma sul mio volto mentre l'osservo, ammirandolo in tutto il suo insieme.
Guardandolo, mi accorgo di quanto sia effettivamente bello, in tutto. Anche il suo carattere lunatico lo è.

È un ragazzo fantastico, davvero, ma io ho occhi solo per Giovanni.


Andrea's pov




È stupenda, non posso fare a meno di guardare i suoi occhi scuri, i suoi capelli lunghi e mossi e il suo viso angelico.

La amo, non ci sono dubbi.

Il nostro però è un amore impossibile: so che nel suo cuore c'è solo Giovanni.

Lo ama davvero molto. Si vede lontano un miglio.
Non sono geloso, per niente.

Mentre la fisso mi sorge una domanda.
Se Giovanni non dovesse farcela, lei si fidanzerebbe con me? Immediatamente scrollo il capo e faccio uscire quello stupido pensiero dalla mia mente. Sono un coglione, come posso pensare a questo? È ovvio che Giova sopravviverà, non può morire. Deve farlo per lei...per noi...

Maia's pov


Appena arriviamo in citta prendiamo un taxi e andiamo all'ospedale. Senza esitare saliamo le scale e percorriamo il corridoio dove si trova la stanza di Giovanni.
Quando afferro la maniglia inspiegabilmente il mio cuore comincia a battere all'impazzata...

Cosa mi prende?

Lascio la presa e faccio andare avanti Andrea, che mi guarda perplesso.
Bussa delicatamente e apre la porta, senza attendere che qualcuno gli dica di poter entrare. Subito ci avviciniamo a Giovanni, rannicchiato nel suo letto, coperto parzialmente da un candido lenzuolo bianco. Il suo corpo appare sudato, sopratutto la fronte. Delle piccole goccioline giacciono sulla sua pelle, rendendola particolarmente lucida. Effettivamente dentro l'edificio fa piuttosto caldo, ma non eccessivamente .

Sua madre non c'è e l'unica persona presente in quella stanza oltre a lui è un ragazzo, sdraiato nel letto accanto. E' chiaramente più piccolo di noi, avrà circa quindici/sedici anni.
Io e Andrea ci fermiamo davanti al nostro amico, osservandolo silenziosamente per qualche istante.

<<Secondo te come sta?>> chiede Andrea, voltandosi verso di me e guardandomi con aria preoccupata.

<<Non lo so, ma... forse ha la febbre...>> rispondo, spostandomi accanto al suo letto e piegandomi su di lui. Delicatamente poggio una mano sulla sua fronte, sentendo subito che la sua temperatura sia elevata. Sorridendo tristemente, mi avvicino ancora di più e gli lascio un delicato bacio.

<<Scotta.>> informo Andrea <<Dovremmo avvertire qualcuno?>>

Prima che il mio amico mi possa rispondere, un'altra voce si unisce alla conversazione.  

<<E' stato visitato pochi minuti fa da un medico. Ha detto che sia normale un po' di febbre.>> ci avverte il compagno di stanza di Giovanni, rivolgendoci un debole sorriso.

<<Ah, ok. Grazie.>> balbetto stupita, non aspettandomi minimamente di ottenere una risposta da lui.

Sembra un tipo tranquillo, ma avrei detto che fosse più timido.

<<E' da tanto che dorme?>> domanda subito Andrea al ragazzino, sfruttando il fatto che ovviamente sappia più di noi sulle condizioni di Giova.

Il più piccolo scrolla il capo, spostando poi lo sguardo da noi due a Giovanni.

<<No, neanche un'ora. E' la prima volta che dorme dopo molte notti insonni.>> sussurra, poggiando la rivista che stava leggendo.

Anche io che Andrea ci voltiamo verso Giovanni, entrambi con sguardo colmo di apprensione.

Un rumore ci distrae dalle nostre riflessioni, mentre la porta della camera si apre lentamente.
Ad entrare è la madre di Giovanni, che continua a mantenere lo sguardo basso, immersa nei propri pensieri. 

<<Ciao.>> la saluto cauta, sorridendo teneramente. 

La donna, appena ci riconosce, si avvicina velocemente e ci abbraccia entrambi.

<<Ragazzi! Sono così felice che siate qui!>> afferma entusiasta, mantenendo comunque un tono molto basso della voce.

Dopo averci salutati, si sposta subito verso il figlio, baciandogli la fronte amorevolmente.

<<Fortunatamente si è addormentato... ero preoccupata...>>

Con cura e delicatezza rimbocca le coperte a Giovanni, per poi sedersi accanto a lui e continuare ad accarezzargli i capelli. 

Sorridendo debolmente, ci fa segno di avvicinarci.

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