28. A S H L E Y

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28. A S H L E Y

Fare un giro per i negozi si è rivelata la cosa migliore da fare visto che la rabbia che posseggo in corpo è parecchia. Mormoro qualcosa di incomprensibile mentre cerco il borsellino tra le mille cose in borsa fin quando – in meno di tre secondi – finisco sul marciapiede sporco. "Oddio, scusami." "Non fa- Marc?" chiedo osservando il biondo. "Ashley, ehi!" esclama aiutandomi ad alzare. "Scusa, non ti avevo proprio visto." Si scusa. "Figurati, può capitare." "Allora, in giro?" sorride educatamente. "Hm-hm... non c'era molto da fare a casa." Rispondo. "Abbiamo avuto la stessa idea, allora." Sorride. Caspita, che sorriso. "Senti, che ne dici se... se ci prendiamo qualcosa da bere? Una cioccolata calda, per esempio." Propone, speranza nei suoi occhi. "Uh, certo..." sorrido gentile. Sarei una maleducata se rifiutassi per la seconda volta.

"Allora, com'è lavorare alla Styles Inc.?" domanda sorseggiando la sua bevanda. "Molto faticoso, bisogna sudare per guadagnarsi il rispetto." Rispondo. "Eh già... lavoro persino durante la pausa pranzo." Sospira il biondo. "Dovresti prendere quella mezz'oretta per distrarti, lo faccio anche io a volte, ma ho notato che mi risulta più difficile concentrarmi." Spiego. Il mio cellulare vibra così mi scuso e leggo il messaggio.

Da ZaynM: Possiamo vederci tipo... stasera per parlare? X

A ZaynM: Certo! E scusami per avervi strigliato per bene :( X

Da ZaynM: Sei nostra amica, è tuo dovere farlo. Passo io da te verso le nove e meno un quarto, va bene?

A ZaynM: Assolutamente. A dopo. X

"Scusami, dicevi?" sorrido. "Nulla di speciale. Ho notato il tuo accento, sei inglese?" chiede curioso. "Sì, sono originaria di Manchester. I miei si sono trasferiti qui a Seattle un paio di anni fa per il lavoro di mio padre, successivamente sono ritornati a Manchester, io invece ho continuato gli studi qui e adesso, beh, eccomi qui." "I miei invece sono di Melbourne e attualmente stanno ancora lì." "Oh, Australia!" sorrido. "È il posto più pericolo del mondo – rabbrividisce – non so di preciso se sono andato via per i ragni di tutte le dimensioni possibili o per i serpenti che ritrovavo fuori casa..." "R-ragni?" balbetto schifata. "Esattamente. "Non c'è modo di scamparne uno. Io sono stato morso almeno cinque volte." Rabbrividisce ancora una volta. "Oddio, deve essere stato terribile! Io ho la fobia per i ragni e i serpenti, per non parlare di api e vespe..." spiego terrorizzata. "I serpenti sono i peggiori, mio fratello Liam ha rischiato di morire..." sospira. "Posso solo immaginare il dolore e lo spavento... ora sta bene?" chiedo finendo il mio tè al limone. "Sì, per fortuna." Sorride. Lo schermo del suo cellulare si illumina facendomi notare che sono già le otto. "Cavolo, devo andare!" esclamo alzandomi dal mio posto. "Oh, di già?" chiede sorpreso. "Sì, scusami tanto ma ho un impegno fra mezz'ora e devo ancora arrivare alla macchina." Mi scuso. "Ci vediamo domani a lavoro. È stato un piacere." Sorride avvicinandosi a me. "Già, anche per me. Ci vediamo." Sorrido cordiale. "Ehi, dove hai detto di avere la macchina?" domanda. "È un po' distante da qui, diciamo al centro commerciale." Rispondo. "Ti do uno strappo io, ho la macchina qui fuori e devo comunque andare da quella parte." "Oh, no, non c'è problema, davvero." "Insisto, mi sento più sicuro."

"Allora grazie mille, Marc. Ci vediamo domani." Chiudo lo sportello della sua auto per poi allontanarmi verso la mia. Velocemente metto in moto il motore per poi uscire dal grande parcheggio. Sono le otto e un quarto quando arrivo sotto casa. Parcheggio tranquillamente e dopo aver bloccato la macchina entro dentro la palazzina. Le porte dell'ascensore si aprono facendomi sospirare sollevata mentre esco dirigendomi verso la porta di casa mia che apro dopo alcuni secondi. Mi libero in fretta delle scarpe e dei vestiti cambiandomi con un paio di pantaloni di tuta e una maglia di mio padre, ai piedi calzini neri. Dopo svariati capricci da parte dei riscaldamenti riesco a farne funzionare due e questo lo reputo come un grande traguardo. Al momento non mi sembra il caso di cucinare qualcosa visto che a minuti Zayn sarà qui, così prendo il cellulare e mi siedo su uno sgabello in cucina.

