me: e menomale che dovevo aggiornare solo una volta oggi!
69. A S H L E Y
Distesa sul mio divano osservo l'immagine dell'impresa londinese e sospiro leggendo le solite informazioni scritte sul sito. Sono passati tre giorni dalla volta in cui sono crollata a lavoro, ho preso questi giorni per riprendermi un po' e pensare a cosa fare arrivando ad una sola conclusione: andare via. No, non voglio scappare da Harry, voglio solo poter lavorare tranquillamente e magari distante da lui se voglio farmi passare questa cosa... la sua costante presenza mi ferisce, mi fa sentire a disagio, come se fossi l'ennesima idiota ad essersi innamorata di lui e a ricevere un rifiuto da parte sua. Beh, in realtà è proprio così, ma non è il punto. Domani mattina chiederò il trasferimento e se avrà un briciolo di pietà acconsentirà. Lavorerò il doppio a causa della distanza e mi mancheranno tutti i miei amici, ma... sento che questa è la cosa giusta da fare per me stessa e la mia salute mentale. Non toccherò una pasticca e non ricadrò nelle vecchie abitudine perché sarebbe come tradirmi e buttare al vento tutti gli sforzi fatti durante questi anni, semplicemente andrò avanti. Ho già bloccato il pagamento dell'affitto per il prossimo mese visto che non voglio esagerare in caso dovessi tornare qui per qualche emergenza e ho già richiesto l'affitto mensile della casa in cui io e Silvia siamo state durante le due settimane a Londra, adesso mi serve solo la sua conferma.
Per quanto mi abbia fatto male comunicare agli altri la mia scelta ieri sera, nessuno si è opposto e per questo gli sono grata. Adesso, mentre busso sulla porta in legno, deglutisco sapendo che questo sarà il mio ultimo giorno in questa sede. "Ehi... volevi- volevi parlarmi?" si alza in piedi Harry togliendosi gli occhiali. Ha tagliato nuovamente i capelli e guardandolo, avvolto nel suo completo Gucci, mi innamoro un po' di più. "Sì, ti disturbo? Posso anche parlarti più tardi." mordo il mio labbro inferiore. "No, vieni. Siediti pure." deglutisce. Perché diamine è nervoso? Dovrei essere io quella a nascondere il tremolio delle mani. Prendo posto sulla poltroncina e deglutisco pronta a parlare. "Dunque... volevo richiedere una cosa se è possibile." comincio. "Cosa riguarda?" domanda confuso. "Vorrei... vorrei un trasferimento alla sede di Londra." rispondo guardandolo dritto negli occhi. "Che...?" balbetta. "Io... mi sono trovata molto bene a Londra e ho notato che c'è bisogno di una figura più... presente. Magari io potrei aiutarti da lì dandoti maggiore accesso a quella sede, saresti più informato di come si svolgono le cose e- e... credo che mi serva anche staccare un po' da tutto questo fracasso che è Seattle." spiego sperando di convincerlo. "Qui c'è parecchio lavoro da fare, Ash- Ashley e... non saprei proprio come fare. Quindi non penso che sia possibile." commenta. "Ho già pensato a questo e già da oggi comincerò a fare dei colloqui per assumere qualcuno di qualificato. Sono certa che riuscirai a trovare persino una persona più in gamba di me." accenno un misero sorriso. "Ma..." "Allora, puoi confermarlo, per favore?" chiedo. "Io... è quello che vuoi veramente?" "Sì." deglutisco non guardandolo. "Guardami negli occhi mentre lo dici." "No, non penso di poterti guardare o rimanere qui dentro oltre, quindi... grazie di aver accettato il mio trasferimento. Adesso vado." mormoro alzandomi per poi dirigermi verso la porta. "Ashley." mi richiama. Non rispondo, mi volto e basta. "Niente. Io... niente." sospira portandosi una mano fra i capelli. Scuoto il capo per poi chiudermi la porta alle spalle e rilasciare un lungo respiro.
"Allora? Ha accettato?" chiede Silvia avvicinandosi. "Sì." "Che cazzo?! Speravo che ti avrebbe trattenuta." sbuffa. "Fidati, è meglio così." "No, non lo è! - esclama tremante – non lo è, Ashley!" "Silvia, per favore... abbassa la voce." la guardo tristemente. "Non posso! Tu sei la mia migliore amica e io non posso lasciare che tu te ne vada così, su due piedi, lasciandomi da sola!" singhiozza. "Ti prometto che ci vedremo ogni fine settimana. Sono certa che Louis non si farà problemi a cederti il suo jet." provo a rassicurarla. "No, no e no! Io voglio poterti vedere quando mi va e ridere con te e Clara il venerdì sera per la serata vino. Ho bisogno di te per sentirmi un po' più tranquilla quando vengo a lavoro perché so che sarà una giornata meno pesante insieme a te, eppure questo.... Questo a te non sembra importare!" esclama singhiozzante. "Non dire mai più una cosa del genere. L'unico motivo per cui non ti ho chiesto di venire con te è solo perché qui hai la tua vita e Louis. Mi mancherai da morire e anche quella psicopatica di Clara... Will, Louis, Zayn... mi mancherete tutti, ma sai che è meglio per me prendere le distanze per un po' da tutto quanto." mi avvicino. "Io non voglio che tu vada via..." continua a singhiozzare. "Per favore." sospiro attirandola tra le mie braccia. "Possiamo almeno passare una serata tutti insieme, tipo.. stasera?" tira su col naso. "Certo, non me ne sarei andata di certo senza salutarvi." sorrido dolcemente. "Okay." rilascia un respiro tremolante. "Ti voglio bene, bionda." mormoro.
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Magnets || H.S. || A.U.
Fanfiction"L'amore è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità lontane ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, ecco perché parlo di anime calamite. Noi possiamo sviscerare tutti i pregi e tutti i difetti delle perso...