Capitolo 65

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NICOLAS'S POV.

"Forza scansafatiche!"
La mattina qui è la cosa più brutta che possa esserci.

Mi ricorda tantissimo quando ero all'interno della scuola, per essere prossimo a diventare un militare a tutti gli effetti.

C'era un generale o comunque un superiore a svegliarti con una delicatezza tale, da farti pentire del compito di matematica.

Lo stesso si ripete qui.

Anche se di rado.

Ci svegliamo tutti quanti di soprassalto e con una carica pazzesca per prepararci il prima possibile.

Fuori dalle rende vi sono tre superiori, pronti con la postura esatta di chi ci attende.

Allarghiamo le gambe, incrociamo le braccia dietro la schiena, in fila.

Pronti ad ascoltare i nuovi ordini, speriamo positivi.

"Signori.
Voglio vedere tutto il campo, vuoto tra venti minuti!"
In poche parole.

Si torna a casa, molto prima del previsto.

E questo è strano.
Ma tutto è possibile, preferisco così.

"Signore, perdoni la domanda.
Vi è stato disposto un ordine da parte dei nostri superiori?"
Claudio, un mio collega.

Non riesce mai a tenere a freno la lingua, anche se non ci sono problemi.
La sua non era una domanda impertinente, dipende però.

Da ciò che crede colui a cui parliamo.

Il colonnello ridacchia, ma annuisce il capo.

Ordini a cui, noi, non possiamo rifiutarci.

Forse è meglio così.
Ho una casa, una fidanzata, mio figlio, mia sorella e mio nipote.

Dai quali devo tornare e abbracciare.

Riuscirò a vedere la pancia di Giulia crescere sotto il mio palmo.
Potrò essere lì il giorno della nascita del nostro piccolo.

Non sarò più un intralcio per mia sorella.
Il suo matrimonio ha aspettato troppo, per causa mia.

D'altro canto, inizio a voler chiedere a mia volta.

A Giulia di sposarmi.

Però prima, vorrei vedere come si sente.

Sarebbe preferibile non metterle troppi pensieri in testa.
Quando ci sono io, deve essere il più serena possibile.

Il nervosismo, non le fa bene.

Con questi pensieri e sogni, faccio le valigie.
Senza pensare eccessivamente se non mi sto scordando nulla.

Ehi!
La tua donna è in dolce attesa del nostro bambino.
Pensi davvero che ci sia qualcosa di più importante, di un suo abbraccio?

Una volta tanto, non ho ragione.

GIULIA'S POV.

I cannoli, riuscivano a placare ogni goccia di tristezza che mi perseguitava da un bel po' ormai.

Anche se ho avuto una bella proposta dai piccioncini.

Un'uscita da amici, come anni fa.

Anche se Pablo alla prima occasione, tenterà di stuzzicare la sua ragazza o di rubarle un bacio.

Ogni volta mi viene detto questo, ogni scusa è buona per baciarla.

Almeno lei ha le labbra della persona amata sempre con se.

Sbuffo, triste.
Ho finito i cannoli.

Forse un po' d'aria fresca non può farmi tanto male.

Sebbene, non ho voglia neanche di respirare.

Mi alzo, tentando di rendermi il più presentabile possibile.

Facendo del mio meglio a mascherare tutte le mie, momentanee imperfezioni.

Dovrò comportarmi come faccio sempre, sentire mille domande, su di me e di come sto.

Non sono ciò di cui ho bisogno.

Continuo a sbuffare, stanca di dover fingere.

"Smettila di sbuffare.
Brontolona!"

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora