Capitolo 62

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Mi sveglio tra le braccia di Dennis sul suo divano, mi sta guardando sorridendo ed appena apro gli occhi mi lascia un dolce bacio,

-Mi sei mancata così tanto - sussurra - Stavo impazzendo-

Mi stringe a se come se avesse paura che scappi via,

-Tu mi fai impazzire, non sai quanto ho lottato con me stessa per aspettare-
le nostre labbra si uniscono nuovamente ed è un attimo che i nostri corpi si uniscano nuovamente.

Dopo aver fatto sesso un paio di volte mi sono lavata e cambiata da Dennis, aveva ancora i miei vestiti che avevo preso da lasciare a casa sua, l'ho poi dovuto salutare visto che non ci vedremo per i prossimi tre giorni.

Sono in ufficio che cerco di lavorare ma il pensiero della notte scorsa e della mattina passata insieme a Dennis continuano a distrarmi, esco da lavoro verso le otto senza aver concluso molto, a casa Mike non c'è quindi dopo aver mangiato un toast e guardato un film mentre messaggiavo con Dennis mi metto a letto.

Questa mattina ho avuto due riunioni importanti con il personale nelle quali mi hanno esposto alcune idee innovative, adoro i miei dipendenti perché sono felici di lavorare qui, sono molto produttivi ed hanno sempre qualche idee ottima per migliorare ed incrementare i guadagni, siamo come una famiglia allargata. Stavo pensando che forse è ora di fare una festa aziendale per ringraziare tutti, ne ho parlato con Mike a pranzo ed ha voluto occuparsi lui dell'organizzazione.
Oggi a differenza di ieri sono riuscita a concentrarmi di più, tra un messaggio e l'altro con Dennis ho revisionato tutti i conti ed altre varie documentazioni, quando guardo l'orologio sono le nove di sera,  a quest'ora nel palazzo ormai non c'è più nessuno, avverto Ryan che sto scendendo per andare via e riordino i vari documenti sulla scrivania così che domani Matt sia più agevolato per archiviarli. Prendo le mie cose e mi avvio all'ascensore, mentre scende sorrido al messaggio dolce che mi ha appena inviato Dennis, sono davvero contenta di avergli dato un'altra opportunità, mi sistemo una ciocca di capelli guardandomi allo specchio e l'ascensore due piani dopo rallenta per poi fermarsi, che strano non dovrebbe esserci più nessuno nell'edificio, mentre le porte si aprono immagino che sia un dipendente che si sia fermato oltre l'orario di lavoro ma entra una persona con un cappuccio in testa per il quale non riesco a vedere il viso, puzza di alcool ed è quasi nauseante, le porte si chiudono e l'ascensore ricomincia a scendere mentre l'aria diventa sempre più irrespirabile, continuo a fissare il soffitto non vedendo l'ora di uscire da qui, in una frazione di secondo mi ritrovo premuta di forza contro la parete dove c'è lo specchio, sento qualcosa di appuntito premermi contro la gola mentre una mano mi chiude la bocca,

-Se provi ad urlare o fare qualsiasi cosa ti pianto questo coltello nella gola, capito?- sussurra la voce di un uomo che non riconosco

Annuisco con la testa e sento le sue mani tirarmi su la gonna, in quel momento nella mia testa riaffiora quel giorno...

FLASHBACK

Candice ed io stiamo guardando un programma per teenager alla tv, abbiamo appena finito di mangiare e la mamma sta lavando i piatti, all'improvviso un tonfo fortissimo arriva dall'entrata ed io corro a vedere cosa sia successo, papà è tornato ed è tutto sudato e puzza di alcool mi guarda e fa un sorriso storto, si avvicina a me prendendomi per un braccio e spingendomi contro il muro, con le mani cerca di spogliarmi,

-Papà cosa fai?- urlo piangendo

-Ora che sei grande e mi sono stufato di tua sorella è il tuo momento- l'odore di alcool è fortissimo

Vedo Candice dietro di lui e senza dire nulla lo colpisce con una mazza,

-Lasciala stare brutto pezzo di merda, non la toccare- urla

-Stai zitta piccola puttanella!- le risponde urlando

Mi lascia cadere a terra e girandosi da una spinta a Cadice talmente forte che sbatte contro il muro e cade per terra, lei non... non si muove più, papà si piega per scuoterla ma lei non reagisce non si muove più, lo vedo prendere il telefono e parlare con qualcuno prima di uscire via correndo.

