13. A S H L E Y

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me: doppio aggiornamento per la dolcemente squilibrata Sara! X

13. A S H L E Y

Ritornare a lavoro lunedì è stato assolutamente terribile e imbarazzante. Tutte le volte che entro nell'ufficio di Harry mollo i documenti sulla sua scrivania e senza perdere tempo esco fuori all'istante.

Rispondo ad uno dei collaboratori di Harry – sì, Harry, nella mia testa suona troppo lungo signor Styles – e sbuffo notando che vengono richieste sempre le solite cose. Revisioni, accordi da rivedere, entrate, uscite, investimenti e bla bla bla. Per le quattro e venti la mia porta viene aperta e questo mi fa scattare sul posto spaventata. "Dug ha sbagliato ancora una volta i calcoli. Fallo salire immediatamente e... Ashley, un solo altro fottuto errore e sei fuori anche tu." Non ho mai visto Harry così infuriato, mai. "Ch-che cosa ha sbagliato di preciso?" mi azzardo a chiedere. "Siamo sotto di tre milioni e mezzo e questo mi risulta impossibile considerando che ieri eravamo sopra i cinque milioni." Ringhia. "Har-Signor Styles questo è effettivamente impossibile perché ho controllato anche io i documenti e sì, eravamo sopra i cinque, quindi credo che ci sia stato un fraintendimento." Provo a giustificare Bill. "Frain...fraintendimento?! – urla – esigo la perfezione, non un fraintendimento!" i miei occhi sostengono i suoi seppur spaventati. Il mio corpo si è appena allontanato dalla scrivania cercando di mantenere una certa distanza dal suo corpo più vicino. "Chiama Dug." Dice stizzito prima di uscire rabbiosamente dal mio ufficio.

"Stai bene?" mormora Silvia entrando subito nella stanza. Ho appena avvisato Bill di salire quando ancora tremante annuisco. "Sto bene, davvero e solo che... non l'ho mai visto così tanto arrabbiato." "Avrà anco

ra problemi in famiglia, non vanno molto d'accordo lui e il padre." Spiega accarezzando la mia schiena. Urla cominciano a diffondersi per tutto il piano e quindici minuti dopo la figura di Bill Dug esce dallo studio di Harry Styles.

"Ho bisogno di un drink." Borbotto a me stessa.

*

"...e poi ha tipo cominciato ad urlare come un pazzo." Finisco di raccontare a Will l'accaduto di oggi. "Aspetta, devo ancora riprendermi dal fatto che hai effettivamente scopato il tuo capo." Mi guarda incredulo lui. "Non doveva succedere." Borbotto sotterrando il viso tra le mani. "Oh, avanti, ti è piaciuto." "Lui era lì... tutto bello e provocante e un attimo dopo siamo dentro al bagno dell'hotel, non potevo... insomma non volevo fermarlo." Piagnucolo imbarazzata. "Beh, non c'è niente di male. È successo. Stop." Mi rassicura lui. "Sarà meglio che vada, devo fare un po' di spesa." Sospiro. "Alle sette?" "Sì, alle sette." Puntualizzo. "Divertiti e mandami un messaggio quando sei arrivata a casa sana e salva!" esclama. "Sarà fatto!" esclamo dall'uscita.

Sospiro recandomi nel primo supermercato disponibile. Cerco la lista appuntata sul cellulare e mi dirigo verso il primo settore, le uova e la pasta... dopo averle trovate le deposito nel cestino, poi proseguo prendendo del latte, un po' di pane già affettato, tonno e farina. Per quanto odi i cibi precotti sono costretta a recuperarne alcuni in quanto la maggior parte delle volte mi scoccia dover cucinare dopo il lavoro. Perché non ho qualcuno pronto a farlo per me? Piango mentalmente mentre dibatto sul da farsi: prendere o non prendere le tagliatelle hai funghi? Diamine è davvero da un sacco che non ne mangio... però cucinarli sarebbe meglio, non so cosa potrebbe effettivamente esserci dentro.

"Le email si leggono." Sobbalzo facendo cadere la confezione sul pavimento e quasi non la seguo anche io. "Ma sei impazzito?!" porto una mano al petto cercando di riprendermi dallo spavento. "No." Risponde recuperando per la confezione dal pavimento. "Mangi sul serio queste schifezze?" mi guarda disgustato. "Succede." Sospiro afferrandola dalle sue mani. "Allora, hai letto la mia email?" chiede spazientito. "No, non sto lavorando. Lo farò prima di dormire come faccio sempre quando ti capita di disturbarmi fuori dal lavoro." Rispondo controllando la data di scadenza su un barattolo di olive verdi snocciolate. "Domani si lavora fino all'ora di pranzo." Alza gli occhi al cielo. "Oh, fantastico." Sorrido allegra della notizia. "Non ti interessa sapere perché?" chiede confuso. "No. Solitamente quando leggo mezza giornata o chiuso, esco subito dalla mail." Ammetto scrollando le spalle. "Non hai parlato a nessuno di ieri sera, vero?" "No, perché tu sì?" ribatto fissandolo negli occhi. "No, ovviamente." "Okay." Non so cosa sia successo, ma dopo ieri sera mi sento più tranquilla attorno a lui. Infondo è una persona come tutte le altre, non è superiore a nessuno, almeno fuori l'impresa. "Scusi – attiro l'attenzione di un dipendente – ho comprato un tipo di lievito per dolci la scorsa volta, ma non riesco a trovarlo già da alcuni mesi. Sa se è fuori produzione?" "Della Saint, vero?" chiede mentre io annuisco. "Sì, mi dispiace. Ma il Candy è comunque ottimo, prenda quello." Mi porge un'altra busta e senza pensarci oltre lo getto all'interno del cestino. "Buona serata, Harry." lo saluto velocemente. "Devi cenare?" domanda. "Solitamente è quello che ogni persona fa a quest'ora." Confermo. "Devo davvero rivedere tutti i bilanci dell'ultimo mese entro domani, sono da archiviare. Tu mi dai una mano, io ti preparo la cena." Cerca di negoziare. "Ti chiamerò Harry e ti darò del tu." Lo avviso. Harry annuisce e questo fa sorridere soddisfatta anche me. "Mandami un'email con l'indirizzo. Devo portare la spesa a casa." Lo avverto. "Sbrigati." Sbuffa. "Ciao!"

Assurdo come nell'arco di due settimane io l'abbia già incontrato tre volte. Prima al bar, adesso qui... che coincidenza.

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