Capitolo 63.

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Io e Andrea ci guardiamo negli occhi e sorridiamo al ragazzo.

<<Giova...io credo di non aver mai avuto un amico come te, sul serio. Non conosco nessun'altro di cosi dolce e altruista, pronto a fare di tutto per una persona a cui tiene...>> risponde Andre passandosi una mano tra i capelli.

Giovanni sorride e abbassa lo sguardo, senza aggiungere nulla. Non so se perché sia consapevole del fatto che l'amico stia dicendo la pura verità o perché non abbia più la forza di parlare.

Io mi limito ad annuire, essendo completamente d'accordo con Andrea.

Dopo qualche istante di silenzio mi avvicino a Giovanni e mi sdraio accanto a lui, poggiando la testa contro il suo petto. Lui poggia un braccio sulle mie spalle e mi stringe a se. Resto con lo sguardo nel vuoto a riflettere.

Come farò senza Giovanni? Io non posso stare lontana da lui per più di un giorno, figuriamoci per tutta la vita. Voglio averlo accanto, in ogni momento della mia giornata. Svegliarmi e vedere i suoi bellissimi occhi chiari che mi danno il buongiorno, senza utilizzare alcuna parola.
A noi non servono parole.
A noi non serve ripetere quanto ci amiamo ogni cinque minuti.
A noi non serve.
Basta un sorriso, uno sguardo dolce, una carezza...
Giovanni sa parlare anche senza voce e questa è una delle caratteristiche che più amo di lui.

Andrea's pov

Osservo la scena sorridendo e mi sdraio sul vecchio letto di Giorgio, ormai vuoto. La notte va avanti, tra chiacchierate e risate. Io e Maia non saremmo potuti rimanere se non fosse stato per Luigi. A quel dottore dobbiamo davvero molto.

Cerchiamo di restare svegli per più tempo possibile, anche se Giovanni ormai a stento riesce a tenere aperti gli occhi. Non accusa nessun tipo di dolore, solo stanchezza, a detta sua.
Non so fino a che punto mi stia dicendo la verità, ma ora tutto ciò che posso fare è fidarmi di lui.

<<Maia si è addormentata...>> sussurra tristemente Giovanni, riscutendomi dai miei pensieri. Lui accarezza i capelli della ragazza, poggiata con la testa su una sua spalla.

Sorrido teneramente, osservando la scena. Non avrei mai immaginato che sarebbe finita con l'addormentarsi. Credevo davvero che questa serata l'avremmo trascorsa tutti e tre in bianco, fino ad aspettare che la tragedia si consumi.

<<Era così stanca...>> tento di giustificarla <<Se vuoi puoi svegliarla, però.>>

So quanto Giovanni tenga a poterle parlare ancora, usando tutto il tempo che ha a disposizione. Non posso biasimarlo, ne quanto meno ritenere il suo comportamento egoista.

<<No, è meglio che stia dormendo. Non si accorgerà di nulla.>> mi risponde Giova, scrollando lievemente il capo e sorridendomi.

Al sol pensiero di quello che accadrà durante la notte, sento gli occhi riempirsi di lacrime. L'unico motivo per cui non mi lasciò andare ad un pianto disperato è per Giovanni. Non voglio vederlo triste, ne quanto meno sofferente. Non lo sopporterei.

<<Giova, forse è il caso che anche tu ti lasci andare. Prova a dormire, neanche tu ti accorgerai di nulla.>> suggerisco, con un sorriso tremante sul viso.

<<Non potrei mai farlo, non riuscirei mai ad addormentarmi.>> un respiro profondo interrompe le sue parole per pochi istanti <<E poi, probabilmente avrò una crisi come quella degli scorsi giorni. Mi sveglierei comunque.>>

Annuisco, stanco di trattare l'argomento. Mi sorprende come Giovanni ne parli pacatamente, come sembri qualcosa di normalissimo per lui. Che ormai si sia rassegnato?

<<Perchè invece non dormi tu, Andre? Sei stanchissimo, si vede.>>

Mi regala un sorriso estremamente dolce, mentre si volta nella mia direzione con estrema lentezza e difficoltà.

<<No.>> rispondo, secco <<No Giova, non posso addormentarmi. Non voglio lasciarti solo, devo restarti accanto fino alla fine.>>

Con un sussurro, mi ringrazia.

Nonostante le mie promesse, dopo neanche un'ora la fatica prende completamente il sopravvento. Anche Giovanni non è in condizioni migliori.

<<Buonanotte Andrea.>> mi saluta con un fievole sussurro, quando si accorge che ormai non posso più resistere.

<<Buonanotte...>> rispondo rassegnato <<Ti voglio bene Giova. Ti prego, ricordalo per sempre.>>

Sì lascia sfuggire una leggera risata, mentre una lacrima solca il suo viso e cade sul cuscino.

<<Anch'io ti voglio bene.>>

Le palpebre si chiudono definitivamente, mentre la stanza viene ingiottita dal buio.

Volevo resistere, volevo restare sveglio fino a quando non se ne fosse andato. Volevo poterlo vedere fino all'ultimo secondo, ma il sonno ha vinto.

Maia's pov

Circa alle quattro della mattina vengo svegliata da una strana senzazione, quasi paura, forse in seguito ad un incubo. Senza muovermi dalla mia posizione, osservo Andrea. Dorme beatamente, rivolto anche lui nella mia direzione.

Improvvisamente, ricordo di essermi addormentata senza neanche salutare Giovanni.
Con un sussulto, mi volto verso il mio ragazzo, mettendomi a pancia in su. Prendo delicatamente la sua mano e incrocio le nostre dita, con il cuore che rimbalza nel petto. Spero solo di essere ancora in tempo.

Mentre cerco di tranquillizzarmi, lo sento stringere la presa e respirare affannosamente. Un respiro di solievo lascia le mie labbra, anche se la sua situazione sembra essere ancora peggiorata.

<<Tutto ok?>> sussurro con chiara preoccupazione nella voce, accarezzandogli il viso e sollevandomi su un gomito.

Ho paura di perderlo. Troppa paura.

Lui annuisce abbozzando un sorriso.

<<Va tutto bene, tranquilla.>> risponde, lasciando che mi avvicini e poggi il volto contro il suo petto.
Non molto convinta lascio che mi stringa a se, ascoltando gli irregolari battiti del suo cuore.

Dopo qualche istante, mi solleva il viso e mi bacia

<<Ti amo Maia...>> sussurra appena le nostre labbra si dividono.
<<Non lo dimenticare mai...>> conclude poco prima che mi riaddormenti con la testa poggiata contro il suo petto.

Andrea's pov

Il mattino seguente mi sveglio all'alba, per colpa dei rumori dell'ospedale. La prima cosa che faccio è voltarmi verso Maia e Giovanni, ma sembra tutto normale. Dormono tranquillamente, ancora abbracciati.
Decido di svegliare Maia, non sapendo cosa fare.
Mi avvicino al lei e la scuoto leggermente, lasciando che si riprenda con calma.

<<Buongiorno.>> dice abbozzando un sorriso.

<<Anche a te.>> rispondo allo stesso modo.

Ammetto di non avere il coraggio di avvicinarmi al mio amico. Ho paura di provare a svegliarlo e non riuscirci.

Mi allontano dal letto tentennante, affacciandomi alla finestra. Milano al sorgere del sole è stupenda, come in tutte le altre parti del giorno, dopotutto.

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