Capitolo 17.

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<<Buongiorno prof.>> affermo aprendo la porta della mia classe e trovandomi davanti l'insegnante di inglese.

L'inglese mi piace, è una delle poche materie in cui vado bene. Anche il professore è simpatico, pur essendo piuttosto anziano.

La lezione passa abbastanza velocemente e, prima che io possa accorgermene, è già finita un'altra giornata di scuola.

<<Maia!>> sento la voce di Andrea che mi chiama, mentre esco dal liceo. <<Ho incontrato Giovanni, mi ha detto che ti avrebbe aspettata davanti alla sua classe.>> prosegue.

Sospiro, voltandomi ad osservare la porta da cui sono appena uscita. Solo al pensiero di dover rientrare a scuola mi sento male.

Che strano. Perché non aspettare di uscire per vederci? Non sarebbe stato meglio incontrarci fuori dalla "prigione"?

<<Ok, grazie Andrea.>> rispondo sorridendo e tornando indietro.

Rientro nell'istituto, salendo velocemente le scale e arrivando al terza piano. Mi fermo davanti al 5^H, sbirciando all'interno dell'aula. Non c'è nessuno.

Rimango poggiata allo stipite della porta per un po', fin quando non sento degli strani rumori provenire dai bagni.
Lentamente mi avvicino a quello dei maschi, esitando dall'entrare.
Non vorrei mai assistere a certe scene.

Mentre rifletto su cosa fare, sento qualcuno tossire più volte dall'interno.
La tentazione di lasciar perdere e telefonare Giovanni è tanta, ma ho il presentimento che quella persona lì dentro possa essere proprio lui.

Entro nell'antibagno e vedo tutte le porte aperte, a parte una.

Busso leggermente, poggiandomi con un orecchio al legno.

<<Giova...sei tu?>> chiedo quasi sussurrando.

Silenzio. Per molti secondi, nessuno risponde.

<<M-maia...>>

Un brivido scorre lungo tutto il mio corpo quando quella voce pronuncia il mio nome.
Ha un tono debole, cupo, sofferente...sembra appartenere ad una persona sul punto di piangere, disperata...
non può essere Giovanni...eppure...

Apro la porta lentamente e, appena noto il mio amico, strabuzzo gli occhi.

<<Giovanni...Oddio, cos'hai!?>> esclamo vedendolo seduto a terra, con la testa poggiata contro il muro.

Sembra così debole... trema come una foglia.

Mi inginocchio accanto a lui e poggio una mano sulla sua fronte, preoccupata. Scotta davvero troppo, molto più di prima. Non va per niente bene.

"Devo chiamare qualcuno" penso, frugando nervosamente nello zaino e cercando il mio telefono.

<<N-no, non serve...>> mi ferma lui, sofferente. Blocca il mio polso con una mano, capendo probabilmente le mie intenzioni.

<<Tu non stai bene Giovanni, hai la febbre alta, troppo alta.>> affermo con la voce spezzata dalla paura, dimenandomi dalla presa.

Il ragazzo, dopo le mie parole, si inginocchia davanti al water con un movimento improvviso. Vomita.

Mi avvicino subito a lui e gli sorreggo la testa, poggiando l'altra mano sulla sua schiena.

<<Maia...ti prego aiutami...>> mi sussurra, tossendo e rimettendosi seduto.

Non posso vederlo così.

<<Tranquillo, andrà tutto bene>>  rispondo accarezzandogli una guancia e tornando a cercare il cellulare, mentre mi tremano le mani.

Non è neanche nelle tasche.
Dove posso averlo lasciato?

Sussurro una bestemmia sottovoce, passandomi una mano sul volto.

Improvvisamente, una voce attira la mia attenzione.

<<Maia! Sei qui?>> domanda dal corridoio.

Andrea! Grazie a Dio.
Esco velocemente dal bagno e lo vedo mentre controlla se sono nella classe di Giovanni.

<<Andrea! Muoviti, ho bisogno di aiuto!>> escalmo con voce tremante, tornando dentro.

<<che è succes...>> chiede seguendomi e bloccandosi non appena vede il suo amico.

<<Giova!... Porca troia!>>

Getta lo zaino a terra e si inginocchia accanto all'amico, voltando il suo viso verso di se.

<<Dobbiamo chiedere subito aiuto.>> aggiunge poi fermamente, poggiando le mani sui suoi avambracci.

Annuisco, d'accordo con le sue parole.

Nuovo capitolo, vi sta piacendo la storia?
Secondo voi cos'ha Giovanni?
Lo scoprirete domani. XD

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