me: il penultimo capitolo di Magnets....
72. A S H L E Y
Due settimane dopo...
Busso sulla grande porta marrone mentre un semplice avanti mi invita ad entrare all'interno dello studio. "Harry, ti ho portato i documenti che mi avevi richiesto in ordine." Parlo, controllando ancora una volta che lo siano per davvero. "Per data di scadenza, spero." Sospira il moro, posando i suoi occhiali da vista sulla grande scrivania. "Certo, non sono mica una semplice tirocinante." Alzo gli occhi al cielo infastidita dal suo commento. "Giusto." Mi guarda attentamente per poi afferrare i suoi documenti ed ispezionarli da cima a fondo. "Bene, sono perfetti. Almeno una persona che sa fare correttamente il suo lavoro qui dentro c'è." Borbotta alzandosi dalla sua sedia. "So farlo anche fuori, quindi vedi di non tardare stasera a cena o giuro che ti taglio la terza gamba." L'avverto per poi girare i tacchi e avviarmi alla porta. Il moro, però, non è della mia stessa idea, in quanto il suo corpo si è già avvicinato al mio intrappolandomi tra il muro e se stesso. "Ti dispiacerebbe farmi tornare a lavoro, signor Styles?" marco le due ultime parole sapendo quanto possano infastidirlo. "Non mi minacci e poi te ne vai come se niente fosse, intesi?" preme il suo petto sul mio. "Tu arriva in orario e non avrai alcuna minaccia." Rispondo fissando il suo collo dove è ancora visibile il segno che gli ho lasciato qualche notte fa. La sua bocca rilascia una risatina prima di avventarsi, famelica, sulla mia senza lasciarmi il tempo necessario di formulare un'altra frase di senso compiuto. Porto le mie mani tra i suoi capelli e gemo infastidita dal fatto di non poter stringere più i suoi lunghi ricci in un pugno così da farlo impazzire. La sua mano stringe la mia coscia destra quando il suo cellulare interrompe il nostro... discorso. "Che vuoi, Rob?" sbuffa infastidito rispondendo alla chiamata. Credo che suo fratello abbia una sorta di sfera magica che gli faccia capire quando siamo insieme considerando che è circa la quinta volta che ci interrompe in momenti intimi. "No, non ho intenzione di muovermi da Londra per il momento." Borbotta stringendo la presa sulla mia gamba. Sì, è passato un mese e ci troviamo ancora a Londra visto che volevamo passare un po' di tempo da soli e Harry aveva delle cose da sistemare.
Lascio un piccolo bacio sul suo mento mentre lui ascolta annoiato suo fratello Robert. "Non mi importa. Ho un sacco di lavoro." La sua mano molla la presa dalla mia gamba avvolgendosi attorno alla mia vita così da tenermi più vicina. Bacio la sua guancia per poi pressare la testa sul suo petto. "Puoi benissimo dirgli che è non mi importa, allora!" esclama facendo sobbalzare anche me. Il moro comincia a muoversi trascinandomi con se mentre mi fa cenno di salire sulle sue gambe una volta sedutosi sulla sua poltrona. Osservo i tanti oggetti presenti sulla scrivania e sospiro tornando a focalizzare la mia attenzione sull'uomo seduto sotto di me che parla nervosamente al telefono con suo fratello. "Robert, ti ho già detto che non posso annullare tutto solo per lui. Me ne sbatto di quello che credi tu!" tuona arrabbiato. Essendo ormai abituata ai suoi sbalzi d'umore non ci faccio poi così tanto caso, così riprendo a sbottonare la sua camicia bianca ancora incastrata sotto alla giacca nera. Riempio di piccoli baci il suo petto mentre osservo la reazione del moro che percepisco all'istante. Sorrido vittoriosa mentre osservo Harry muoversi scomodamente sulla sedia. "Sbrigati." Bisbiglio accanto al suo orecchio lasciando un altro bacio sul suo punto debole: una porzione di pelle posta tra il lobo e il collo. "Robert, sono a lavoro in questo momento, non posso più trattenermi. No- non mi- Robert, ti richiamo!" esclama ad alta voce per poi attaccare la chiamata. "Cazzo che sanguisuga. Dovrebbero