68. A S H L E Y & H A R R Y

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me: la gif promette benissimo!!! E POI DITEMI SE NON SONO LA MIGLIORE VISTO CHE HO AGGIORNATO DI NUOVO!!!!!

P.s. Dal prossimo capitolo vedrò di informarvi su quanti capitoli rimangono alla fine... (non molti, vi avviso, quindi preparatevi psicologicamente)

68. A S H L E Y

Il nervosismo che scorre nelle mie vene non accenna a fermarsi mentre aspetto che le porte dell'ascensore si aprano definitivamente. Di sicuro non avrei mai immaginato di fare una cosa del genere questo sabato sera: forse ordinare una pizza o finire a letto con lui, ma non questo... non confessargli i miei sentimenti.

"Ehi." mi saluta. Indossa una semplice tuta e questo rende tutto più difficile considerato che con addosso il suo solito completo forse sarei riuscita a fermare la stupida pazzia che sto per fare. "Ehi, hai un minuto per parlare?" gli chiedo esitante. "Certo, non ho nulla in programma. È successo qualcosa alla centrale?" dice con tono lievemente allarmato. "No, no." lo rassicuro seguendolo dentro al suo soggiorno. "Bene, è una buona notizia." sospira per poi voltarsi e guardarmi in attesa. "Oh, sì, giusto... okay, Harry io... non penso di poter portare avanti l'accordo." butto fuori tutto d'un fiato le ultime sette parole. "Aspetta, che cosa?" mi guarda confuso. "Te l'ho appena detto." "Ma... c'è qualcun'altro che ti minaccia?" domanda subito confuso e preoccupato. "No, Harry, ovviamente no." rispondo. "Okay, ma se.. se non c'è nessuno a minacciarti questo significa che-" si blocca fissandomi poi con un'espressione del tutto indecifrabile. "La situazione mi è sfuggita di mano, Harry e... io non sto cominciando a provare dei sentimenti per te, io... Harry io sono innamorata di te." deglutisco prima di sospirare pesantemente e fissare il pavimento in completo imbarazzo. "Io non... non so cosa-" biascica guardandomi. Alzo gli occhi facendogli capire che non sto scherzando e la sua espressione sconvolta fa ristringere ancora un altro po' il mio cuore. "Non hai nulla da dire, infatti." lo guardo mordendo il mio labbro inferiore. "Mi dispiace, io... non- davvero..." blatera fissando continuamente i miei occhi adesso più lucidi. "Avevamo stabilito un accordo e io non l'ho rispettato, quindi... suppongo che questo sia il nostro ultimo saluto." la mia voce si incrina leggermente facendo scattare ancora una volta il suo sguardo nel mio. "Non piangere, Ashley." dice semplicemente. "Harry, davvero, va tutto bene. Io... me la farò passare, non interferirò con il lavoro o la tua vita, tranquillo." ribatto stringendo ancora di più la cinghia della mia borsa. "Adesso vado, ero solo venuta per dirti questo." deglutisco. Il suo silenzio da il via libera alle mie lacrime di fare la loro comparsa mentre mi avvio nuovamente verso l'ascensore. Quando entro, non mi volto, non sarei capace di affrontare ancora una volta il suo viso.

*

Lunedì mattina si rivela essere il giorno più brutto che io abbia vissuto a partire dal caffè versato sulla mia camicia bianca e il tacco rotto una volta uscita di casa, peggiora quando mi accorgo di aver dimenticato le chiavi dell'auto sul bancone della cucina e piccole goccioline cominciano a cadermi addosso, piccole goccioline che però si trasformano in un vero e proprio temporale. Così, armata di tanta pazienza, mi cambio con qualcosa di più comodo – trascinandomi un altro cambio dietro – e volo in ufficio ancora zuppa dalla testa ai piedi considerata la corsa di cinque minuti a causa del parcheggio inesistente vicino all'impresa. Come se non potesse andare peggio di così, una volta entrata in ascensore i miei occhi si scontrano con quelli di Harry che, quando mi vede, si pietrifica. I suoi occhi percorrono il mio corpo zuppo d'acqua senza dire niente, così sospiro affrontandolo. "Ho un cambio dietro, mi cambierò all'istante nel mio ufficio. Scusami per l'aspetto indecente." mormoro sempre più umiliata. "Non è un problema, asciugati bene." è tutto ciò che dice. Annuisco senza aggiungere altro per poi affrettarmi a raggiungere il mio ufficio.

E se pensavo che la giornata fosse andata completamente uno schifo senza nemmeno essere giovedì, devo ricredermi nel momento in cui, cercando le mie chiavi in borsa, non riesco proprio trovarle. "Ti prego..." mormoro davanti alla porta del mio ufficio mentre velocemente capovolgo la borsa riversando tutto il contenuto sul pavimento. "Ash?" Mi guarda confusa e preoccupata Silvia. "Non trovo le mie stupide chiavi." un singhiozzo rilascia le mie labbra tremanti mentre mi accascio sul pavimento cominciando a cercare tra le varie cose. "Ash." mormora la bionda raggiungendomi per poi attirarmi tra le sue braccia. "Non le trovo." tiro su col naso. "Le tue chiavi sono sulla mia scrivania... le hai lasciate lì stamattina." sospira accarezzando i miei capelli. "Oggi è stato uno schifo, Silvia." singhiozzo più forte. "Lo so, tesoro mio." mormora stringendomi un po' di più. "Ascolta, adesso tu vai a casa e io ti raggiungo dopo essermi cambiata, okay?" "Io... forse per stasera è meglio se rimango da sola." sussurro. "No, Ash, ti è bastato stare sola ieri sera. Oggi non ci sono scuse." "Ho perso tutto quanto, Silvia." guardo il mio pacco di fazzoletti sul pavimento. "Farà tanto male, ma... passerà col tempo." prova a rassicurarmi. "Forse è meglio per me trasferirmi, non so... magari a Londra mi riprendono nelle Risorse Umane." "Oh, no, signorina... non pensarci proprio. Tu non molli tutto e tutti solo per una persona. Harry è solo uno stupido che non capisce quello che si sta perdendo. Ha messo da parte il suo lavoro per starti accanto e si ostina a dire cazzate del genere... sul serio, sono incazzata morta con lui." "Silvia, è il suo lavoro..." "Non giustificarlo! E adesso andiamo, ti aiuto." dice cominciando a raccogliere le mie cose per poi cedermi la borsa. "Chiedi anche a Clara, mi manca." la guardo. "Sarà fatto, vai adesso." mi sorride la bionda.

H A R R Y

Sentire piangere Ashley è stata la tortura più grande che io abbia mai subito, vederla in quello stato stamattina è stato come essere schiaffeggiato cento volte al secondo senza un secondo di pace, ma la verità è che io non sono bravo con queste relazioni o rapporti o quello che sono, io non mi fidanzo, non faccio tutte quelle cose perché non ne sono in grado. Non so come lei sia stata in grado di innamorarsi di me, ma... sono certo che la deluderei e io non voglio, mi sento già una merda così. Sospiro, portando una mano fra i capelli adesso nuovamente corti e torno a concentrarmi sui documenti che ho davanti. 

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