Capitolo 30.

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<<Vai, dimmi tutto quello che devo sapere su di lei! Interessi, passioni...voglio sapere bene di cosa parlare per farla interessare a me!>> esclama Andrea ridacchiando, emozionato come un bambino.

<<Allora...>> comincio, riflettendo <<Per prima cosa ama i videogiochi e tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia. Studia spesso e a volte anche per pomeriggi interi.
Anche se può sembrare una secchiona è socievole e adora uscire di casa. Falle spesso dei complimenti e coccolala il più possibile. Non offrirgli mai dei fiori, li odia, più che altro offrigli un gelato.>> riferisco tutte queste informazioni velocemente, senza neanche pensarci troppo. Conosco Silvia da moltissimo tempo, so davvero tutto di lei. 

<<Il suo gusto preferito è il cioc...>>

Mentre parlo, però, mi torna in mente il sogno della nottata precedente.
Noi quattro nel parco...a mangiare gelato...
Che fosse un sogno premonitore, o qualcosa del genere? Da come mi sembra di capire, Andrea è veramente interessato a Silvia...magari, in futuro, si fidanzeranno...e forse anche io e Giovanni...

<<Maia...Maia! Ci sei?>> mi richiama Andre, notando la mia improvvisa distrazione.

Mi riscuoto, dandomi subito della stupida per tutte le cazzate che ho pensato in così pochi secondi. Come posso credere ai sogni premonitori? Che scemenze. 

<<Si, si. Stavo solo pensando>> rispondo ad Andrea <<Comunque, tutto qui, le cose più importanti sono queste...>>

Lui annuisce, grattandosi poi la nuca e ripetendo a bassa voce tutto quello che ho detto.<<Cercherò di ricordare tutto...>> 

<<Per qualsiasi cosa chiedi, non ti fare problemi.>> continuo poggiando una mano sulla sua spalla, sorridendogli amichevolmente.

<<Perfetto.>> risponde lui abbracciandomi, cogliendomi impreparata.
Ridacchio, ricambiando. Dopo pochi secondi ci allontaniamo, continuando però a guardarci.
<<Grazie mille.>> mi sussurra, davvero riconoscente.

<<Di niente, figurati.>> affermo io, abbozzando un sorriso triste, per poi spostare lo sguardo in basso.

Andrea mi osserva corrugando la fronte, capendo che ci sia qualcosa che mi turbi.

<<Hey...tutto ok?>> mi domanda, sollevandomi delicatamente il viso e costringendomi a guardarlo di nuovo.

Annuisco debolmente
<<Si...>> 

<<Sicura?>> chiede, per nulla convinto <<Se c'è qualcosa che non va, con me puoi parlarne...>>
Poggia entrambe le sue mani sulle mie spalle e mi guarda negli occhi, spronandomi a parlare.

Rifletto, restando ancora in silenzio per qualche istante. Non potrò tenere questo segreto per sempre con me...forse è ora di condividere i miei sogni con qualcuno, e chi meglio di un amico come Andrea? 

<<Ok, solo perchè so che posso fidarmi di te...>> affermo titubante, con la voce tremolane, sperando solo di non essere presa per pazza.

<<Vai, spara!>> sorride lui, allontanando le sue mani da me.

Dopo gli iniziali momenti di incertezza e imbarazzo, gli racconto tutti i miei sogni, nei minimi dettagli. Quando termino, noto sul suo volto un'espressione sorpresa e incredula.

<<Mi sento stupida a credere che siano sogni premonitori, ma...>> inizio, osservando il suo volto e pentendomi subito per tutto quello che ho detto.

Andrea, però, mi blocca prima che io possa finire di parlare.

<<Non devi sentirti stupida, io ti credo e la penso come te.>> mi rassicura, poggiandomi una mano sulla gamba.

Sorrido, riconoscete. 
Sapevo che Andrea era la persona giusta con cui parlarne, un qualsiasi altro amico mi avrebbe letteralmente riso in faccia.

<<Grazie per la chiacchierata, ma ora devo proprio andare, a domani Andre!>> esclamo, alzandomi velocemente in piedi e abbracciandolo.

Resterei ancora, ma credo che si stia facendo tardi. Se non sono a casa prima di mezzanotte i miei mi uccidono.

<<A domani!>> risponde lui, sorridendo e incamminandosi verso casa sua, nella direzione opposta alla mia.

Mentre cammino verso il mio condominio, ne approfitto per pensare e schiarirmi le idee.
Andrea è veramente un buon amico, capace di risollevarti sempre il morale. Quando ci frequentavano da più piccoli era molto diverso. Era più schivo, insolente...
Era per questo che ci eravamo allontanati. Io non sopportavo il suo comportamento, mi trattava sempre molto male.
Sono felice che sia cambiato, ora è davvero molto più piacevole passare del tempo con lui.

Ben presto arrivo al mio condominio, aprendo la porta con il mio paio di chiavi. Salgo le scale velocemente, arrivando al mio piano.

Sulla soglia trovo mio padre, arrabbiatissimo. Lo osservo confusa, non capendo il perché  della sua incazzatura.

<<Dove cavolo sei stata?!>> esclama, stringendo i denti.
<<Al parco con un amico, pà. Nulla di che...>> provo a rispondere tentennate, quasi sussurrando.

<<Hai idea di che ore siano!? Sono le tre di notte! E tu alle tre di notte credi di uscire di casa e usare una scusa come questa!?>>

Le tre di notte!? Mi sono davvero trattenuta così tanto con Andrea!? Non credevo fossero passate tutte queste ore!

<<Papà...>> cerco di giustificarmi, ma vengo interrotta ancora dalle sue urla.

Senza prestare attenzione alle sue lamentele, sbotto: <<Papà non rompere! Siete troppo protettivi tu e la mamma!>>

<<Troppo protettivi eh!? Allora resterai chiusa in casa per due mesi!...>> grida su tutte le furie, tirandomi dentro l'appartamento e sbattendo la porta alle nostre spalle.

We! Come state?
Domani inizio ufficialmente le superiori, Auguratemi buona fortuna. :,)

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