Pochi minuti dopo il campanello suona facendomi capire che si tratta di Zayn. Lego i capelli in una coda disordinata e aspetto che arrivi davanti la porta di casa. "Ehi!" mi sorride. "Ciao, vieni pure." Sorrido facendolo entrare. "Ti disturbo?" chiede liberandosi del suo cappotto. "No, in realtà sono arrivata mezz'ora fa a casa." Rispondo. "Beata tu, suppongo sia uscita... io sono stato in ufficio con Louis." Sospira stanco accomodandosi su uno sgabello. "Anche di domenica?" lo guardo sorpresa. "A volte capita. Riunioni improvvise o cose del genere." Sbuffa. "E Cinthia?" "Cinthia è dai suoi per ora, fuori città, quindi non è stato un problema per me restare a lavoro anche se avrei – ovviamente – preferito poltrire su un divano tutto il giorno." Spiega. Sbuffo una risata e mi siedo al suo fianco. "Quindi sei appena uscito dal lavoro... e io che giudico troppo Harry." scuoto il capo. "Praticamente. Non tocco cibo da stamattina a colazione e dire che mi sento uno schifo è poco." Borbotta. "Ordino due pizze." Parlo facendolo sorridere. "Sei la mia eroina." Mi guarda sognante. "Non ho ancora cenato nemmeno io, approfittiamo." Sorrido mentre digito il nome della pizzeria in fondo alla strada. Dopo aver ordinato preparo anche del caffè, offrendogliene una tazza.

 Dopo aver ordinato preparo anche del caffè, offrendogliene una tazza

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"Allora..." lo guardo in attesa. "Mi sento un po' uno schifo..." ammette. "Abbastanza corretto." Annuisco. "So di non aver tradito Cinthia e che mai lo farei, ma mi sento comunque in colpa per aver permesso a quella ragazza di toccarmi... avevo il suo rossetto in faccia e non ci vuole un genio per immaginare che mi abbia baciato." "Sai, è già nobile il fatto che tu lo stia ammettendo e per quanto riguarda il senso di colpa... beh, credo sia normale sentirsi così. La cosa importante è che tu non abbia fatto niente di esagerato." "Ne sono certo." Annuisce sicuro di se. "Bene, allora vedrai che col tempo passerà. Cinthia mi sembra davvero una ragazza dolcissima e che soprattutto tiene a te." "Già... non si è mai interessata ai miei soldi. Pensa che abbiamo persino litigato per le spese del matrimonio. Ti assicuro che per pagare io il matrimonio ci siamo urlati contro per almeno tre ore circa." Ride. "Beh, caspita." Ridacchio sconvolta. "Immagino che avrai molte amiche psicopatiche che ti raccontano dei loro fidanzati o viceversa... chissà quante volte avrai sentito cose del genere." Scherza apprensivo. "In realtà... tu sei il primo. E direi che le mie uniche amiche sono Silvia e Clara. Imbarazzante, lo so..." borbotto imbarazzata. "Mi risulta poco credibile... sei una buona ascoltatrice e ti sei presa cura di tre ragazzi ubriachi riuscendo perfettamente a tenerli a bada." Mi guarda un po' scioccato dalla mia risposta. "E io ti assicuro che è così. Diciamo che tendo ad avere molta difficoltà nel relazionarmi con gli altri – deglutisco – penso subito di non poter piacere a nessuno o di essere esclusa... insomma non è facile per me farmi degli amici." Ammetto sempre più rossa in viso. "Questo tuo problema è dovuto a qualche trauma infantile? Non sei costretta a parlarmene, ovviamente." Mi ricorda. "Io-" il suono del campanello ci distrae facendomi così sospirare.

Me: il mio Zayn adorato. So di lasciarvi sempre sul filo del rasoio con questi finali così, perdonatemi..... :')

p.s. non ho ancora creato il gruppo Whatsapp, ma per chi volesse può cominciare a contattarmi in privato con il numero di telefono e il nome :) I love u. X

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