15. A S H L E Y

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15. A S H L E Y

Apro gli occhi verso le otto del mattino a causa della mia sveglia. Sbadiglio stanca di aver dormito troppo poco per i miei gusti e apro gli occhi fissando il fissato bianco con piccoli ricami neri e...no, il mio soffitto è palesemente grigio. Mi alzo di scatto osservando la camera da letto e le lenzuola bianche su cui sono distesa, un biglietto sul cuscino accanto al mio.

Ashley, non toccare niente e fila dritto a lavoro quando avrai finito di prepararti. In cucina c'è un cornetto vuoto sul bancone e del caffè nella macchinetta. –Harry

P.s. mi sono accorto della tovaglia sporca di mascara.

Ed ecco come ricollego tutto quanto... nel giro di due giorni sono finita a letto con il mio capo e beh, mi è piaciuto eccome.

Alle nove e un quarto sto già camminando verso il mio ufficio. "Buongiorno!" sorride Silvia. "Ehi! Ti ho portato un caffè." Le cedo il bicchiere di carta. "Grazie, non dovevi!" sorride dolcemente. "Figurati. So che hai sempre poco tempo. Adesso vado, ho del lavoro da completare." "Ti avverto che oggi è alterato, quindi vacci piano e non contestare." Mi avverte la bionda. "Sarà fatto, ci vediamo a pranzo."

Quando metto piede dentro la stanza il mio telefono prende a squillare. Velocemente accetto la chiamata di mia madre mentre aspetto che il pc effettui l'accesso nel mio account. "Mamma." Sorrido. "Tesoro, come va?" "Tutto alla grande." "Sono così felice di sentirti più allegra. Ti disturbo?" "Sono appena arrivata a lavoro, posso parlare per altri due minuti al massimo." Ammetto. "Sarò breve allora. Volevo solo farti i complimenti per aver resistito e trovato un modo per uscirne. Sai che giorno è oggi, no?" "Io..." ed è in questo preciso istante che realizzo che giorno sia oggi. Ventisette novembre. Sono due anni che ho smesso di prendere gli antidepressivi. "Due anni, mamma..." bisbiglio. "Sì, amore." La sento singhiozzare. I passi fuori dalla mia porta mi riportano alla realtà. "Mamma, devo davvero andare adesso. Ti richiamo, ciao." Attacco la chiamata e apro la cartellina sulla mia scrivania.

"Ashley." Harry entra dentro il mio ufficio senza nemmeno bussare. Educato. "Sì, signor Styles?" chiedo. "Vai in archivio e porta tutti i fascicoli presenti sulla mia scrivania, poi torna in ufficio ed esamina le email, dovrebbe essercene una di conferma da parte di Thomas." Ordina gesticolando prima di uscire dalla mia stanza. Annuisco e lo seguo nel suo ufficio per poi afferrare i vari fascicoli tra cui quelli di ieri sera. Prima di aprire la porta e uscire, mi volto nella sua direzione mentre lui mi guarda in attesa. "Pensi che riusciremo mai a parlare del fatto che prima andiamo a letto insieme e poi ci ignoriamo?" chiedo coraggiosamente. "Non c'è niente da dire. Abbiamo sbagliato a farlo e non ricapiterà mai più." "Certo. Scommetto che la prossima volta che dirai una cosa del genere sarà quando sarò sopra di te." Alzo gli occhi al cielo ed esco dal suo ufficio senza attendere ulteriore risposta. Mi sento meglio, più libera e più tranquilla.

Credo che la ricaduta avuta qualche giorno fa sia successa per via dei miei brutti pensieri. Sono sempre stata pessimista e il fatto che fino a qualche giorno fa non avessi nessuno con cui parlare mi ha semplicemente spinto a fare qualcosa di cui mi sarei sicuramente pentita. Non nego di essere stata fortemente tentata di andare in farmacia e prendere quelle pillole, ma ce l'ho fatta, sono riuscita a sopraffare la voglia e adesso sono più tranquilla. Dovrei ringraziare Will per avermi fatto parlare quella sera e poi Silvia e Clara per avermi accettata. Forse persino Louis e Zayn...

Sospiro tornando in ufficio venti minuti dopo e mi rimetto a lavoro. Quante. Maledette. Email.

A fine giornata ricevo una chiamata da parte di mio padre in cui mi dice quanto sia fiero di me. Per festeggiare ho deciso di andare da Will e fargli un po' di compagnia.

"Ehi!" lo richiamo. "Straniera, ciao!" ride. "Mi porti un succo d'arancia con limone e carota?" [comunemente chiamato ACE] chiedo sorridente. "Siamo di buon umore oggi, eh?" mi guarda curioso mentre apre una bottiglietta e ne versa il contenuto dentro un bicchiere di vetro. "Festeggio qualcosa di importante." Ammetto imbarazzata. È molto difficile parlare della mia situazione, ma cerco di andare avanti e affrontare la cosa a testa alta. "Ah, sì? Beh, mi fa piacere!" esclama felice. "Non mi chiedi cosa?" domando sorpresa. "Non hai specificato quindi penso che sia qualcosa di importante e difficile per te. Prendi il tuo tempo per parlarmi, è normale non fidarsi subito." Spiega colpendomi. "Wow, sei davvero..." "Affascinante? Sexy? Sì, lo so." Si vanta facendomi ridere. "Una brava persona." Sorrido dolcemente. "Grazie, faccio del mio meglio."

E in questo preciso momento capisco che Will sarà una di quelle persone che porterò sempre con me.

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