Capitolo 59.

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Appena arriviamo al pronto soccorso dell'ospedale, prendo Giovanni e ci precipitiamo tutti all'interno. Fortunatamente, al bancone accanto all'entrata troviamo Luigi, intento a parlare con una delle infermiere.

<<Luigi!>> grida Giorgio, riconoscendolo e chiamandolo a gran voce.

L'uomo si volta verso di noi confuso, capendo poi la situazione e correndoci in contro insieme alla dottoressa.

<<Ti prego, aiutaci!>> lo imploro con voce tremolante, con Giova ancora stretto tra le braccia.

Il medico accosta due dita alle narici di Giovanni per controllare se respiri ancora e, subito dopo, annuisce all'infermiera al suo fianco.

Immediatamente fa portare una barella, impartendo ordini velocemente e lasciando noi ragazzi nella più totale confusione.

Altri dottori afferrano il mio amico, togliendomelo dalle braccia e poggiandolo sul lettino. Immediatamente cominciano a ruotargli tutti attorno. Chi per fargli indossare una mascherina per l'ossigeno, chi per controllore il battito cardiaco...

<<Giovanni!>> esclama improvvisamente Maia, che era rimasta indietro rispetto a noi altri.

Per pochi secondi riesce ad avvicinarsi al suo fidanzato, stringendogli una mano e sperando che la possa sentire.

<<Amore, resisti, ti prego. Sei forte, andrà tutto bene.>> sussurra con voce piangente, prima che la barella con sopra il nostro amico si allontani e che le loro mani si dividano bruscamente.

Giovanni viene trasportato in un corridoio, di cui vengono subito chiuse le porte. Non ci è permesso seguirlo, così tutti restiamo all'esterno, seduti su alcune sedie.

Inevitabilmente, scoppio in lacrime non appena mi rendo conto della situazione.

Perché lo abbiamo portato fuori di qui in quelle condizioni? Se dovesse morire per colpa nostra, avrei un peso sulla coscienza per sempre.

Poggio i gomiti sulle ginocchia, con la testa tra le mani. Sento qualcuno avvicinarsi e sedersi accanto a me. Quando sollevo lo sguardo incrocio i bellissimi occhi di Maia. Sono rossi, lucidi...ma restano comunque stupendi. La abbraccio più forte che posso e lascio che si sfoghi. Afferrando la mia maglia posa la testa sul mio petto e piange disperatamente. Le accarezzo i capelli.

Nessuno dice nulla.

Giorgio viene consolato da Pietro, che cerca di rendere meno pesante la situazione.
Matteo e Federico si fanno forza a vicenda. Entrambi sono molto amici di Giovanni e vanno in classe con lui.
Per quanto riguarda Mauricio e Luca, loro si limitano a parlottare.

Dopo circa un ora alcuni dottori cominciano ad uscire da li, ma nessuno sembra intenzionato a darci informazioni. Ci guardiamo tra di noi ma nessuno apre bocca. Abbiamo tutti paura delle eventuali risposte che potrebbero darci.
Alle due di notte anche Luigi esce dalla stanza e viene verso di noi. Tutti balziamo in piedi, io e Maia per primi. Lei inizia a tremare e io le afferro la mano.

<<Come sta?>> chiede Giorgio, prendendo coraggio prima di noi.

<<Ora è cosciente...ma non supererà la notte. Mi dispiace.>> risponde l'uomo abbassando lo sguardo e scostandosi una mascherina da davanti alla bocca.

Tutti restiamo pietrificati per qualche istante. Luigi sfoglia i documenti che ha tra le mani e li osserva sconsolato.
Maia lascia la mia mano e corre fuori dall'ospedale. Mi volto verso di lei e la osservo mentre si allontana, ma non la inseguo. 

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