46. A S H L E Y

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me: So che non avrei dovuto aggiornare, ma mi sentivo in vena CIAO

46. A S H L E Y

"Non capisco, adesso io come farò senza di te per un mese?" sbuffa William al telefono. "Guarda il lato positivo, adesso potrai concentrarti più su Kate." Sorrido lievemente. "O forse sei tu che non mi vuoi tra i piedi." Borbotta. "Ehi, questo non è assolutamente vero!" ribatto indignata. "Sto solo dicendo che così potrai focalizzarti sulla tua quasi ragazza, tutto qui!" "Beh, io non sono il tipo che molla la sua migliore amica per la fidanzata, tienilo bene a mente. Continuerò a romperti le palle regolarmente." Parla forte e chiaro. Migliore amica. Mi ha appena definito come la sua migliore amica. "Ash, sei ancora lì?" sbuffa. "Sì, scusa, ci sono. E comunque apprezzo che tu mi rompa le palle, è quello che voglio." Lo rassicuro. "Ottimo. Adesso, bestie, vado a lavorare o mia sorella mi ammazza." Ridacchia. "Parleremo meglio di questo discorso, sono curiosa." Accenno una risata. "Di che stai parlando?" domanda confuso. "Ne riparleremo, migliore amico." Rido per poi attaccare la telefonata.

Mentre cammino per il corridoio dell'ufficio noto come io mi senta meglio che mai. Da quando Silvia e Clara vengono quasi ogni sera a casa mia e a pausa pranzo quasi non mi imboccano, mi sento davvero meglio. Le vitamine mi aiutano molto e per quanto non c'entri niente con la salute, anche il sesso non è niente male. Mi sento più in forze. Sorrido soddisfatta dei miglioramenti – che anche Harry ha notato – e apro la porta del mio ufficio pronta ad iniziare un'intensa giornata di lavoro. Oggi è giovedì (uno schifoso giovedì) e questo significa che manca pochissimo alla partenza per Londra, ci sono stata solo una volta e pure di passaggio, quindi non so esattamente come sia davvero. Chissà, magari sarà terribile e nuvolosa o magari sarà una bella esperienza... immagino che lo vedrò quando arriverò.

*

"Non capisco come lui possa essermi d'aiuto." Commento fissando Louis seduto sul mio divano intento a sfogliare una rivista di moda. "Non ti sarà d'aiuto, si annoiava a casa e così è venuto con me." Spiega Harry. "Beh, nemmeno tu mi sei d'aiuto, eppure sei venuto comunque." Alzo le spalle. "Io sono qui per controllare i tuoi file prima della partenza mentre tu pensi ad addobbare la tua valigia con chissà quante cose." Sbuffa afferrando un paio di cartelline poste sul tavolo in legno. "Non ho niente da addobbare e penso che avresti potuto aspettare anche domani per una cosa del genere." Sospiro. "Domani è sabato, non lavoro e devo ancora preparare la mia valigia. Non ho intenzione di revisionarle domani." Ribatte. "Louis, che ne dici se mi dai una mano con i miei vestiti? Il signor Styles è troppo impegnato." Alzo gli occhi al cielo. "Finalmente!" sbuffa il moro alzandosi dal divano.

"Londra è molto fredda, soprattutto d'inverno, quindi ti converrà incartare maglioni e cappotti." Mi avvisa Louis disteso sul mio letto. "Incartare... mmh." Sbuffo una risata. "Mi mancherai, mio dolce involtino." Sbuffa. "Aw, Lou... anche tu!" mi slancio in avanti atterrando tra le sue braccia che mi accolgo calorosamente. "Non ho mai avuto un'amica femmina di cui mi importasse così tanto. Tu mi sei stata simpatica dal primo momento, forse perché ti ho visto come una sfida." Ammette Louis sorprendendomi. "Davvero? Dimmi un'altra cosa di queste e piango davvero. E comunque anche tu mi sei stato simpatico sin da subito... scusami se non dimostro molto affetto, ma ci metto un po' a relazionarmi con le persone e negli ultimi mesi ho fatto talmente tanti passi avanti che mi sono risultati mostruosi... non mi sarei mai aspettata di riuscire ad avere degli amici in così poco tempo." Spiego sincera. "L'ho capito e l'ho accettato, quando vorrai parlarmene io sarò pronto ad ascoltarti, involtino mio dolce." Dice facendomi ridere. "Non sono un involtino." "Ma se due sere fa ti ho trovato a casa di Silvia sul pavimento avvolta in tre coperte." Ride. "A proposito, che ci facevi per terra?" "Non ne ho idea, credo sia stato il vino." Sbuffo una risata. Sono ancora tra le braccia di Louis quando la porta della mia camera si apre e Harry fa il suo ingresso. "Disturbo?" chiede sollevando un sopracciglio. "Tu rompi i coglioni, è diverso." Ribatte Louis facendomi ridere ancora una volta. "Se vuoi me ne vado e a casa ci torni a piedi visto che ti rompo i coglioni." Sbuffa Harry. "Uh, punto per Harry, Tomlinson. Ti ha steso." Ridacchio alzandomi dal mio letto per poi avvicinarmi ad Harry e prendere le cartelline che tiene in mano. "Stavo scherzando, sei la mia persona preferita, Styles! Non ditelo a Silvia." cerca di salvarsi Louis. "Certo, come no." Borbotta Harry. Così imbronciato mi verrebbe voglia di baciarlo, comincerei dalle sue guance fino ad arrivare al piccolo cipiglio sulla fronte, il naso e in fine le sue labbra morbide. "Ashley?!" mi richiama Louis. "Eh? Cosa? Che c'è?" lo fisso. "Fissi da circa dieci minuti la faccia di Harry e non mi rispondi, capisco che vogliate scopare, ma almeno un po' d'attenzione." Sbuffa il moro. "Che?!" lo guardo sconvolta. "Lo sa." Conferma Harry sospirando. "Stavo pensando e lui qui davanti, non significa di certo che io ci voglia scopare!" ribatto. "Fingerò che tu abbia ragione. Ad ogni modo, domani serà usciamo, sei dei nostri?" domanda Louis. "Non saprei, io e Will non ci vedremo per chissà quanto tempo e vorrei vederlo prima di partire." Ammetto. "Porta anche lui, non vedo dove sia il problema." Parla ovvio Louis. "Ah, beh, in questo caso... suppongo che ci saremo." Lo rassicuro. "Ottimo. Chiamerò un taxi perché la tensione sessuale qui dentro è molto alta e non vorrei di certo che il mio amichetto Harry ne soffrisse." Louis ci fa spostare dalla porta per poi uscire. "Lo ammazzo." Mormora Harry. "Ciao, involtino. Styles!" ci saluta prima di chiudersi la porta alle spalle. "Perché deve essere sempre così diretto?" gemo scuotendo il capo. "Almeno ha ragione." Harry ribatte osservandomi. "Vero." Rido prima di avvicinarmi a lui e unire le nostre labbra.

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