52. A S H L E Y

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52. A S H L E Y

Sono le sei in punto quando Harry parcheggia davanti casa mia e di Silvia (per il momento). Essendo Londra un posto molto freddo ho deciso di indossare un maglione chiaro e un paio di jeans, ai piedi calzo un paio di stivaletti neri e a completare il tutto il mio solito cappotto accompagnato da borsetta. Velocemente salgo in macchina e allaccio la cintura mentre lo saluto. "Scusa il ritardo." Mi scuso visto i cinque minuti in più persi a cercare il profumo. "Non hai ancora cenato, giusto?" domanda mettendo in moto. "No." Rispondo. "Allora andiamo a cenare." "Fish&Chips, ti prego." Lo guardo supplicante. "Mi sembrava scontato che fossimo andati lì." Soddisfatta della sua risposta, mi volto verso il finestrino osservando il paesaggio al di fuori.

Londra è sensazionale; io ed Harry abbiamo cenato in un locale vicino il Big Ben e devo dire che il Fish&Chips è stato il migliore che io abbia mangiato – considerato che fosse la prima volta – adesso stiamo passeggiando vicino al London Eye, e devo ammettere che per quanto Seattle sia fantastica e piena di vita, Londra mi sembra ancora più affascinante con i suoi monumenti, l'aria gelida e quel tocco di calma più evidente rispetto alla mia città. "Come ti sembra Londra?" chiede Harry, mani ben coperte dentro le tasche del suo cappotto. "Assolutamente sensazionale. Questo week-end mi dedicherò solamente a fare questo: osservare, fotografare, adorare." Sbuffo una risata. "E questa è Trafalgar Square. Che te ne pare?" "Cavolo, ci sono un sacco di piccioni." Noto subito l'ammasso di volatili e rabbrividisco. Che schifo. "Dal tuo tono sembrano non piacerti." "Perché è così, mi fanno ribrezzo. Tutti spennati e con quegli occhietti a palla che sembra ti fissino l'anima." Rabbrividisco ancora una volta. "Sono semplici piccioni, Ashley, probabilmente hanno loro più paura di te che tu di loro." Harry scuote il capo. "Okay, ma tienili alla larga." Mi sposto quando noto un piccione al mio fianco. "Ashley." Harry sbuffa una risata alla vista del mio volto impaurito. "Hai davvero paura?" "Non è paura, è ribrezzo. Oddio, oddio, sono davvero troppi." Fisso schifata i cinque, o forse sei, piccioni che si stanno avvicinando. Senza pensarci oltre stringo il braccio di Harry e mi sposto involontariamente dietro al suo corpo. "Cacciali, ti prego." Borbotto poggiando la testa sulla sua schiena. "Se ne sono andati." Mi avverte. Sospiro sollevata e mi sposto. "Andiamo a Piccadilly Circus, almeno lì non ci sono piccioni." Mi prende in giro Harry. "Puoi anche smetterla di prendermi in giro." Sbuffo infastidita facendolo ridacchiare. Per quanto mi costi caro non prenderlo per mano, abbracciarlo o baciarlo, mi costringo a non pensarci e fingere che vada tutto alla grande. "Lo sai, ho parlato con Church ed è probabile che staremo qui per due settimane." "Oh, che meraviglia." Sospiro sollevata. "Vuoi tornare a Seattle." "Mi piace davvero tantissimo Londra, soprattutto di notte, ma mi mancano i ragazzi, Will... Clara..." spiego. "Lo capisco. Dopotutto è il primo viaggio che fai, ti abituerai." "Ne sono certa." Concordo. "Vieni da me? È rimasta della mousse al cioccolato." Mi guarda. "Fai strada." Annuisco. Il piccolo sorriso soddisfatto che contorna il suo viso non mi passa inosservato, ma faccio finta di niente e lo seguo.

