67. A S H L E Y

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67. A S H L E Y

Muovo disordinatamente i fianchi mentre ballo sulle note di Moulin Rouge e aggiungo la farina nella ciotola. Osservo lo schermo del mio cellulare dov'è scritta la ricetta dei pancakes di mia madre e annuisco aggiungendo in fine un pizzico di vaniglia, poi mescolo il tutto e accendo il fornello poggiandoci sopra la padella. Canticchio il motivetto mentre verso un po' di impasto per poi aspettare che i tre pancakes si gonfino a dovere. "Wow, non mi veniva cucinata la colazione da quando avevo diciotto anni." la voce di Harry mi arriva alle orecchie facendomi completamente saltare in aria. "Oddio, mi hai spaventata a morte." commento con la ciotola in mano. "Scusa." sbuffa una risata guardandomi, labbro inferiore stretto tra i denti e il mio anello ancora stretto attorno al suo indice. "Prendi il caffè, è ancora caldo." dico voltandomi ancora una volta pronta per finire di cucinare la colazione. "Come hai dormito stanotte?" chiede portando successivamente la tazza di caffè alla bocca. "Bene, non ho nemmeno sentito freddo." dico mettendo sui piatti i pancakes. "Certo, hai dormito praticamente tutta spalmata su di me." mi guarda ovvio. "E che ne sai tu se mi sono pure svegliata prima di te?" lo accuso giocosamente. "Dovevo andare in bagno stanotte e mi è stato difficile alzarmi con te addosso." risponde. "Ah..." arrossisco imbarazzata. "Non preoccuparti, lo fai sempre, ormai sono abituato." dice poi. "Significa che sono una sanguisuga?" lo guardo contrariata. "No, significa che dormi così punto e basta." ribatte. "Programmi per la tua giornata non lavorativa?" cambio argomento. "Suppongo che mi rilasserò un po' considerato che non ho nemmeno più la pallida idea di come sia fatto il mio soggiorno." sospira. "Mi sembra un'ottima idea." concordo. "E la tua, invece?" sto per rispondere quando noto un messaggio non letto e una chiamata persa dalla centrale di polizia. "Scusami un secondo." lo guardo per poi richiamare il numero salvato. "Salve, ho appena visto la chiamata. Novità?" mormoro nervosa. "E perché? – aggrotto la fronte – okay, sì... sì, posso farlo. Non dovrò vederlo, però, giusto? D'accordo, arrivederci." sospiro chiudendo la chiamata per poi leggere il messaggio di Will.

Da Will: Ti passo a prendere per pranzo

"Allora?" chiede Harry. "Immagino che passerò la giornata in centrale." rispondo. "Perché vogliono che tu vada di nuovo?" domanda confuso. "Vogliono che rilasci una seconda deposizione, sarà registrata e in più vogliono farmi altre domande." porto una mano tra i capelli. "Vuoi che ti accompagni?" "No, vado da sola, non è un problema. Avviserò Will che il pranzo salta." parlo cominciando ad avviarmi verso la camera di Harry. "Ashley." mi richiama. "Sì?" "Stai attenta e scrivimi quando hai finito." "D'accordo." lo rassicuro. "E Ashley." mi richiama ancora una volta. "Sì, Harry?" "Se quello lo vedo lo ammazzo." "Non lo vedrai, non penso che lo rilascio dopo tutte le accuse."

*

Poter uscire dalla centrale di polizia è stato come ritornare a respirare: fantastico. Con tutte le accuse che sono state rivolte a Marc si conta di non sentirne parlare per anni e io lo spero vivamente, soprattutto dopo aver scoperto della violenza fisica che esercitava sulla sua ex moglie mentre aspettava il loro primogenito. Uomini del genere meritano soltanto il peggio. Ad aspettarmi c'è Will a qualche passo di distanza, quando mi avvicino lo abbraccio non aggiungendo altro, ho solo bisogno di lui in questo momento. "Come è andata?" chiede preoccupato. "Bene, davvero." accenno un sorriso per poi entrare in macchina.

"Allora, vogliamo aprire l'argomento o pensi che dovremmo girarci attorno ancora per un po'?" domanda Will dall'altro lato del bancone. "Possiamo fingere solo per un altro po'?" lo guardo con un sorriso tirato. "Okay. Che freddo oggi, eh? Gelo, ghiaccio e freddo, davvero...." mi guarda scettico. "Okay, okay, cosa vuoi che ti dica? Non ho davvero molto da aggiungere." sospiro posando la testa sul bancone. "Quando lo hai capito?" chiede. "Siamo stati a letto insieme e io-" "Spero non ti abbia costretto!" alza un po' il tono di voce. "No, no! Oddio, no, Will, non lo farebbe mai! È stata una mia decisione." ribatto subito tranquillizzandolo. "Bene. Continua." "Dunque, io ero molto spaventata perché continuavo a vedere Marc e... il modo in cui mi ha rassicurata, il modo in cui mi ha guardata... avrei quasi giurato di vedere i miei sentimenti riflessi nei suoi occhi mentre mi parlava e... Will è stato talmente intenso da far fermare il mio cuore per alcuni secondi e così ho capito che... che non posso provare solo misera attenzione per qualcuno che guardo in questo modo, i miei sentimenti vanno oltre il rapporto fisico e me ne sono accorta soprattutto durante il tempo passato con Marc – oltre alla volta quando è andato con Cassandra a Bellevue – mi mancava da morire e averlo così vicino ma distante allo stesso tempo mi straziava il cuore. Io... io lo amo e penso che lo abbiano capito tutti prima di me e lui, solo che adesso non so come fare." deglutisco. "Caspita.... – mi guarda sorpreso – sei davvero cotta a puntino." "Grazie per aver affermato l'ovvio." alzo gli occhi al cielo. "Quello che voglio dire è che... Ashley, dovresti dirglielo. È arrivato il momento di smuovere un po' la tua vita e se lui sarà abbastanza codardo e stupido da dirti che non prova niente per te, va bene... tu ci hai provato e significa che qualcun'altro non sarà tanto stupido da lasciarti andare." parla Will. "Ma io voglio lui..." bisbiglio triste. "Lo so, gioia, lo so, ma... a volte le cose non vanno come si sperava che andassero." sospira stringendo la mia mano. "Gli parlerò stasera..." mormoro. "Bene. Sono fiero di te." sorride dolcemente. 

me: non aspettatevi un doppio aggiornamento perché non posso permettermelo e sì, so di essere una stronza per lasciarvi sul più bello. Sorry! X

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