20. A S H L E Y

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ME: minuscolo, di passaggio, ma importante, ecco perché ho aggiornato adesso :)

20. A S H L E Y

Dopo essere scesa insieme a Silvia e Marc in ascensore accompagnati da un silenzio imbarazzante mi dirigo velocemente verso la macchina, ho finito il prodotto per lavare i piatti e l'ammorbidente, quindi farò meglio a comprarli subito prima di finire senza vestiti per due giorni interi. Sospiro capendo che sarà meglio andare subito al supermercato più vicino piuttosto che andare a casa e poi scendere di nuovo. Non vedo Will da un po' quindi probabilmente dopo cena dovrò uscire comunque. Borbotto qualche imprecazione arrivando in un quarto d'ora a destinazione. Liscio il materiale del mio vestito nero e mi affretto a raggiungere il reparto ricercato. Afferro i prodotti che mi servono e... già che ci sono compro anche un barattolo di gelato alla nocciola e un po' di pasta. Prendo anche della salsa in bottiglia e un po' di spezie, dopo aver pagato alla cassa sistemo la busta di spesa sul sedile del passeggero in macchina e mi dirigo a casa.

"Finalmente." Bisbiglio liberandomi del vestito e dei tacchi. Indosso un paio di leggins neri e un maglione marroncino mentre ai piedi calzini. Cucino una veloce fettina di carne con un po' di insalata e sospiro notando quanto sola io sia realmente. Ricordo quando un paio di anni fa piangevo disperata su questo stesso tavolo, ricordo i flaconi di pillole vuoti e il cibo nella pattumiera.

Flashback

I miei occhi sono così gonfi da far male non appena chiudo le palpebre per un secondo scarso. La mia pelle è screpolata e pallida mentre le mie mani sono sottili e fragili come foglie. Se qualcuno mi stringesse la mano in questo momento è probabile che me la romperebbe. Sono un disastro ambulante. Perché nessuno vuole avere a che fare con me? Perché devo essere così sola? I miei pensieri corrono mentre i miei occhi osservano la figura riflessa allo specchio. Un mostro.

Fine flashback.

"Disturbo evitante di personalità." Aveva detto lo psicologo. "Terapia di gruppo" "Antidepressivi." Ecco cos'ero riuscita a comprendere da tutto il suo discorso. Antidepressivi. Nessuna parola mi era mai rimasta così impressa nella mente fino a quel momento. Mi ricordo di aver annuito vigorosamente e di essere scappata in farmacia ad acquistarli, poi era stata una strada solo in discesa fino a quando non ho deciso di riprendere la mia vita in mano, di non voler perdere la mia famiglia. Adesso, ripensando a quelle pillole e ai pensieri avuti qualche settimana fa... capisco di dover stare estremamente attenta. Se dovessi anche soltanto assumere una di quelle pillole sarebbe la fine per me, per il mio lavoro, le amicizie che sto imparando a coltivare. Diamine, sono riuscita ad avere rapporti sessuali tranquillamente e non mi sentivo così libera da non so quanto tempo. Non posso permettere alle mie insicurezze di prendere il sopravvento, di deteriorarmi, non posso permettere di capovolgere la mia vita e ritornare al punto di partenza. Mi piace il mio lavoro, mi piacciono le persone che frequento e... mi piace il tipo di rapporto fisico che ho con il mio capo- Harry.

Velocemente afferro il mio cappotto e la mia borsa, dopo aver calzato le scarpe blocco la porta e mi avvio verso la macchina. Se c'è qualcuno con cui voglio passare il mio tempo adesso quello è Will.


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