14. A S H L E Y

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14. A S H L E Y

Ovviamente ha un fottuto attico. Come avrebbe potuto vivere in un semplice appartamento come chiunque altro. Ovviamente ha una fottuta cucina grande quanto il mio soggiorno. "Non commenterò quello che i miei occhi stanno vedendo." Sbuffo al suo "Ti piace?" Harry poggia un paio di fascicoli sulla superficie in marmo e si avvicina al frigo. "Mc&Cheese?" propone. "Andata." Annuisco prendendo posto per poi cominciare a sfogliare il primo fascicolo. "Hai licenziato Bill?" chiedo casualmente. "Sì." Risponde. Sospiro e non rispondo. Mentre Harry si dedica alla cucina io finisco velocemente le ultime pagine del primo fascicolo. Mi disfo della giacca bianca e rimango in camicia rigorosamente nera. Lavorerei più comodamente se fossi a casa mia con una sola maglia addosso e senza tacchi, ma... dopotutto c'è qualcuno che sta cucinando per me, non posso lamentarmi così tanto. Passo al secondo fascicolo segnando un'irregolarità che faccio presente ad Harry, continuo la mia lettura borbottando sottovoce per poi strofinarmi l'occhio destro con una mano. "Cavolo..." sbuffo notando una striscia di mascara sulla mia mano. "Che c'è?" chiede. Capelli spettinati, camicia sbottonata e sguardo che potrebbe uccidere chiunque in meno di due secondi. "I-il bagno? Devo struccarmi o rischio di sporcare i documenti." "Prosegui lungo il corridoio, la terza porta a sinistra o la quinta a destra. Ovviamente ha due fottuti bagni.

Quando raggiungo il bagno – dopo essermi liberata dei tacchi – non perdo tempo a sciacquarmi il viso per poi rimuovere il restante trucco con della carta igienica. Sicura di sporcare la tovaglia bianca, sciacquo ancora una volta il viso e poi lo asciugo. Oh, merda. Un piccolo segno nero macchia la tovaglia, mi affretto a capovolgerla e riposizionarla com'era. Non se ne accorgerà fin quando non me ne sarò andata. Muovo i piedi scalzi in direzione della cucina e quando arrivo alla porta li rimetto così da non destare sospetti. Quasi inciampo ma riesco a bilanciarmi e fare il mio ingresso in cucina. L'odore di Mc&Cheese appena fatto mi fa sospirare estasiata. "Che stavi facendo?" chiede guardandomi, un po' di sorpresa nel suo tono. "Ehm, niente!" rispondo nervosa prendendo posto su una delle sedie. I piedi gonfi chiedono pietà ma mi costringo a soffrire in silenzio e mormora qualche imprecazione sottovoce. "Ashley, cosa c'è che non va?" ripete spazientito. "Oh santo cielo! Mi fanno male i piedi, ecco!" sbotto nervosa già a causa del dolore ai piedi. "Davvero, tutto qui?" sbuffa scocciato. "Toglile e basta." Alza gli occhi al cielo mentre afferra un piatto. Non me lo faccio ripetere due volte. Quasi piango alla vista dei miei piedi rossi e gonfi. "Questo è davvero imbarazzante, ma... avresti del ghiaccio?" Un effetto collaterale degli antidepressivi era il gonfiore, anche dopo anni che non li prendo l'effetto non è mai svanito. Il medico dice che devo solo metterci del ghiaccio per un paio di minuti e poi saranno come nuovi. "Ecco." Mi cede alcuni cubetti di ghiaccio avvolti in due stracci e subito li posiziono sui piedi. "Ti capita spesso?" chiede indicando le mie gambe. "Soltanto quando indosso per troppo tempo delle scarpe strette." Spiego per poi ingoiare la prima forchettata di pasta. "E perché le indossi?" mi guarda scettico. "Forse perché servono a completare gli outfit per il lavoro?" ribatto. "Metti delle ballerine." "Sono comunque strette. Tanto vale soffrire con classe." Sospiro. È incredibile come riesca a parlare così tranquillamente con lui al di fuori dell'ufficio. Certo, è sempre burbero e stronzo, ma almeno si può avere una conversazione.

Per le dieci Harry finisce il terzo fascicolo mentre io ricontrollo il secondo. "Non ce la faccio più." Mi lamento posando la testa sul fascicolo. "Abbiamo finito." Risponde. Sbadiglio annuendo e mi alzo. "Io andrei se non c'è altro da fare." Lo guardo in attesa. Ci dividono solo pochi metri di distanza e potrei anche baciarlo se lo volessi. Il punto è che io lo voglio da morire, ma non so se lui- i miei pensieri si interrompo quando le labbra di Harry attaccano le mie e le sue mani stringono i miei capelli in un pugno. Le mie mani scendono sui bottoni della sua camicia aprendoli velocemente uno dopo l'altro mentre le sue arrivano ai bordi della mia gonna facendola cadere sul pavimento. "Letto." Mormoro sulle sue labbra. Harry mi solleva facilmente facendo legare le mie gambe sul suo bacino. "Completamente poco professionale." Borbotta sulle mie labbra facendomi ridere lievemente. "Decisamente."

Me: voi siete sensitive secondo me AHAHAHAHAH

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