*

"Diamine, non finirò mai di adorare questa mousse. La amo." Borbotto soddisfatta del dolce appena mangiato. "Lo so, è buona." Si auto-elogia Harry. "Aspetta." Mi ferma avvicinandosi. "Che c'è?" chiedo stranita. Il suo pollice sfrega sul mio mento mentre i suoi occhi osservano le mie labbra. "Guarda che se vuoi portarmi a letto devi solo dirlo, non hai bisogno di inscenare la farsa del "sei sporca di mousse."" Lo guardo divertita. "E io che stavo cercando di essere gentile per una volta, ma con questo... direi che mi rendi le cose ancora più semplici." Mi guarda. Poi, in una frazione di secondo, le sue labbra si impossessano delle mie ed è come se avessi bevuto un bicchiere d'acqua dopo una settimana nel deserto: puro paradiso. Le mie mani finiscono sulla sua camicia che non perdo tempo a sbottonare il più velocemente possibile mentre sento le sue mani sollevare il mio maglione sempre più in alto lasciandomi in fine in reggiseno. Trovo il bottone dei suoi pantaloni e mi affretto a sganciarlo per poi tirare giù i suoi pantaloni. "Letto." Mormoro sulle sue labbra mentre sento le sue braccia tirarmi su fino a quando non incastro le mie gambe sulla sua vita nuda. "Cazzo che freddo." Borbotta camminando a piedi scalzi per il corridoio fino a raggiungere la camera da letto. Quando la mia schiena tocca il materasso morbido rabbrividisco a causa delle coperte fredde, ma subito il pensiero svanisce quando sento i miei jeans scivolare via e il corpo di Harry sovrastare il mio. "Sul serio, ho immagini di te e Marc a letto." Mi guarda infastidito. Alzo gli occhi al cielo capovolgendo la situazione, mi disfo del mio intimo e dei suoi boxer poi rimango ferma ad osservarlo. "Vuoi ancora pensare a me e Marc oppure ti decidi a stare zitto e scoparmi?" chiedo incrociando le braccia al petto. "Definitivamente la seconda." Sospira trascinandomi più vicina a lui per poi ricominciare a baciare le mie labbra.

Harry sospira sulle mie labbra fino a quando non solleva leggermente i fianchi per permettere al suo membro di scivolare dentro alla mia intimità riempiendomi completamente

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Harry sospira sulle mie labbra fino a quando non solleva leggermente i fianchi per permettere al suo membro di scivolare dentro alla mia intimità riempiendomi completamente. Non so cosa ci sia di diverso, ma il modo in cui mi bacia e mi stringe mi sembra...diverso. Evidentemente sarà tutto nella mia testa, come sempre sarà. Respingo i miei pensieri e cominciano ad abbassarmi e sollevarmi sui fianchi con l'aiuto delle sue mani. La sua bocca lascia baci e morsi dappertutto, il mio collo e i miei seni chiedono tregua, ma Harry sembra proprio non farci caso e io di sicuro non sarò la prima a fermarlo. Gemo vergognosamente il suo nome riconoscendo la sensazione di calore farsi strada sul mio basso ventre mentre accelero i movimenti ormai disperati. "Avanti, Ash, vieni per me." Mormora la sua voce accanto al mio orecchio. "Harry." respiro affannosamente. Poi non capisco più niente perché la mia schiena si ritrova pressata sul materasso mentre i fianchi di Harry si scontrano con i miei in movimenti scoordinati e veloci. Stringo la coperta con una mano voltando la testa in cerca di un qualsiasi appoggio, ma niente. "Sto per..." non ho il tempo necessario di continuare la frase perché onde di calore mi stanno invadendo offuscandomi i sensi e a quanto pare non sono l'unica. Non mi era mai capitato di venire in contemporanea e di sicuro è una sensazione fottutamente favolosa. "Prima volta in vita mia ad essere venuto insieme ad una ragazza." Respira Harry spostandosi dal mio corpo sudato. "Stavo... stavo pensando la stessa cosa." Cerco di regolarizzare il mio respiro. "Ti ho uccisa?" lo sento emettere una risata. Mi alzo pigramente e striscio fino al suo corpo. "Io ho ucciso te." Lo correggo. "Ah-ah." Alza gli occhi al cielo mentre sento le sue dita lunghe scorrere sulla mia schiena. "Sono troppo stanca per continuare ad insultarti e sento troppo freddo." Harry non commenta, si limita solo ad alzare le coperte e coprirci entrambi. "Dormi." Lo sento dire. Ormai presa dal sonno poggio la mia testa sulla sua spalla finendo col naso pressato sul suo collo. Non mi importa più di tanto. E mentre avvolgo il mio braccio attorno alla sua vita non mi sfugge la sua stratta sulla mia spalla e il tintinnio leggero dei suoi anelli ogni volta che si scontrano.

me: io li amo troppo questi due, piango

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