Un amore impossibile 3

Capitolo 6

Scusate il ritardo, scusate tanto.

Volevo ringraziarvi per le views ed il posto in classifica, grazie di cuore.
Mi sembra di non fare mai abbastanza per ricambiare il vostro, amore.

Ultima cosa, ma non per importanza.
Dedico questo capitolo a: Paola03F.

Non mollare mai, e come si dice dalle mie parti, liuna!
Ovvero leona, leonessa.

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Accelero, insomma se ha utilizzato la nostra parolina magica non dev'essere una cosa stupida.

Se lo fosse la picchio e sono seria, c'eravamo promesse di utilizzarla solo in caso di vera emergenza.

Non abitiamo nella stessa zona, quindi ci vogliono altri quindici minuti.

Inganno il tempo e la mia premura pensando alla mia relazione.

A me e Nicolas, ci sono arrivati un sacco di ostacoli.
Qualcuno e qualcosa ha reso il nostro rapporto difficile, permettendoci  di riflettere anche sul da farsi.

Ricordo quante volte abbiamo dubitato, sul nostro sentimento.
Ma il destino ha deciso già per noi, infatti stiamo insieme da cinque anni.

Un numero notevole, ovviamente, ma questo piccolo numero al suo interno contiene, mille baci, mille abbracci, anche lacrime, di gioia e sofferenza.

Ma siamo ancora qui, forse non dovrei pensarla così, o illudermi così, mi rimprovero io stessa a volte.

Credo che io e Nicolas siamo predestinati a stare insieme, che nulla può ormai dividerci.

Ritrovandomi il portone di casa della mia amica, praticamente a due centimetri dal viso.
Ritorno alla realtà.

Nel mio mazzo di chiavi mi ritrovo le copie, della chiave del portone e poi di casa della ragazza.

Apro portone e porta di casa.

Inizio ad urlare il suo nome, ma nell'abitacolo c'è solamente un silenzio impressionante.
È più udibile il rumore dei miei pensieri che la presenza di qualcuno.

"Fede!"
Sento il sangue incominciare a bollire all'interno delle mie vene, mi sto leggermente arrabbiando.

Lei mi ha detto di venire, dev'essere qui.

Vado subito in camera sua.
I miei occhi visualizzano un corpo in stato vegetativo, barra depresso che è malamente poggiato sul letto.

Sbuffo, chissà cosa sarà successo per ridursi così.

"Dai Fede mettiti bene, non vedi che stai per cadere?"
La richiamo come fossi sua madre.
Quando fa così è proprio una bambina.

"Lasciami morire!"
Ecco qua, ora fa il teatro drammatico e poi ci si può parlare.

"Taglia corto, sbrigati che dovevo andare da un'altra parte"
La avverto subito, oggi non ho voglia e ne tempo per reggere tutto il suo film drammatico di pianti.

"Marco.
È da un po' che esco con lui, ma allo stesso tempo Pablo mi chiede di uscire.
Ed io non so che fare, se penso a Marco mi sento una persona di merda perché farò soffrire Pablo, e se penso a Pablo mi succede lo stesso per Marco"

Dio, ma sto tizio non la lascerà mai in pace?

Ma devo aiutare la mia amica, e devo pensare al suo di bene e non mio.

"Hai provato ad uscire con l'uno e poi con l'altro?"
Domando, so che non si dovrebbe fare.

Ma deve capire.

"No"
Risponde.

"Bene, provaci così vedi come va con l'uno e poi l'altro"

Parliamo ancora per un po'.

Fede già lavora, in un asilo nido.
Il lavoro perfetto per lei.

Ama i bimbi.

Ci salutiamo e finalmente posso andare a casa di Ingrid.