Capitolo 71.

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Mi sveglio di soprassalto, rendendomi conto di star abbracciando Andrea invece di Giovanni. Lui mi sorride, ignorando completamente perchè lo stia stringendo. Mi guardo intorno, ancora confusa.

Il sogno è finto. Sono tornata nella realtà.

La stessa realtà nella quale Giovanni non c'è più.

<<Mi hai svegliata...>> sussurro ad Andrea, voltandomi verso di lui e osservandolo con un'espressione stralunata.

<<S-si... siamo arrivati...>> risponde il ragazzo babettando, preoccupato dalla tonalità di voce con cui ho pronunciato la frase precedente.

Guardo fuori dal finestrino e riconosco la stazione del nostro paese, mentre percepisco la rabbia e la tristezza crescere in me, sempre di più.

Improvvisamente inizio a piangere, ricordando il sogno fatto poco prima.
Ormai non tento neanche più di trattenere le lacrime o di asciugarle. Il dolore ha preso possesso della mia mente, portandomi ad ignorare anche il fatto di star piangendo in pubblico.

Andrea mi guarda perplesso, poi si avvicina a me e poggia una braccio su una mia spalla, stringendomi a se.

<<Hey, che c'è? Va tutto bene...>> tenta di rincuorarmi, ignaro del fatto che molta della mia collera sia rivolta proprio verso di lui.

Lo allontano bruscamente da me e lo fulmino con lo sguardo, stringendo i denti.

<<Perché mi hai svegliata!? Ho lasciato di nuovo che mi abbandoni!>> esclamo continuando a singhiozzare.

Lui mi guarda stupito e preoccupato, non sapendo come reagire.
Scendo velocemente dal treno e, senza degnarlo di uno sguardo, cammino a passo svelto verso l'uscita della stazione. Ovviamente lui mi segue e mi ferma appena mi raggiunge.

<<Si può sapere che diamine ti prende!? Perché sei arrabbiata con me?>> domanda alzando leggermente la voce e stringendomi per un braccio.

Provo a dimenarmi dalla sua presa, afferrandogli un polso ma non riuscendo comunque a liberarmi.

<<Mi hai svegliata!>> grido ancora più forte, attirando l'attenzione di molti passanti.

Non mi importa degli sguardi confusi e disprezzanti che cadono su di noi.

Andrea si guarda attorno, percependo probabilmente i numerosi occhi puntati su di lui. Chissà che cosa possano star pensando le persone. Magari che stia tentando di importunarmi.

Senza usare eccessiva forza e senza neanche stringere la presa, mi trascina fuori dalla stazione. Proseguiamo la nostra conversazione nel parcheggio, lontano da occhi indiscreti.

Solo ora inizio a rendermi conto nel immenso errore che sto commettendo. Sto addossando tutte le colpe al povero Andrea, che sicuramente non aveva intenzione di farmi soffrire o di dividermi da lui. Non poteva neanche sapere cosa io stessi sognando, in realtà.

Mi sento così stupida.

<<E cosa avrei dovuto fare? Lasciarti sul treno?>> chiede aggressivamente, riprendendo subito il discorso.

Abbasso lo sguardo, ricominciando a piangere silenziosamente e vergognandomi per il mio comportamento. Mi sto arrabbiando per nulla. So che  Andrea abbia ragione, è solo che io non volevo lasciare Giovanni, ora che finalmente era di nuovo con me.

Andrea si avvicina a me e mi solleva il viso, asciugandomi le lacrime.

<<Hai sognato, vero?>> sussurra dolcemente, osservandomi con apprensione.

Annuisco, singhiozzando sonoramente.

Mi abbraccia forte e lascia che mi sfoghi sulla sua felpa.

<<Mi dispiace...>> mugugno tra le lacrime, realmente pentita.

<<Tranquilla, va tutto bene.>> tenta di rassicurarmi lui, stringendomi con ancora più forza.

Il problema è che nulla va per il verso giusto senza lui. 

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