30. H A R R Y

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30. H A R R Y

Ashley sorseggia il suo vino mentre mi osserva attentamente. "Un dollaro per i tuoi pensieri." "Facciamo dieci mila." Ribatte. "Dieci mila dollari per i tuoi pensieri." Dico facendole sbuffare una risata. "Stavo pensando a come organizzarmi." Risponde. "Organizzarti per cosa?" domando posando i piatti sporchi dentro al lavabo. "Ho messo un po' di soldi da parte per traslocare, solo che non ho idea di come muovermi considerato che la sera quando torno a casa sono stanchissima e vado dritta a letto. Di certo non posso mica cercare casa mentre lavoro." Sbuffa. "Perché vuoi trasferirti?" chiedo confuso. "Mmh... casa è un po' distante dal lavoro e in più i riscaldamenti si rompono sempre, poi... ahm, è lontana da lavoro e-" "Lo hai già detto – la interrompo – comunque potresti parlare con Liam, uno degli architetti che ha progetto l'attico." Le suggerisco. "Ma io non ho intenzione di compare casa, voglio solo affittare." Precisa. "Potrebbe aiutarti comunque, ha un'agenzia." "Aspetta.... – assottiglia gli occhi – Liam, hai detto. Tipo come Liam Payne?!" sgrana gli occhi. "Perché, ne conosci altri?" ribatto. "Io non pensavo ti riferissi all'architetto più figo di tutto i tempi, Harry! Adesso magari vengo a scoprire che siete pure amici." Alza gli occhi al cielo. "Certo che siamo amici, pensi che avrei affidato il progetto iniziale a qualche incompetente qualsiasi?" borbotto ovvio. "Oh mio Dio... sei per caso amico anche di Trump?!" "Non paragonarmi a certe persone, è davvero un insulto pesante questo." Sbuffo infastidito. "Hai ragione... scusa, non volevo offenderti." Mi regge il gioco. "Grazie." Il suo cellulare vibra attirando la sua attenzione.

