61. A S H L E Y

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61. A S H L E Y

Stronzo presuntuoso. Vaffanculo a lui e i suoi sbalzi d'umore, vaffanculo a qualsiasi cosa lo riguarda. Giuro che se oggi lo vedo solo un'altra volta lo pesto e non penso che gli piacerà considerando che sono entrata nel mio periodo del mese e sono più irritabile e furiosa del solito. Digito furiosamente sulla mia tastiera mentre finisco di compilare alcuni documenti su non ricordo cosa di preciso, considerando che mi occupo di diecimila cose al secondo.

La rabbia non mi è passata nemmeno quando finisco di lavorare, tanto che ignoro qualsiasi commento da parte di Clara e Silvia mentre mi dirigo verso l'uscita. "Ashley!" mi richiama qualcuno. Oddio. "Ehi, Ashley." mi raggiunge Marc. "Ascolta, Marc, la mia giornata è andata malissimo e no, non ho bisogno di un passaggio. Pensavo di essere stata abbastanza chiara non richiamandoti dopo l'appuntamento ma a quanto pare non è così: mi dispiace ma non... io vorrei che rimanessimo solo conoscenti. Scusami. Adesso devo andare, buona giornata." parlo in fretta per poi dirigermi a passi svelti verso la mia auto. Diamine... mi scuserò domani, sono stata una completa stronza insensibile... come posso aver detto cose così serie in modo così grezzo? Oh, cavolo, sono proprio una stupida, non volevo davvero dirgli quelle cose così, ma... ma sono così arrabbiata che potrei urlare contro a chiunque.

Borbotto parole sconnesse mentre asciugo l'ultimo piatto per poi posarlo al suo posto e raggiungere il divano. Che stronzo, oh mio Dio! Minacciare Silvia di licenziarla! Ma come si permette?! Oh, per non parlare di quel tono presuntuoso del cazzo. "Non ho intenzione di sposarmi o avere figli" e bla bla bla. Razza di deficiente... o forse sono io la deficiente visto che mi piace un tipo del genere. Già, è ora di smettere di negarlo a me stessa perché Harry mi piace e anche parecchio. Chissà che problemi contorti avrà la mia mente malata per farmi piacere un tizio del genere... premo del ghiaccio sui piedi gonfi e sospiro dolorante. Lascio cadere la testa pigramente sulla testiera del divano e chiudo gli occhi respirando piano: via l'aria negativa, dentro quella positiva.

Da LouisT: Perché il tuo cazzo di portone non apre?

A LouisT: Chissà, forse perché hai bisogno che lo apra io?!

Da LouisT: Cazzo avevano tutti ragione. Apri, idiota.

A LouisT: L'idiota è impegnata a fare altro :)

Da LouisT: DAI MUOVITI, HO IL CULO CONGELATO E LE MANI BOLLENTI

A LouisT: poggiatele sul culo allora.

Rido avvicinandomi al citofono.

Da LouisT: mani impegnate. Apri o mi mangio questa fottuta sfilza di tavola calda da solo

dopo avergli aperto portone e porta di casa ritorno sul divano in attesa della sua comparsa. Ha portato da mangiare e io non devo necessariamente dirgli che ho già cenato, giusto? Pft... ovvio che no. "Cazzo che freddo." sbuffa Louis Tomlinson chiudendosi la porta alle spalle. "Io non sento freddo." "Ovvio, hai i cazzo di riscaldamenti accessi." borbotta togliendosi cappotto e scarpe. "Fai come se fossi a casa tua." commento ironica. "Sei più acida del normale, hai le tue cose? Perché Silvia diventa esattamente come te." "È possibile che mi sia venuto questa mattina." rispondo. "Bene, adesso ti imbottisco di cibo e poi rotolerai a letto dove ti addormenterai felice di aver mangiato tanto." sorride per poi aprire il vassoio pieno di tavola calda che aspetta solo me. "Mi tratti come fossi una sorta di animale selvatico da accudire." lo guardo male. "Ma voi donne siete animali selvatici da accudire quando avete il ciclo, in senso positivo e carino ovviamente." sbuffa una risata nervosa. "Credo che sia meglio non commentare o potresti finire castrato e ci tengo ad avere una nipotina, quindi va bene." "Allora, mi aspettavo di vedere quel faccia di minchia uscire dal tuo letto, ma non sento nessun rumore e la sua macchina non è qui. Come mai?" chiede addentando la sua pizzetta. "Oggi mi ha fatta incazzare da morire per una stronzata detta a Silvia." "Quella del licenziamento? Tranquilla, Harry stava scherzando, a volte gli piace mettere paura alle persone e Silvia c'è cascata." mi interrompe spiegando tranquillamente. "La voglia di licenziarmi è stata grandissima, Louis. Mi sto rompendo le palle... si lamenta sempre, qualsiasi cosa non gli vada bene." sospiro. "Ormai lo conosci." scrolla le spalle il moro. "Louis, devo dirti una cosa, ma giurami che non lo dirai a nessuno." "Ho il presentimento di sapere già cosa vuoi dirmi..." mi guarda. "Mi piace, tipo... è un cretino che lavora troppo e pensa solo a quello, ma in una maniera malata e contorta lui... mi piace moltissimo." ammetto finalmente ad alta voce. "La cosa è abbastanza palese, Ash." "No, lui non sospetta nulla." "Perché Harry è un cretino." alza gli occhi al cielo. Sto per rispondere quando il mio cellulare vibra segnando l'arrivo di un messaggio.

Da Marc: So di te e Styles. Vediamoci domani dopo il lavoro al centro commerciale. Dimmi di no e forse la notizia potrebbe arrivare ai media.

I miei occhi si spalancano mentre la gola si secca. Non è possibile.

me: a voi i commenti :)))


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