59. A S H L E Y

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59. A S H L E Y

"Quindi?" "Com'è andata?" le domande di Silvia e Clara mi travolgono non appena metto piede dentro l'impresa. "Mi sono svegliata poco fa, ho dormito solo tre ore e vi sarei grata se mi faceste riprendere." borbotto. "Hai dor... ci sei andata a letto?!" strilla/bisbiglia Clara. "Che?! Certo che no!" rispondo schifata. "Will è rimasto a dormire da me e russa. Pranzo da me e vi spiego." le liquido. "Non deve essere andato benissimo se mostri questo entusiasmo." mi guarda Silvia. "Ne parliamo dopo."

Per il pranzo Silvia e Clara si presentano puntuali dentro al mio ufficio, così mi decido a raccontargli tutto e a giudicare dalle loro espressioni i loro pensieri non devono essere molto diversi dai miei. "Non mi piace." dice Clara. "Questo è davvero strano..." mormora Silvia. "Io non lo so, ma non me la sento di passarci altro tempo da sola." ammetto. "Nemmeno io lo farei. Voglio dire, okay per la macchina... infondo tutti gli uomini diventato iperprotettivi per quelle, ma la sicura... no, non quadra per niente." commenta Clara. "Non starci più da sola, non mi convince più." sospira Silvia. "Io penso ancora che sia un bravo ragazzo, ma non lo so... ti avevo già detto di questa sensazione strana che ho quando lo vedo." "Perfetto, facciamo affidamento su questa." concorda la bionda.

Sono sul punto di uscire quando una mano si lega al mio polso facendomi voltare, spaventata ritraggo subito la mano. "Ehi, scusami, non volevo spaventarti." parla Marc. "Santo cielo, ho avuto un infarto." mormoro portando una mano al petto. "Scusami. Stavi andando a casa?" chiede. "Ehm, in realtà no." mento. "Oh, capisco. Hai bisogno di un passaggio?" domanda sorridente. "No, ma grazie mille." sorrido esitante. "Va bene. Allora, come stai?" "Bene. Adesso però devo proprio andare. Ci si vede." mi affretto a blaterare prima di uscire.

*

Da Harry: Vieni da me stasera?

Sospiro leggendo un paio di volte il messaggio per poi rispondere.

A Harry: vieni tu

Da Harry: Mi scoccia rivestirmi

A Harry: okay

Da Harry: Quindi vieni tu?

A Harry: no

Da Harry: prepara la cena almeno

A Harry: ho ordinato una pizza

Da Harry: ordinane un'altra, le prendo io prima di venire

A Harry: okay

poggio il telefono sul divano e ripenso a poche ore fa. Marc comincia a non convincermi più come persona. È strano. Spero che le mie risposte evasive gli facciano capire che non sono interessata a nient'altro che una semplice conoscenza. Borbotto qualcosa di incomprensibile mentre la strana voglia di sentire le braccia di Harry attorno al mio corpo mi sovrasta. Non lo vedo da questa mattina e mi manca. La cosa sta peggiorando.

Sono le otto e mezza quando Harry entra dentro il mio appartamento con due pizze in mano e due bottiglie di birra nell'altra. "Che odore." annuso l'aria intorno me inondata dal profumo di mozzarella e salsa di pomodoro.

"Perché non sei voluta venire tu?" chiede il moro prima di addentare una fetta di pizza. "Perché mi scocciava e poi vengo sempre io da te." ribatto. "Non posso darti torto." annuisce. "Certo, perché non ce l'ho." rispondo ovvia. "Com'è andata con quello della contabilità?" domanda casualmente. "Nulla di speciale." rispondo. "Ma come, non si è dichiarato?" "Ovviamente no, ha solo affermato che gli piaccio." "E tu cosa gli hai detto?" "Ma che ti importa?!" sbuffo. "E dai, non abbiamo niente da fare." si lagna. "Io gli ho detto che mi ha colto alla sprovvista, non me lo aspettavo. Però ho accettato comunque di uscirci, non ci ho visto nulla di male." "Davvero non te lo aspettavi? La prima volta che ti ha vista ti ha spogliato con gli occhi quello." alza gli occhi al cielo. "Beh, anche tu lo hai fatto e guarda dove siamo adesso." "Questo vuol dire che se lui ti dovesse proporre di fare sesso con lui tu lo faresti?" mi guarda accigliato. "No, certo che no. In più non lo farebbe perché gli piaccio e mi rispetta." "Io non lo faccio?" domanda leggermente infastidito. "Sì, Harry, ma è diverso perché lui vuole avere qualcosa che vada oltre il semplice rapporto fisico. Ovviamente non succederà, ma hai capito cosa intendo." "E perché no?" "Non lo so, mi sembra strano." e con queste ultime parole mi ritrovo a dover spiegare per l'ennesima volta i miei pensieri su Marc.


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