Capitolo 5.

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Entro nell'aula e torno a sedere al mio banco, pensando ancora a lui.
È molto carino e sembrerebbe anche un bravo ragazzo, ma non bisogna mai fidarsi delle apparenze.
Conoscendo le ragazze di questa scuola, è strano che tutte facciano il filo ad una persona per bene. Si sa che i ragazzacci stronzi e menefreghisti sono sempre i preferiti delle mie coetanee. Questa è una delle tante cose che non riuscirò mai a spiegarmi: come si può preferire un fidanzato che ti trascuri e ti ferisca in continuazione, ad uno che sia sempre premuroso e dolce con te?

<<Hey Maia!>>

Una voce mi distrae dai miei pensieri.
Mi volto verso destra, vedendo Sara avvicinarsi al mio banco e chiamare anche le altre.

Dopo neanche dieci secondi, mi ritrovo circondata da gran parte delle ragazze della classe, che si radunano intorno a me sorridendo.

<<Maia, abbiamo visto tutto!>> inizia una.

<<T-tutto? Tutto cosa?>> chiedo balbettando, confusa.

<<Il modo in cui quel ragazzo ti guardava! Con quegli occhi bellissimi!>> spiega Erica.

<<È bellissimo! Non credi?>>
<<Cosa ti ha detto?>>
<<Ha parlato di qualcuna di noi?>>
<<Vi siete dati un appuntamento?>>
Il mio sguardo passa velocemente da una ragazza all'altra, mentre mi trattengo dall'insultarle e scacciarle tutte. In cinque secondi ho sentito almeno trenta domande!
La tentazione di gridare che quel povero ragazzo le odia tutte e che si sente oppresso da loro è tanta, ma sono costretta a trattenermi.

Sospiro profondamente. Devo mantere la calma, non voglio infrangere i sogni di dieci persone contemporaneamente.

<<Volete sapere cosa mi ha detto?>> comincio con voce leggermente alterata, prendendo poi qualche istante in più per pensare a cosa dire. Alla fine opto per la verità.
<<Bhe... ecco...abbiamo parlato solo di matematica...>>

Che figura di merda! Mi sento una sfigata a dire questa frase! Ho parlato con il ragazzo amato da mezzo liceo e abbiamo solo discusso sullo studio... che vergogna.

Le mie compagne mi fissano con aria interrogativa e espressioni sbalordite. Alcune di loro nascondo delle risatine divertite, sfottendomi.

<<A-avete parlato ssolo di matematica!?... Ci prendi per il culo!?>> sbotta Federica, incredula.

<<No. Abbiamo parlato solo della scuola, punto.>>

Prima che possa ricevere altre domande sul mio incontro, la professoressa di educazione fisica entra nella classe.

Tutte le ragazze tornano lentamente ai loro posti, parlottando tra di loro. Ora penseranno sicuramente che io sia una sfigata. Che odio profondo.

L'insegnante si siede alla cattedra e inizia a parlare di alcuni tornei scolastici. Appena termina, ci dice di prendere le borse con il cambio e di andare in palestra.

Nello spogliatoio nessuno parla. Per la prima volta riesco a sentire i miei pensieri, senza che le voci acute di quelle ragazze mi rimbombino nelle orecchie. Non sarebbe una situazione spiacevole, se solo tutte non mi stessero guardando.
Possibile che sia tanto strano quello che ho raccontato? Io e lui non ci conosciamo minimamente, di cos'altro avremmo dovuto parlare se non di scuola?

Imbarazzata da quella situazione, indosso velocemente i pantaloncini e la maglietta e esco fuori dalla stanza, camminando a passa svelto verso il centro della palestra.

Quando tutta la classe è pronta per gli allenamenti, prendiamo i palloni da pallavolo e iniziamo a "riscaldarci" palleggiando a coppie.
Come sempre oltre alla nostra classe ne sono presenti altre due, che faranno lezione con noi.

Mentre la professoressa legge dei documenti portati da una bidella, entra nell'edificio un altro insegnante di ginnastica con la sua classe.
I due prof si scambiano un'occhiataccia fulminante, entrambi alterati dalla presenza dell'altro.

Il professore dell'altra classe si avvicina alla nostra insegnante, continuando ad osservarla con aria incazzata. Immediatamente, iniziano a discutere su chi debba usare la palestra, visto che secondo il regolamento non possono allenarsi quattro classi contemporaneamente.
Alzano la voce e si insultato, senza far caso a noi.

La vera domanda che mi pongo, però, è come sia possibile che la nostra ora di palestra si sia combinata con quella di questa classe. Ormai siamo a Maggio e, in tutti questi mesi, non era mai successo.

Gli alunni dell'altra sezione si mischiano a noi, osservando la scena da lontano. Alcuni ridono e altri fanno battutine su come lo scontro possa terminare.

Devo ammetterlo, è impossibile non ridere davanti a questo dibattito.

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