19. A S H L E Y
Morbidi baci vengono lasciati sulla mia pelle accaldata, respiro piano godendomi i piccoli gemiti soddisfatti che Harry rilascia ogni volta che sprofonda un po' di più dentro di me. La mia mano stringe i suoi capelli mentre l'altra percorre la sua schiena. Sono le cinque del mattino e non abbiamo chiuso occhio tutta la notte. Ho adorato il modo in cui si è preso cura di me, non mi ha trattata nemmeno per un secondo come fossi una sorta di bambola gonfiabile per lui e questo mi va bene. "Harry." mormoro. Le sue mani sono strette dietro la mia schiena, portandomi più vicino a lui. Lego una gamba alla sua vita chiudendo gli occhi per l'ennesima volta e gemo ascoltando il rumore prodotto dai nostri fianchi quando si incontrano. "S-sto per..." non ho il tempo materiale per continuare la frase perché il mio corpo è già stato sommerso da onde di piacere che si propagano per tutto il corpo. Minuti dopo Harry mi segue e io giuro di non aver mai visto niente di simile: il labbro stretto fra i denti, gli occhi chiusi e il mento all'insù. Perfetto. "Mi sento prosciugato." Bisbiglia sul mio collo. Rido al suono delle sue parole. "Credo sia normale quando fai sesso per tutta la notte. Hai bruciato la colazione, il pranzo e la cena." "Vorresti dirmi che tu sei ancora in funzione?" "Non sono una macchina, Harry – alzo gli occhi al cielo – e sì, sono stanca anche io, ma sono certa che riuscirei a gestire un altro round." Lo guardo divertita. "Sarai la mia morte." Sospira per poi alzarsi. "Faccio una doccia." Mi avverte. "Preparo qualcosa per colazione? Sono quasi le sei e devo alzarmi comunque fra poco." "Come vuoi." Alza le spalle per entrare in bagno. Rimetto gli stessi indumenti della sera precedente e mi avvio in cucina.
Come diamine sono finita in questa situazione? Il mio capo mi propone di andare a letto con lui e io accetto tranquillamente, come se nulla fosse. Di sicuro c'è qualcosa che non va in me.
*
In ufficio si vocifera che il nuovo contabile sia una sorta di Dio greco, che sia vero o meno, non penso che riuscirò ad incontrarlo fino alla pausa pranzo, quindi...
La porta del mio ufficio viene aperta da Harry seguito da Silvia. "Posso aiutarla?" chiedo curiosa. "Porti tutti i fascicoli di questo mese nel secondo archivio, Silvia le darà una mano e poi venite nel mio ufficio." Ordina. "Certo, signore." Mi alzo dal mio posto afferrando la pila di fascicoli e seguo Silvia fuori dalla stanza. Mentre ci dirigiamo verso l'ascensore Silvia non può fare a meno di sentirsi esaltata per il suo appuntamento di domani, io invece non vedo l'ora di arrivare a casa e farmi una sana dormita.
"Hai sentito del nuovo contabile? È biondo e ha gli occhi azzurri, per non parlare del fisico... oddio." Ridacchia la bionda. "Stai per diventare una donna impegnata!" l'ammonisco sistemando i fascicoli negli scaffali. "Chissà, se magari con Louis non funziona ho una chance con lui, oppure potresti averla tu." Mi guarda maliziosamente. "Direi che sono a posto così per ora." Arrossisco. "Mmh..." mi guarda sospettosa. "Sarà meglio sbrigarci e salire o Styles ci uccide." L'avverto. "Hai ragione." Sorride malefica. "C'è qualcosa che vuoi dirmi?" chiedo confusa.
Ecco cosa ha dimenticato di dirmi. In questo preciso istante il nuovo contabile sta seduto di fronte a noi mentre Harry legge ancora una volta il suo curriculum. Cazzo, è davvero un figo da paura. Silvia trattiene un piccolo sorriso mentre mi guarda. "Marc Teller." Dice Harry. "Voglio sperare che lei sia davvero un ottimo contabile come mi ha riferito il signor Smith, signor Teller." Harry osserva freddamente Marc, ma l'uomo non sembra minimamente spaventato, anzi, i suoi occhi non incontrano nemmeno quelli del riccio. Il suo sguardo è puntato su di me e questo mi mette leggermente a disagio, ecco perché rivolgo il mio sguardo ad Harry. "Assolutamente, signore. Non deluderò le sue aspettative." Risponde qualche minuto dopo. "Bene, può andare. Benvenuto alla Styles Incorporated, due errori ed è fuori." Harry si alza dal suo posto stringendo la mano dell'uomo, Marc ricambia subito la stretta alzandosi anche lui per poi avviarsi verso la porta. "Potete andare anche voi, per oggi è tutto." Sospira. Silvia lo guarda sorpresa, io faccio lo stesso. Sono a malapena le due. Marc Teller ci aspetta accanto alla porta tenendola aperta per farci passare. Ancora una volta i suoi occhi osservano il mio corpo per poi fare lo stesso con Silvia. Che tipo.
"Signorina Stewart." Mi richiama Harry. "Sì?" mi volto nella sua direzione. "Ha dimenticato questa." Indica la cartella che tiene tra le mani. Mi insulto mentalmente e raggiungo la sua scrivania. "Non credevo fosse esperto di radiografie." Mormora. Lo guardo confusa per poi scuotere il capo e allontanarmi verso l'uscita.
me: DAN DAN DAAAAAN
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Magnets || H.S. || A.U.
Fanfiction"L'amore è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità lontane ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, ecco perché parlo di anime calamite. Noi possiamo sviscerare tutti i pregi e tutti i difetti delle perso...