Capitolo 40.

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Giovanni's pov

Il giorno seguente non inizia nel migliore dei modi. Dormo per quasi tutta la mattina, finquando qualcuno non mi sveglia nel primo pomeriggio.

<<Hai intensione di dormire ancora a lungo?>> chiede mentre mi strattona per il braccio.
Quando mi accorgo che è solo Giorgio, il ragazzo del letto accanto, mi volto dal lato opposto. (se ve lo state chiedendo si, è quel Giorgio,il nostro amato Murry. Ovviamente prima di essere in ospedale i due non si conoscevano, perchè in quasta storia non sono youtuber.)

<<Comunque la tua fidanzata non è malaccio, apparte il sederone, le cosce enormi...>> dice, stuzzicandomi e sedendosi accanto a me sul materasso.

<<Senti, la finisci?>> domando con fare annoiato, coprendomi il viso con una mano.

<<La finisco solo se mi dici dove cazzo è il bagno...questo posto è enorme, mi perdo ogni santa volta...>>

Sospiro, osservando il ragazzo per qualche istante.

<<Ok...corri dritto fino al muro, gira a destra e vai a fanculo!>> rispondo muovendo solo il braccio e facendogli il dito medio, per poi risistemarmi sul mio letto.

<<Simpatico...davvero...>> si lamenta lui ironicamente, socchiudendo gli occhi.

Si alza dal letto, battendosi le mani lungo i fianchi con fare esasperato.

<<...Ho capito, lo trovo da solo!>> aggiunge poi uscendo in corridoio con passo pesante e andando a sinistra.

<<È a destra, coglione!>> esclamo ridendo.

<<Lo so!>>

Il ragazzo passa di nuovo davanti alla porta della stanza, cambiando direzione.

Non è poi così antipatico, ma non sopporto il suo "provocare tutti".
Forse sono io che lo prendo troppo seriamente... dopotutto cerca solo di sdrammatizzare.
Se non fosse per Giorgio mi annoierei dalla mattina alla sera, devo ammetterlo.

Spesso, anzi, quelle poche volte in cui non vengo tormentato da quel ragazzo, mi fermo a pensare...

Rifletto su quante siano le cose che prima mi sembravano così scontate, ma che ora mi mancano da impazzire. Il mio paese, la mia casa...potrò mai un giorno rivederli?
Darei di tutto per poter uscire di qui, per riavere anche solo un giorno della mia normale vita.
Vorrei potermi risvegliare nella mia camera da letto. Vorrei potermi affacciare di nuovo alla finestra della mia stanza e rivedere il paesaggio che, ogni mattina, mi annoiava e mi faceva desiderare una vita in una grande città. Vorrei poter rivedere le alte montagne attorno al mio paese e risentire quella fredda brezza che c'era solo la mattina presto, quando mi alzavo per andare a scuola. Voglio sentire ancora il vento scagliarsi contro il mio viso e il sole di inizio estate scaldarmi la pelle.
E poi la scuola. Si, per quanto possa sembrare strano, è una delle cose che più mi manca. Avere l'ansia per un compito in classe e non per l'esito di un'ennesima stupida operazione. Ridere con i miei compagni per un brutto voto, invece che piangere per la paura di dover abbandonare tutto ciò che più amo. Rispondere a domande sulla vita di Leopardi, sulla Guerra Fredda, su Ugo Foscolo...invece che alla solita domanda che ogni mattina il dottore di turno mi pone.

"Allora...come stai oggi Giovanni?"

Me lo dica lei, come vuole che stia? Se vuole posso dirle di sentirmi maledettamente bene, per renderla orgogliosa del suo lavoro. Oppure posso dirle la verità, facendole capire quanto sia inutile continuare a lottare per questa malattia.
Tanto sappiamo entrambi che la risposta sarà sempre la stessa.

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