55. A S H L E Y
Non so cosa mi fosse passata per la testa stamattina quando mi ero offerta di andare io a prendere la colazione per me e Silvia, eppure lo avevo fatto. Ora, seduta al bancone in attesa del mio ordine, sbuffo notando la miriade di persone nella mia stessa situazione e i poveri baristi solo in due a gestire tutta la confusione. I miei occhi si soffermano su due figure a me conosciute che identifico subito come Gemma Styles e una donna che, a giudicare dalla somiglianza, classifico come Anne Styles, ossia madre di Harry. "Signorina." Mi richiama uno dei baristi. "Il suo ordine." Sorride cedendomi due cartoni con sopra i nostri cappuccini e una confezione contenente i nostri muffin alla nocciola. "Grazie mille e arrivederci." Ricambio il sorriso per poi avviarmi verso l'uscita. Per una frazione di secondo gli occhi di Gemma si scontrano i miei facendomi fermare sui miei passi e alzare lei dal suo posto.
"Ashley, vero?" mi sorride. "Esatto." Ricambio il sorriso avvicinandomi a lei per poi stringerla in un veloce abbraccio. "Ashley, lei è mia madre Anne. Mamma, lei è Ashley, l'assistente personale di Harry." ci presenta. "Salve, è un piacere conoscerla." Porgo la mano nella direzione della donna che la accetta calorosamente. "Il piacere è mio." "Allora, ho saputo che rimarrete fino a domani, giusto? Siete stati qui per due settimane." Parla Gemma. "Sì, purtroppo ci tocca lasciare questo posto straordinario. Partiamo nelle mattinate." "Eh già, Londra è meravigliosa." Si aggiunge Anne. "Ho visitato le attrazioni principali e sono rimasta sorpresa, è una meraviglia la calma che si respiri qua a differenza di Seattle." Spiego. "Sì, è vero. Ogni volta che visitiamo Harry ci sentiamo come formiche spaesate." Ride Gemma. "Che sensazione terribile." Sbuffa Anne. "È comprensibile, per mia fortuna al momento alloggio con una mia collega e quindi sono tranquilla, ma da sola non sono certa di riuscire ad andare molto lontano. In più vi capisco benissimo perché quando mi sono trasferita a Seattle mi trovavo nella stessa situazione." Sbuffo una risata. "Poi ci fai l'abitudine, suppongo." Annuisce Gemma. "Non sei nativa americana? Avrei giurato il contrario." Mi guarda sorpresa Anne. "No, sono nata a Manchester, i miei genitori sono di lì, poi per lavoro ci siamo trasferiti a Seattle e dopo un paio di anni i miei sono ritornati a Manchester, mentre io sono rimasta in America." Spiego. "Cavolo, camuffi benissimo la cosa." Si complimenta la donna. "Mi sono sempre sentita più americana ed ero piccola quando ci siamo trasferiti, ecco perché il mio accetto non è britannico a differenza di Harry che, per quanto stia a Seattle, la differenza è molto papale." Sorrido. "Hai ragione. Gli piace mantenere le sue radici." Commenta Gemma. "Assolutamente vero. Ad ogni modo, per quanto amerei rimanere a conversare con voi ho un'amica affamata e una valigia da preparare. Ci vediamo presto, spero." Sorrido dolcemente. "Ma sì, certo!" esclama Gemma. "Scusaci se ti abbiamo trattenuto e speriamo anche noi di rivederti presto." Parla Anne.
*
"Quindi adesso conosci pure la sua famiglia?! A quando il matrimonio?" ride Silvia. "Vuoi piantarla? Le ho solo incontrate per caso e credimi, non sembrano imparentate con Harry. In confronto loro sembrano agnellini dolci." Spiego. "Hai ragione. Io ho parlato una volta con la sorella e mi è sembrata una santa." "Ecco, la madre è tale e quale." Concordo. "Da quello che so è in brutti rapporti con il padre, litigano spesso." Dice la bionda cominciando a ripiegare alcune maglie. "Come mai?" chiedo. "Non so nello specifico, Louis mi ha solo detto che non vanno d'accordo perché Harry avrebbe voluto averlo più presente e a quanto pare il padre se ne infischia." Spiega. "Ma è davvero una cosa terribile. Io sarei distrutta se mi padre non fosse presente nella mia vita." "Esatto, soprattutto se hai un bel rapporto." Concorda la bionda. "Almeno adesso si capisce perché Harry abbia questo carattere così chiuso." Sospiro dispiaciuta per lui. "Già, mi fa un po' tenerezza... infondo avrebbe solo voluto avere suo padre al suo fianco, nulla di così stravolgente per un figlio." "Credi che a sua madre vada bene il comportamento del marito? Voglio dire, mi sembra così gentile e dolce." domando confusa. "Oh, giusto, tu non lo sai. I genitori di Harry si sono separati tipo cinque anni fa proprio a causa della scarsa attenzione del padre nei confronti dei suoi figli e di sua moglie. Des avrà tradito Anne circa venti volte al mese, è una persona terribile." Spiega Silvia per poi chiudere la valigia. "Ma... Harry ha detto di aver accompagnato i suoi genitori in aeroporto quando ci siamo visti dopo Natale..." parlo sempre più confusa dalla situazione. "Questo perché Anne si è risposata e adesso ha una persona accanto degna di essere chiamata marito e padre. Robin li considera figli suoi e a loro piace considerarsi tali perché lui rispetta più di quanto abbia fatto loro padre in tutti questi anni." "Wow, non... non ne sapevo proprio niente." La guardo sconvolta. "Io lo so perché a volte mi è capitato di parlare con Gemma e adesso che sto con Louis ne ho avuto la conferma al cento percento. Mi dispiace che Harry sia così, molti non lo capiscono." Mi guarda tristemente la bionda. "Per quanto sia uno stronzo e il tuo capo ti sei affezionata." Commento sorridente. "Non dirglielo eh, altrimenti poi chissà cosa va a pensare." "Sarà il nostro segreto." Concordo. "Bene, adesso mi aiuti a raggruppare le ultime cose? Dobbiamo ancora ritirare le presentazioni, pranzare e fare un po' di shopping. Non me ne vado senza quel vestito nero." "Sei assurda." Rido scuotendo il capo." "Mi adori."
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Magnets || H.S. || A.U.
Fanfiction"L'amore è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità lontane ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, ecco perché parlo di anime calamite. Noi possiamo sviscerare tutti i pregi e tutti i difetti delle perso...