23. H A R R Y

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23. H A R R Y

Ho appena finito di leggere un paio di documenti quando le porte dell'ascensore si aprono rivelando la figura di Ashley. Vederla vestita così casual mi risulta difficile in quanto abituato al suo look elegante e professionale a lavoro. Non riesco ancora ad inquadrare bene il tipo di ragazza che Ashley possa essere, l'unica cosa che so per certo è che nasconde tante cose. La prima volta che ho visto Ashley avrei voluto licenziarla sul momento, poi si presenta in sala conferenze e mi fa ottenere la fusione che tanto bramo. È come se la trovassi ovunque io vada: prima al bar, poi al supermercato, all'evento, con Louis e Zayn... non so se siano coincidenze, sta di fatto che finisco sempre con l'averla sotto di me, nel mio letto. Ammetto di essermi spinto oltre con lei, di essere stato a dir poco professionale nell'andare a letto più volte con la mia assistente, ma il suo corpo... le sue curve... dannazione, è così sexy e ingenua da non rendersene nemmeno conto. Come potrei rifiutare le sue labbra se le bramo così tanto? 

C'è una cosa che mi preoccupa e di cui ne parlerò stasera: coinvolgimento emozionale. Non ho alcuna intenzione di intraprendere qualche relazione sentimentale e credo di averglielo già fatto presente la prima volta. Non posso permettermi di avere relazioni quando sono pieno di lavoro. Gli affari prima di tutto e non ci sarà niente e nessuno che potrà farmi cambiare idea.

"Harry." mi saluta cordiale. I suoi capelli sono legati in uno chignon disordinato, indossa una strana maglietta blu e un paio di jeans scuri che le fasciano perfettamente le gambe snelle. "Ashley." Ribatto avviandomi in cucina. "Che si mangia?" chiede liberandosi della borsa. "Pane all'aglio e lasagne." Rispondo controllando il forno. "Ottimo." Risponde. Il silenzio riempie la stanza facendo salire il mio nervosismo e il suo disagio, riesco a percepirlo. "Non sei di molte parole stasera." Sospiro tirando fuori le lasagne dal forno. "Considerando che mi contatti dopo due giorni per una cena e non mi rivolgi la parola nemmeno a lavoro se non strettamente necessario direi che non vedo la necessità di parlare." Spezza un pezzetto di pane e lo porta alle labbra. "Questo è il punto: non avevo motivo di cercarti e penso di non avere molto da dirti a lavoro se non riguardante i miei impegni." Ribatto freddamente e infastidito dalle sue parole. "Giusto, tu mi parli - mima le virgolette – solo per invitarmi a cena e successivamente finire nel tuo letto. Scusami, lo avevo dimenticato." Sbuffa una risata del tutto sarcastica. "Penso di averti già avvertito a riguardo, quindi se ti aspetti di più questo faresti meglio a metterti l'anima in pace perché non voglio nessun tipo di attaccamento emotivo." "Io credo che dovresti preoccuparti più per te, Harry." mi guarda attentamente. 

Per quanto io voglia sgridarla in questo momento non posso far altro che stringere i denti e osservare le sue labbra avvolgere la fetta di pane in silenzio. "Oh, e vorrei sottolineare che io esco con chi mi pare. Quindi, signor Styles, se non dovesse più trovarmi nel suo letto un giorno di questi, suppongo capirà il perché." sorride lievemente. Non si è mai spinta così oltre con me, mi temeva all'inizio e adesso... così audace, sexy... maledizione. "Credo che la cena possa aspettare, signorina Stewart." Marco le ultime parole e questo la fa sorridere incredula. Sarà molto brava in questo gioco, ma io dirigo un'intera impresa da solo e so esattamente come va a finire: vinco. "E perché, signor Styles?" si alza avvicinandosi a me. "Sarei lieto di mostrargli la mia camera, credo che l'ultima volta non sia stata in grado di vederla bene." "Oh, io invece la ricordo benissimo." Mi osserva attentamente, pochi centimetri a dividerci. "E ho fame, quindi sbrigati a servirmi." Sorride. "Ashley." L'avverto. "Non verrò a letto con te stasera, Harry Styles. Non mi ignori come fossi spazzatura per poi cercarmi quando ti va di fare sesso. Adesso, possiamo cenare o hai ancora qualcos'altro da aggiungere?" chiede curiosa. Giuro che questa me la paga. "Hai acconsentito pure tu a-" "Lo so bene, ma credo che ricevere una lezione ogni tanto non ti faccia poi così male. Capisco che tu metta prima il lavoro, l'ho capito bene, ma io sono una persona vera e tu devi rispettarmi dentro e fuori l'azienda. Ho detto qualcosa di sbagliato?" incrocia le braccia al petto. "Immagino che tu abbia ragione. Comunque sia, non ti vedo affatto come una specie di bambola gonfiale, ti rispetto." Sospiro sincero. Un sorriso vero le incornicia il volto facendomi alzare gli occhi al cielo e sospirare per l'ennesima volta nella giornata. Suppongo che non abbia tutti i torti in fin dei conti. È pur sempre una donna e come tale ha bisogno delle sue attenzioni. Ashley Stewart è di sicuro molto da assimilare.

"Immagino che dovrò imparare a convivere con il tuo carattere se voglio averti ancora nel mio letto." La osservo dal mio posto. "Immagino di sì. Guarda che nemmeno tu sei molto semplice." Ribatte prendendo un sorso di vino dal suo bicchiere. "Ammetto di essere uno stronzo, ma non mi importa. I miei dipendenti devono lavorare duro se vogliono tenersi il posto e la reputazione, Ashley, su questo nessuno potrò mai farmi cambiare idea." "Mi sembra giusto il tuo pensiero, solo... dovresti essere un po' più rilassato." Dice esitante. "Non ho il tempo di rilassarmi se combinano guai ogni tre secondi circa." "La pratica rende perfetti." Mi ricorda. "Io esigo la perfezione nel momento in cui i loro piedi varcano la soglia del mio edificio. Li pago per lavorare, Ashley, non per smaltarsi le unghia o fare solitari durante le ore lavorative. Non posso fare il loro lavoro, altrimenti direi che non avrei mai assunto nessuno." "Ti è capitato?" domanda sorpresa. "Credi che io licenzi i miei dipendenti per il gusto di farlo? Che mi piaccia lavorare il triplo occupandomi anche dei loro servizi? – assottiglio lo sguardo – succede ogni mese che io faccia controlli senza avvisare e li trovi ad oziare quando dovrebbero solo lavorare." "Se la metti così..." sospira non commentando oltre. "Sì, è così." Ribatto stizzito. "Va bene, va bene." borbotta prendendo un altro sorso di vino. "Allora, come vi siete conosciuti tu, Louis e Zayn?" domanda interessata.

me: ecco il tanto atteso capitolo dal pov di Harry.... spero di non avervi deluso :(

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