<<Usciamo a fare una passeggiata? Giusto per rilassarci un po'.>> propone Andrea, distraendomi dai miei pensieri.
Non molto convinta accetto, ho bisogno di una boccata d'aria.
Andrea mi presta un suo felpone, oggi è particolarmente freddo, o forse sono io che percepisco la mancanza del suo calore accanto a me.
Camminiamo a lungo, finché Andre non propone di sederci su una panchina al parco. Accetto volentieri. Scegliamo la panca più lontana e isolata di tutte, dove possiamo sentirci davvero soli.
Dopo alcuni secondi di silenzio lui inizia a parlare.
<<Allora...cosa hai sognato?>> domanda voltandosi verso di me.
<<Lui ovviamente.>> rispondo abbassando lo sguardo.
<<Eravamo a scuola, solo io e lui. Abbiamo parlato della sua morte, di quello che è accaduto durante quella notte. Come sempre era sorridente e solare, come se non fosse successo nulla.>> spiego tirando su con il naso.
<<Ha detto che è morto serenamente. Io gli ero accanto e...>> mi blocco per colpa dei singhiozzi e delle lacrime.
<<...e lui non desiderava altro.>> concludo soppiando in un pianto disperato.
Andrea mi stringe a lui coccolandomi.
<<Mi manca, Andrea. Mi manca da morire.>> dico nascondendo il viso contro il suo petto e continuando a piangere....
Precisamente tre giorni dopo viene celebrato il funerale di Giovanni. In chiesa sono tutti presenti, anche chi non lo conosceva di persona. Nella nostra piccola cittadina gli abitanti sono pochi e le notizie arrivano a tutti in breve tempo.
Sono seduta alla prima panca, davanti alla bara, ricoperta da fiori anche fin troppo colorati. Osservo il nulla, ignorando completamente le parole del prete. Mi sono fermata a quando, ad inizio cerimonia, ha pronunciato il suo nome. Giovanni Leveghi. In quel momento i miei occhi sono diventati rossi insieme alle mie guance, rigate da calde lacrime, che per il resto della messa non sono mai scomparse dal mio viso. Accanto a me è seduto Andrea, anche lui in lacrime. Tiene lo sguardo basso e tra le mani stringe un fazzoletto.
Sulla panca vicina alla nostra siedono i genitori di Giovanni. Stranamente sono presenti entrambi. La madre è disperata, ma il padre sembra impassibile. Il suo viso non esprime emozioni... eppure sono certa di aver visto un luccichio nei suoi occhi. Forse non odiava così tanto Giovanni, come aveva affermato quel giorno.
Dopotutto anche lui, come la donna, lo aveva visto crescere davanti ai suoi occhi. È andato via così velocemente, che è impossibile che non sia rimasto per niente scosso da tutto questo.
Nella panca dietro di noi, invece, ci sono tutti i nostri amici: Giorgio, Pietro, Mauricio, Luca, Federico e Matteo.Al termine della cerimonia, la bara viene trasportata al cimitero. Io e Andrea siamo davanti a tutto il gruppo di persone che si reca in massa verso il luogo della sepoltura, insieme agli altri ragazzi e ai parenti. In mano stringo una rosa, che depositerò sulla bara.
Mentre camminiamo sento un braccio circondarmi le spalle. Accanto a me vedo Andrea, che mi stringe continuando a camminare.
La bara viene posizionata all'interno di una buca abbastanza profonda e, prima che venga coperta, deposito il fiore su di essa. La fossa viene chiusa, mentre tutti assistiamo alla scena in completo silenzio. Fino ad ora ero riuscita a contenermi, ma quando le altre persone iniziano ad allontanarsi, mi getto a terra in ginocchio.
<<Perchè!? Perché Giovanni!?>> esclamo singhiozzando e coprendomi il viso con le mani.
<<Ce lo chiediamo tutti Maia, tutti.>> risponde Andrea inginocchiandosi accanto a me e dandomi un bacio sulla testa.
Gli altri ragazzi si avvicinano silenziosi, mantenendo la testa bassa.
Prima di tornare ognuno a casa propria ci abbracciamo tutti, senza dirci nulla.
Tutti vanno via e io resto sola. Andrea insistite per rimanere, ma alla fine riesco a convincerlo ad aspettarmi all'esterno del cimitero.<<Hai visto Giò? Tutta quella gente era qui solo per te. Per ricordare la splendida persona che eri e che sarai per sempre.>> inizio, per poi sedermi difronte alla croce in pietra che è stata momentaneamente posizionata sul cumulo di terra, in attesa che la vera lapide sia pronta.
Resto immobile, con lo sguardo fisso sulle scritte per alcuni minuti. Il suo nome, il giorno del suo compleanno...
<<Quello che voglio che tu sappia è che nessuno potrà mai sostituirti o colmare il vuoto che hai lasciato. Non potranno mai cancellare il nostro dolore.>>
Lentamente torno in piedi, continuando a guardare la tomba.
<<Io so che la tua paura non era quella di morire, tu avevi paura di lasciarci soli, di farci soffrire, era questo che ti terrorizzava. Magari in questo momento ci stai osservando, e stai male per noi. Io non posso saperlo Giova, non posso più sapere ciò che provi, ciò di cui hai bisogno...>> dico con le lacrime agli occhi, prendendo un pugno di terra in una mano. È l'unico modo che ho per potermi sentire anche lontanamente vicino a lui. Il pensiero che lui si trovi sotto tutta questa terra mi mozza il fiato e lascia un enorme macigno a schiacciare il mio già debole cuore.
<<Sai cosa vorrei? Una prova che ci sei... che nulla è andato perso. I nostri ricordi, i nostri momenti, le nostre giornate, il nostro amore...
Io non posso sapere dove sei, se davvero ci sia qualcosa dopo la morte o se forse sei solo nei miei sogni. Ti prego dammi un segnale, aiutami. Non chiedo tanto, mi accontento anche solo di un "Sto bene, tranquilla".>>Porto il pugno in cui stringo la terra ad altezza della mia bocca, posando il naso sulle nocche e trattenendo un singhiozzo.
<<Ti prego Giovanni...>>
Quest'ultima frase la dico sussurrando, tra i singhiozzi, lasciando cadere la terra al suolo e lasciando che si mischi di nuovo al resto del cumulo.
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Change Your Mind •~Spawn~•
Fanfiction¤Drammatica¤ Una persona può cambiarti la vita? ~Tratto dalla storia~ "Maia, non devi essere perfetta per tutti, basta essere speciale per qualcuno. Giovanni ti ama, e ti amerà per sempre, ma una cosa che non ha mai sopportato è il vederti soffrire...