Magnets - Epilogo & funny facts

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Magnets – Epilogo & funny facts

Giamaica, attico di Harry (e Ashley), due anni dopo...

"Oh mio Dio, continua." gemo respirando profondamente mentre stringo la sua spalla con una mano. "Non resisterò a lungo, cazzo." sbotta Harry accelerando i suoi movimenti. "Oh- io... oddio-" stringo gli occhi assaporando la scintilla che sta crescendo sempre di più sul mio bassoventre. "Piccola, sul serio..." mormora Harry, labbra pressate sulla mia spalla. "Sai com'è, farlo sull'isola della cucina mi rende un po' difficili le cose." gli ricordo. "Sei tu quella che voleva scoparmi all'istante – spinge ancora una volta, seppellendosi del tutto dentro di me – e questo era l'unico posto più vicino." "Harry, cazzo, io-" e mentre gemiti vergognosamente alti rilasciano entrambe le nostre labbra, la suoneria della mia sveglia mi fa ritornare alla realtà come una secchiata di acqua gelida. "No. No, no, no." mormoro sconvolta. "Cosa, che c'è?" "Sono quasi sicura che siano le quattro passate e questa è la ventesima volta che la mia sveglia suona." Rispondo osservando i nostri corpi ancora uniti. "Ecco cos'era quel rumorino fastidioso. Che avevi da fare alle quattro?" "Evitare per un altro po' di procreare un bambino." deglutisco non azzardandomi a sfiorare il suo sguardo. "La pillola? Hai dimenticato di prenderla?" domanda confuso. "La prendo sempre puntuale come un orologio svizzero, ieri e oggi invece mi è proprio passato di mente considerando che non abbiamo fatto altro che scoparci a vicenda." sospiro fissando la sua spalla nuda. "Beh, era pure ora che cominciassimo ad espanderci; del resto prima ho un figlio a cui passare l'impresa, prima abbiamo più tempo di goderci la vita qui in Giamaica da soli, lontani da tutti." parla tranquillamente. "Che cazzo hai appena detto?!" lo guardo sconvolta. "Non eri tu quella che voleva dei bambini?" "Aspetta, non riesco a rispondere se sento il tuo amichetto ancora guizzare tranquillamente nella mia vagina." borbotto sentendo Harry ridere. Quando finalmente si allontana torno a respirare normalmente. "Quindi, stavo dicendo – mi schiarisco la gola – sei fottutamente serio?!" scatto. "Non dirmi che adesso non vuoi più dei bambini." mi guarda contrariato. "No, io- perché, tu li vuoi?" "Ehi, pronto, ereditiere... impresa... vita favolosa." sventola una mano davanti al mio viso. "Quindi, fammi capire, tu vuoi un figlio solo per avere qualcuno a cui passare la tua impresa super ricca?" domando assottigliando lo sguardo. "Anche." alza le spalle con fare ovvio. Con un sbuffo scendo dal bancone e irritata già di primo pomeriggio mi dirigo verso il bagno ancora completamente nuda come un verme. "Beh, comincia a chiamare la tua Cassandra, perché io un figlio con te non lo faccio!" esclamo dal salotto. "Tecnicamente forse lo abbiamo già concepito e comunque, piantala di girare per casa tutta nuda!" "Anche tu sei nudo e smettila di ricordarmelo!" sbotto entrando dentro la nostra camera da letto per poi infilarmi in bagno. "Ashley." sospira seguendomi persino dentro la doccia. Io mi avvalgo della facoltà di non rispondere e sbuffo quando lo sento avvicinarsi un altro po' al mio corpo prima di avvolgere del tutto il mio corpo con le sue braccia. La sua testa si poggia pigramente sulla mia schiena dove lascia un piccolo bacio. "Spostati." parlo. Non è proprio il massimo sentirsi dire dal tuo ragazzo che vuole un figlio solo per passargli la sua impresa. Per niente. "No, ascoltami, non mi sono spiegato bene prima." borbotta facendomi voltare. "A me invece sembra che tu lo abbia fatto perfettamente." Ribatto. "No, Ashley – sospira – allora, partiamo dal fatto che io in vita mia non ho mai pensato ad una possibile relazione, figurati un figlio o una famiglia direttamente-" "Wow, stai rendendo le cose migliori." lo interrompo. "Non interrompermi. Quindi, dicevo... quando prima mi hai detto della pillola avrei dovuto reagire diversamente, magari ti aspettavi una sfuriata o non lo so... un mio abbandono, ma non è così. Ne ho parlato con calma totale - "indifferenza" lo interrompo di nuovo – e avrei dovuto esprimermi meglio. Quello che cercavo di dire è che sì, è vero che vorrei un figlio per mandare avanti l'impresa, ma non credere che sia solo per quello. Ti ho già detto che tu sei al primo posto e questo vale anche... anche per una probabile gravidanza. Sono felice di averti al mio fianco e se c'è la possibilità che tu sia rimasta incinta, allora mi va bene, sono entusiasta all'idea di formare una famiglia con te perché ti amo e... e non dire mai più che un figlio da me non lo vuoi perché mi hai fatto parecchio male. So che è stata la rabbia a farti dire una cosa del genere e che probabilmente volevi ferirmi come io ho ferito te, ma... ti prego, non- non dirlo più, ha fatto davvero tanto, tanto male." morde il suo labbro inferiore abbassando lo sguardo. Il mio tono, così come il mio sguardo, si addolcisce al suono delle sue parole. "Hai ragione, non avrei dovuto dirlo, mi dispiace... sono una stupida. E grazie delle belle parole, ti assicuro che non c'è niente in questo mondo che io vorrei fare più di questo, di avere un bambino con te." lo abbraccio sentendo la mia voce tremare. "Ti prego, non piangere, non so mai cosa fare quando piangi..." mi guarda nel panico facendomi ridere. "Sono solo presa dal momento e spero vivamente di essere nei giorni perfetti per rimanere incinta, dovrei controllare il calendario dopo..." [non avevo mai utilizzato la parola calendario in una storia, figo.] "Nel caso non lo fossi, devi solo dirmi quando lo sei e provvederò a fare l'amore con te anche per tre giorni di fila." ride il moro contagiandomi. "Ti amo, Harry." rido baciando poi le sue labbra. "Lo so, piccola. Anche io." sorride dolcemente.

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