Capitolo 6.

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<<Che cosa imbarazzante...>>
Sento una voce accanto a me e sobbalzo istintivamente.
Voltandomi, noto che è ancora lui.
Ma questo ragazzo mi perseguita!?

<<Avvertire proprio mai, eh!>> esclamo, fulminandolo con lo sguardo.

<<Ti ho spaventata?>> chiede lui ridendo, passandosi una mano tra il ciuffo di capelli che scende lievemente sulla sua fronte.

<<No tranquillo, ho preso solo un piccolo infarto, che vuoi che sia...>> rido anch'io, contagiata da lui <<Comunque, si, è una situazione imbarazzante!>>

Effettivamente lo è davvero, i professori si stanno letteralmente prendendo a parole da circa dieci minuti. Che ridicoli.

<<Bhe, invece di rimanere qui a non fare nulla, che ne dici di uscire un po' fuori al giardino? Tanto litigheranno sicuramente fino al suono della campanella.>> suggerisce il ragazzo al mio fianco, guardando ancora la scena divertito.

Annuisco e lo seguo fino all'uscita posteriore della palestra, cercando di non farci notare da nessuno.
Forse ora riuscirò ad avere una conversazione più interessante di quella di prima.

Cominciamo a camminare lungo i sentieri brecciati del giardino della scuola, mentre un imbarazzante silenzio ci accompagna.

Fortunatamente, ci pensa lui a romperlo.

<<Allora... fai la 5^A...>> inizia, voltandosi lievemente verso di me e sorridendo.

<<Già...tu invece? 5^H giusto?>>
Annuisce.

Proseguiamo la nostra passeggiata in silenzio, probabilmente pensando entrambi ad un argomento di tirar fuori.

Lui si guarda intorno e io fisso la stradina brecciata, tirando qualche calcio alle pietruzze. Forse non sarei dovuta uscire con lui, avrei evitato questa situazione imbarazzante e difficoltosa per entrambi.
Spero con tutto il cuore che trovi lui qualcosa di cui parlare. Io purtroppo non riesco a pensare ad altro che alla verifica di domani, finirei sicuramente con il ricominciare la nostra discussione sulla matematica.

Mentre sono immersa nei miei pensieri, il ragazzo guarda verso di me e ridacchia, scuotendo lievemente la testa. Lo guardo perplessa, cercando di capire il perché del gesto. Si sta prendendo gioco di me?

<<Perchè stai ridendo?>> chiedo innervosita, fermandomi di colpo.

<<Niente...pensavo solo al fatto che sto passeggiando con una ragazza di cui non so neanche il nome e che è in crisi per un compito.>> risponde lui con non curanza, ridendo ancora.

Ecco, sapevo che anche lui avesse il suo lato negativo. Ha preso troppa confidenza, è fastidioso.

<<Oh, mi scusi "Signor Genio della Matematica"!>> rispondo alterata,  alzando la voce e mettendomi a braccia conserte.

Lui ride ancora, ignorando il fatto che io non stia scherzando minimamente.

<<Il "Signor Genio della Matematica" ha un nome...>> mi informa, alzando il dito indice e chiudendo le palpebre.

<<Ah si? E qual è?>>

<<Giovanni. Giovanni Leveghi. E la "Signorina Cafona"?>> chiede, ancora ridendo. Comincio a chiedermi se sappia fare solo questo.

<<Signorina Cafona!?>> esclamo, iniziando a prendere anch'io questa situazione sul ridere.
<<Comunque mi chiamo Maia.>>

<<Bhe, dai, diciamo che non è il nome più brutto che abbia mai sentito.>> mi prende ancora in giro, guardandomi con aria di sfida.

<<Doveva essere un complimento?>>

Annuisce. <<Si.>>


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