Scrivo questo capitolo da fuori il liceo, mentre aspetto il pullman. Grazie a tutti per i "buona fortuna"! <3
<<No papà, ti prego! Tutto tranne questo!>> supplico con le lacrime agli occhi, mentre osservo mio padre allontanarsi verso la sua camera da letto.
<<Prova a dire solo un'altra parola e i mesi saranno tre!>>
Scrollo il capo lentamente, osservandolo con disprezzo.
Lui si chiude nella sua stanza, lasciandomi immobile nel centro del salotto, con il volto inondato dal pianto.
Trattenendomi dall'urlargli contro le peggio cose, corro in camera e mi getto sul letto.
Afferro il mio cuscino e lo stringo a me, sfogandomi poi contro di esso.
Non posso non andare da Giovanni per due mesi interi, è troppo!
Lui non capisce...Se si aggravasse, o se gli succedesse di peggio, io come farei ad abbandonarlo!?
Non posso... Non posso!Continuo a singhiozzare, cercando di attutire il rumore con il cuscino.
Lo premo contro il mio viso e la federa si bagna delle mie lacrime, ma poco importa. Odio piangere, e sopratutto odio che altre persone mi vedano o sentano mentre sono presa dalla più totale disperazione.Dopo aver versato lacrime per circa un'ora, sfinita, mi addormento.
...
Sono sempre in ospedale, ma questa volta è perfettamente identico a quello di Milano. Cammino lungo un corridoio, senza una precisa meta. Mi soffermo ad osservare un cartello per qualche istante e sento qualcosa di caldo e umido sulla mia gamba.
Spaventata, mi volto. Non c'è nulla alle mie spalle. Solo quando abbasso lo sguardo lo noto.<<Sparky! Cosa ci fai tu qui?>>
Mi inginocchio a terra e lo abbraccio. Era il mio cagnolino di quando ero bambina. Soffrii così tanto quando morì. Torno in piedi e inizio a riflettere sul perchè sia nell'ospedale. Cosa c'entra lui con Milano? I miei pensieri vengono interrotti dal suo abbaiare.
<<Shhh!>> lo sgrido tirandogli un calcetto.
Inizia a giocare con il mio piede, mordicchiandolo. Ridendo lo accarezzo. Mi manca ancora adesso.
Pochi secondi dopo il cane smette di giocare e fissa qualcosa alle mie spalle. Voltandomi noto un oggetto poggiato a terra.
È un peluche...il mio peluche. Lo raccolgo dal pavimento e lo osservo sorridendo. Ero molto affezionata a quel giocattolo. Ricordo ancora quando mia madre lo gettò, non le parlai per un mese. Ridendo lo puliso dalla polvere e lo osservo attentamente. Dal taschino sulla sua maglietta si intravede un foglietto, che estraggo afferrandolo con due dita. Su di esso vi è una foto sfocata di...mia nonna. Perchè proprio lei? Non ha nulla a che fare con Sparky e con l'orsacchiotto. Tutto questo non ha senzo!
Osservo meglio l'immagine. Che bella che era, non la dimenticherò mai. Giro il pezzetto di carta dall'altro lato."Tutto ciò che perdiamo ci manca, che siano animali, cose o...persone. Sopratutto quelle a cui teniamo di più, lasciano un vuoto incolmabile nel nostro cuore...in eterno."
Quando intuisco il significato di tutto questo getto il foglietto a terra e inizio a correre. Osservo tutti i numeri delle stanze, cercando quella di Giovanni. Appena sono li davanti la porta si apre improvvisamente. Andrea esce dalla camera e mi fissa, scuotendo la testa. Ha gli occhi rossi, le occhiaie e le guance bagnate dalle lacrime. Oltretutto trema come una foglia, singhiozza e in mano stringe un fazzoletto.
Lo guardo perplessa. Senza rispondere apre del tutto la porta della stanza, mostrandomi Giovanni con accanto la madre inginocchiata per terra, che lo abbraccia e piange. Il mio cuore salta un battito e io mi sento svenire....
Mi sveglio in preda al panico, con il fiatone e un grandissimo senzo di colpa. Ho un nodo alla gola e non riesco a parlare.
Tasto il comodino accanto a me alla ceca, facendo cadere a terra una miriade di oggetti. Appena trovo il mio telefono, lo affermo e chiamo Andrea, non pensando al fatto che siano solo le cinque del mattino.
Il cellulare squilla per molti secondi, mentre io lo tengo premuto contro il mio orecchio con entrambe le mani. Il mio corpo e scosso da tremiti e singhiozzi, essendo ancora troppo sconvolta per l'incubo.
<<Pronto?...>> risponde lui con voce assonnata, chiaramente infastidito dalla mia chiamata.
<<A-andrea...>> sussurro con un filo di voce, cercando in tutti i modi di trattenere i singhiozzi.
Il ragazzo si accorge comunque del mio pianto, preoccupandosi.
<<Maia...cos'hai?>> mi domanda con voce colma di apprensione.
<<L'ho sognato Andrea! Ho sognato il mio più grande incubo!>> esclamo piangendo, cercando comunque di non farmi sentire dai miei genitori.
Andrea balbetta qualcosa di incomprensibile, per poi formulare una frase di senzo compiuto.
<<Calmati, spiegati meglio! Cos'hai sognato!?>><<La sua morte!...>>
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Change Your Mind •~Spawn~•
Fanfiction¤Drammatica¤ Una persona può cambiarti la vita? ~Tratto dalla storia~ "Maia, non devi essere perfetta per tutti, basta essere speciale per qualcuno. Giovanni ti ama, e ti amerà per sempre, ma una cosa che non ha mai sopportato è il vederti soffrire...