dargli un premio, sa di certo come far innervosire una persona in meno di cinque minuti." Dice nervoso. "Sarà meglio farti rilassare allora, non vorrei che ti mettessi nei guai dopo licenziando persone a caso solo perché ti va." Ridacchio sulla sua guancia. Sento le sue mani posarsi sui miei fianchi per poi essere spinti sulla sua erezione già fin troppo presente. Un respiro tremolante rilascia le mie labbra mentre Harry ripete l'azione più volte accelerando il ritmo. Gemo sulle sue labbra assecondando i suoi movimenti e beandomi dei suoi gemiti bassi. "Alzala, sbrigati." Istruisce riferendosi alla mia gonna mentre lo vedo armeggiare con il bottone dei suoi pantaloni. Mi alzo dalle sue gambe non perdendo tempo a eseguire i suoi ordini, l'osservo mentre mi intrappola sul bordo della sua scrivania per poi farmici sedere sopra e successivamente distendere. "Sei già così pronta." Mormora trascinando i miei slip giù per le mie gambe fino ad abbandonarle sul pavimento. "Non abbiamo molto tempo, muoviti." Respiro pesantemente facendolo ammiccare. Harry non perde tempo ad avvicinarsi del tutto per poi scivolare dentro di me in una sola e semplice mossa. Sto per urlare quando la sua mano si posa sulla mia bocca zittendomi e i suoi fianchi accelerano i movimenti. "Shh, piano." Mormora accanto al mio orecchio per poi sfregare più volte il suo indice e il suo medio sul mio clitoride mentre i suoi fianchi continuano a torturarmi spingendosi sempre più infondo. "Oh mio Dio." Gemo disperata sulle sue dita. La sua bocca rimpiazza la sua mano intrappolandomi del tutto sotto al suo corpo caldo e tonico. "Non urlare e non azzardarti a venire adesso." Mi avverte. E giuro che mi metterei a piangere se solo non fossi già così tanto disperata. "Ti giuro che questa me la paghi." Dico fra i denti mentre un piccolo urletto spaventato lascia le mie labbra. Le sue mani mi hanno appena trascinato sul suo corpo adesso nuovamente seduto sulla poltrona, i nostri sguardi non si lasciano nemmeno un minuto mentre sbottona la mia camicia che rivela un semplice reggiseno in pizzo nero. "Muoviti, voglio vederti impazzire del tutto e in silenzio." "Questa si chiama tortura!" esclamo cominciando a muovermi sui suoi fianchi. "La vera tortura la sto subendo io non potendo scoparti in tutta tranquillità, quindi muoviti." Ringhia stringendo i miei seni – scoperti dalle coppe – tra le sue mani. I miei movimenti accelerano facendosi sempre più scoordinati fino a quando, grazie alla sua mano fermamente pressata sul mio clitoride – scosse di piacere sommergono il mio corpo facendomi rilasciare un lungo gemito soddisfatto. "Spero per te che non ti abbia sentito nessuno." Mormora pigramente venendo anche lui subito dopo. Una risatina stanca lascia le mie labbra mentre osservo Harry stringere le sue braccia attorno al mio corpo e sprofondare la testa tra i miei seni. "Questa è la cosa che più odio." Borbotto dispiaciuta accarezzando i suoi capelli corti. "Lo so, piccola, lo so, ma ti prometto che stanotte potrai urlare quanto vorrai." Ammicca sulla mia pelle. "Beh, sarà meglio che ci sbrighiamo. Dirò a Beth che abbiamo completato tutto per oggi e può andare a casa." Parlo, cominciando ad abbottonare la mia camicia nera. "Stasera cinese?" chiede, aggiustandosi i pantaloni. "Perfetto." Sorrido compiaciuta per poi allontanarmi. "A dopo, Harry." lo saluto. "A dopo, piccola." Ricambia il gesto per poi rimettersi gli occhiali da vista e riprendere a visionare pile di documenti.
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Magnets || H.S. || A.U.
Fanfiction"L'amore è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità lontane ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, ecco perché parlo di anime calamite. Noi possiamo sviscerare tutti i pregi e tutti i difetti delle perso...