29. A S H L E Y

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ME:  Dopo il terzo aggiornamento pretendo di essere venerata

29. A S H L E Y

Addento la prima fetta di pizza osservando Zayn fare lo stesso. "Sento di poter parlare con te, quindi non è un problema." Prendo un po' di coraggio. "Puoi farlo, non verrai giudicata." Mi rassicura. "Il mio psicologo lo chiama DEP, ovvero Disturbo Evitante di Personalità. Si è sviluppato durante la mia adolescenza a causa del brutto rapporto, o meglio, del rapporto inesistente che avevo con i miei compagni a scuola. Nessuno si è mai avvicinato a me essendo molto timida e questo mi ha portato a maturare l'idea di non poter aver amici. Includiamo il fatto di dire sempre quello che penso... e beh, ecco qui la mia vita disastrosa." Sospiro imbarazzata. "Non deve essere stato molto facile per te passare tutta la tua infanzia e la tua adolescenza da sola, adesso però è tutto cambiato. Non sei più sola, va bene? È importante che tu capisca questo. Adesso ci sono io, Louis, il tuo amico barista... Will, mi sembra e le tue colleghe. Forse non saranno centinaia di amici, ma come dice il detto... 'pochi ma buoni' no?" sorride incoraggiante. "Grazie mille, Zayn." Sorrido annuendo vigorosamente.

E chissà, forse potrei davvero riuscire a costruire la mia vita da qui. Non da sola, insieme ai miei amici.

*

Maledico la sveglia e i tecnici mentre digito il numero del servizio catering. Ovviamente il buongiorno di Harry questa mattina è stato: "occupati tu di organizzare il necessario per l'evento. Se hai problemi, chiedi aiuto a Silvia. Non disturbarmi per nessun motivo." L'avrei volentieri mandato a quel paese, ma mentre mi preparavo a rispondergli come si deve le parole di Zayn avevano riempito la mia mente così da farmi ritirare tutto quanto.

"Non mi importa se per quel giorno siete pieni, parliamo di un evento organizzato dalla Styles Incorporated! Moltiplicatevi, sdoppiatevi, non lo so, ma fate in modo di essere presenti o giuro che vi farò licenziare uno per uno!" urlo attraverso la cornetta per poi attaccare la chiamata. "Woah, calmati, tigre." Ride Silvia. "Per un attimo ti avevo scambiato per Styles – ridacchia – e siamo in pausa pranzo se non te ne fossi accorta." Agita il suo pranzo davanti ai miei occhi. "Sono a posto con la colazione. Devo richiamare il tecnico per assicurarmi che le luci adesso funzionino perfettamente e poi devo anche chiamare il direttore del Loews Hotel 1000. Ho esattamente quattro fottuti giorni per far sì che sia tutto perfetto. Ci puoi pensare tu ai fiori? Composizioni sobrie, e ti prego, niente rose a parte il mazzo principale nell'atrio." La supplico. "Colore del mazzo?" chiede apprensiva. "Blu." Rispondo.

"Come sarebbe a dire che le luci ancora non funzionano?" corrugo la fronte. "No, no, no... forse non mi sono spiegata bene... – sospiro nervosa – domani effettuerò un controllo a nome del signor Styles e nel momento in cui vedrò una sola misera lucina fuori posto... vi farò licenziare." Attacco la chiamata. "E da quando fai le mie veci per controllare di presenza che sia tutto a posto?" sobbalzo, spaventata dalla presenza di Harry di fronte alla mia porta. "Lo sai, hai perfettamente ragione. Minacci di licenziarli e loro si muovono. Avrai il tuo evento, non preoccuparti." Sospiro. "I docu-" "Momento." lo fermo accettando la chiamata. "Signor Loews, salve! – esclamo fingendo entusiasmo – hm-hm... perfetto! Grazie mille!" attacco la chiamata sbarrando gli occhi. "Gli inviti." Deglutisco. "Cosa – sbuffa Harry – cosa c'è che non va adesso?" alza gli occhi al cielo. "Abbiamo quattro giorni per stampare e spedire gli inviti e io non ho ancora nessuna idea a riguardo..." mormoro portando una mano tra i capelli. "Ashley, mi servono i documenti di stamattina." Ribatte. "Ti porterò i tuoi documenti fra due minuti e mezzo esatti – ovvero il tempo necessario per soffocare un urlo sulla mia giacca – ti va bene?" scatto. "Sbrigati." Mr. Apatia dovrebbero chiamarlo. "Silvia, ti prego, dopo i fiori potresti chiamare uno di quei tipi che si occupa degli inviti? Devono essere spediti entro dopodomani così da avere la conferma di chi partecipa e confermare i posti in sala." "Il più uno incluso?" domanda. "Sì. Grazie mille, sei fantastica." "Prenditi un attimo per respirare. Riusciremo a fare tutto il necessario." Mi rassicura. Prendo un respiro annuendo e poi entro dentro l'ufficio di Harry.

*

La giornata più pesante in assoluto. Mi sento una trottola stanca. Harry sta premendo un pulsante nell'ascensore quando corro nella sua direzione entrando all'interno per un soffio. "Pensavo di averti fatto capire che questo ascensore-" "Harry, sono stanca. La mia giornata è stata terribile e la mia mente oscilla tra luci, fiori e numeri. Al momento l'unica cosa che mi va di fare è sesso e dal momento che non mi va giù il fatto che tu sia stato a letto con un'altra, suppongo, non posso nemmeno fare quello quindi, ti prego, lascia perdere." Respiro profondamente poggiando la testa sulla parete alle mie spalle. "Chardonnay?" sospira. Lo guardo attentamente annuendo subito dopo. "Chardonnay." "E per la cronaca – si schiarisce la gola – non siamo stati insieme io e quella ragazza." Non rispondo mentre con un piccolo sorriso esco dall'ascensore.

me: il famoso Chardonnay che bramo tanto...

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