-Candice... Candice... - urlo cercando di svegliarla ma non succede nulla
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Mi ritrovo seduta sul pavimento con le mani insanguinate, in quella destra tengo un coltello dal quale cadono gocce di sangue, anche i miei vestiti sono intrisi del liquido rosso, a fianco a me vedo un uomo sdraiato, non si muove e credo sia morto. Ho lo sguardo perso e non ho idea di cosa sia successo, la porta dell'ascensore si apre e chiude in continuazione il corpo dell'uomo la blocca, mi sento pesante non riesco a muovermi nonostante voglia alzarmi,

-Sig.na Skyler.. sig. Skyler sta bene?- mi chiede Ryan davanti a me mi scuote

Non riesco a rispondere sono paralizzata, guardo il mio autista e poi l'uomo a terra ed infine le mie mani, ho ucciso un uomo... ho ucciso un uomo ed io non so nemmeno come,

-Sig.na Skyler non si muova chiamo un ambulanza e la polizia-

Oh mio dio finirò in prigione per aver ucciso un uomo, sono un mostro come ho potuto togliere la vita a qualcuno? Non so quanto tempo sia passato quando vedo Ryan seguito da due poliziotti, uno dei due parla con il mio autista mentre l'altro si avvicina insieme ad un paramedico,

-Sig.na Skyler - parla il paramedico - sono Peter sa dirmi cosa sia successo?- chiede

Cerco di parlare e dire che non ricordo nulla ma non ci riesco, non riesco ad aprire la bocca, sento la mano di Peter aprirmi un occhio e puntarci sopra una luce, non mi acceca ed è come se non la sentissi,

-È fortemente traumatizzata dovremo portarla in ospedale-

Si allontanano lasciando che una poliziotta faccia delle foto, avvicinandosi poi a prendere il coltello dalla mia mano dopodiché il paramedico mi prende in braccio caricandomi sull'ambulanza che poi parte.

-È... è morto?- riesco finalmente a dire mentre mi fanno dei controlli

-Sig.na come si sente?- Peter mi chiede -Si ricorda com'è successo?-

-Io.. io non lo so - cerco di ricordare qualcosa - ero in ascensore... poi è salito quell'uomo che ha cercato di.. di violentarmi ed io non ricordo più nulla.. ricordo solo di essermi ritrovata a terra piena di sangue- fisso il vuoto - È morto?-

-Non è morto signorina, ma è molto grave - mi controlla nuovamente con la lucina l'occhio - Lei si è solo difesa da un aggressione non si dia la colpa-

-Perché non ricordo nulla?- chiedo

-Non lo so signorina, ma sembra traumatizzata e finché non la vede un medico non posso tirare ad indovinare-

Il medico ha appena finito di visitarmi, ha medicato le mie ferite di cui non mi ero accorta e dice che uno psicologo verrà a breve per aiutarmi a ricordare, non ho ancora visto nessuno che conosco vorrei avere Mike al mio fianco mi sento così sola,

-Buongiorno sig.na Skyler sono la dott.sa Yang - un donna asiatica col camice entra

-Salve- mi siedo

Inizia a farmi domande anagrafiche alle quali rispondo tranquillamente, poi mi chiede cosa sia successo questa sera e le racconto quello che ricordo,

-Mmmm.. ha avuto quello che noi definiamo in poche parole un black out temporaneo - scrive qualcosa sul foglio

-Ha mai subito altre violenze fisiche?-

Le racconto di quel maledetto giorno e lei rabbrividisce, sembra non riuscire a credere alle mie parole,

-Bene - dice dopo qualche minuto di silenzio - Sig.na Skyler lei nel momento in cui il suo aggressore le si è avventato contro ha avuto un black out nel quale ha rivissuto quel momento del suo passato, nel momento in cui il suo cervello si è disconnesso il suo corpo ha reagito violentemente all'aggressione, le consiglierei qualche seduta da uno psicoterapeuta in modo da aiutarla a superare questo avvenimento - si alza e mi si avvicina - La prego non si colpevolizzi per quello che è successo a sua sorella o per quello che ha fatto a quel uomo non è stata colpa sua- mi sorride prima di salutarmi ed uscire.

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