"Ehi, Marc." Corruga la fronte. "Hm-hm. Oh, beh, grazie mille." Sorride. "Sì, domani passo allora. Tienila al sicuro." Sbuffa una risata. "C-che faccio? Ehm, niente, sono a casa... stavo giusto andando a fare un bagno." Mente. 'Nel mio letto' mimo facendola arrossire. "Certo, va bene. allora buona serata, Marc. A domani." Chiude la chiamata sospirando profondamente. "Odio mentire." Borbotta. "Come mai ti ha chiamata?" domando casualmente. "Ho dimenticato la mia felpa dentro la sua macchina." Risponde tranquillamente. "Buffo che tu mi faccia la predica sul non andare a letto con altre ragazze mentre lo faccio con te e poi tu fai la stessa identica cosa." L'osservo attentamente. "Tu pensi che io sia stata con Marc? Ma per chi mi hai preso, Harry?!" scatta nella mia direzione. "Hai detto tutto tu." "Succede quando qualcuno ti da un passaggio fino alla tua macchina." Ribatte ovvia. "Lo sai, io credo che dovremmo davvero stabilire delle regole o questo rapporto non andrà molto avanti." Sbuffa uscendo dalla cucina. È impazzita. "Dove stai andando?" "Nel tuo studio!" esclama dal corridoio mentre io mi affretto a seguirla. Quando entro dentro la stanza, la trovo seduta sulle mia scrivania, un foglio e una penna tra le mani. "Fai sul serio?" incrocio le braccia al petto. "Regola numero uno: la fiducia." Scrive. "Tu ti fiderai di me come io mi fiderò di te. Acconsenti?" mi guarda. "Sì." Sbuffo. Mi sento come se fossi il protagonista di quel fottuto film erotico. "Regola numero due: niente scappatelle con altre persone. Acconsenti anche a questo? Ci disfiamo di stronzate come quella di poco fa." "Hm-hm." Mi poggio alla scrivania con una gamba. "Regola numero tre: niente sesso in ufficio." "Penso che deciderò io se avvalermi alla regola o meno. È la mia impresa, voglio ricordarti." La fisso. "Bene, allora scriverò accanto 'occasionalmente'." Parla mentre continua a scrivere. "Regola numero quattro: Harry non è costretto a preparare sempre la cena ad Ashley. Credo che questa dovrebbe essere la regola principale." La fulmino con gli occhi. "Che antipatico." Sbuffa. "Regola numero cinque: niente provocazioni." "E come ti provocherei, sentiamo." Mi volto accomodandomi meglio sulla scrivania. "So io come, quindi smettila." Borbotta. "Ti distraggo mentre lavori?" ghigno. "Abbastanza." "Regola numero sei: niente baci al di fuori del sesso." Aggiungo. "Mmh, peccato." Mormora. "Come, prego?" fingo di non aver sentito. "Niente, niente. Dobbiamo aggiungere altro o va bene così per il momento?" chiede. "Regola numero sette: Se uno dei due comincia a sentire qualcosa per l'altro, si annulla tutto quanto." Parlo osservandola. "Corretto." Annuisce. "Bene." sorrido alzandomi per poi girare fino ad arrivare davanti alla mia poltrona. "Che stai facendo?" mi guarda confusa. "Ti spoglio." Commento prima di sfilargli la camicia bianca. "Q-qui?" balbetta. "Hm-hm." Annuisco lentamente sorridendo prima di attaccare le mie labbra alle sue. "Poi mi sveglio piena di lividi, divano almeno." Sospira accarezzando i miei capelli leggermente cresciuti. Alzo gli occhi al cielo sorridendo lievemente mentre la trascino verso il divano dove la faccio stendere lentamente. Le sue mani si muovo esperte sui miei pantaloni che si occupa di far scivolare giù per le mie gambe mentre io faccio la stessa cosa con la sua gonna nera. "In ufficio riesco sempre a vedere quello che porti sotto la camicia e mi fa infuriare." Mormoro accanto al suo orecchio prima di sollevarmi lievemente. "Regola numero cinque valida anche per me, allora." Sbuffa una risatina. "Direi proprio di sì." Annuisco in accordo per poi posare le mie labbra sul suo ventre e risalire piano fino a fermarmi sul suo petto mentre le mie mani accarezzano le sue gambe.

" Annuisco in accordo per poi posare le mie labbra sul suo ventre e risalire piano fino a fermarmi sul suo petto mentre le mie mani accarezzano le sue gambe

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La sua schiena si inarca leggermente permettendomi di sganciare il suo reggiseno privandola così anche della penultima barriera. Le mie mani scivolano fino ai suoi slip di pizzo bianco rimuovendoli senza alcuna esitazione. "Lo Chardonnay mi è arrivato al cervello." Bisbiglia facendomi interrompere il momento di serietà con una risata. Porta una mano sul mio viso avvicinandomi a se mentre io mi disfo dei boxer e mi sistemo meglio tra le sue gambe. "Mi sa di sì... pronta?" chiedo. "Hm-hm." Mormora ad occhi chiusi. In poche mosse sono dentro di lei, beandomi del suo calore. "Harry." geme il mio nome facendomi impazzire completamente. Ondeggio i fianchi sui suoi ascoltando i gemiti e gli ansimi rilasciati dalle sue labbra, i miei occhi si muovono frenetici sul suo viso notando il lieve cambio di espressione ad ogni mia spinta più profonda. Mentre le mie spinte si fanno più veloci e sconnesse il suo respiro aumenta insieme al mio e non mi ci vuole tanto a capire che sta per venire. "Harry." mi avvisa. "Lasciati andare, ci sono." Mormoro deglutendo. E con le mie parole Ashley si lascia andare del tutto venendo sotto di me. Io la seguo subito dopo, spingendo più lentamente fino a fermarmi del tutto. "Bel modo di inaugurare le regole." Ammette. Scuoto il capo divertito, ma non commento oltre.

me: idk, ma mi è piaciuto scrivere questo capitolo. Anyway, vi ricordo che per chi volesse far parte del gruppo whatsapp, può scrivermi in privato nome e numero :) Love u. X

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