Capitolo 40

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Da tre giorni, ho di nuovo quel senso di non avere un'identità.

Ed è così, non so da chi sono nata, se erano italiani, di che colori erano i loro occhi, i loro capelli.

Erano spostati?
Si amano ancora?
Ho dei fratelli?

Tempo fa volevo fare il test del DNA con Riccardo, anche se so che qualsiasi cosa dicono, per me è mio fratello ed in caso ne ho già qualcuno, lo continuerà ad essere.

A casa sono molto più distratta, nello studio pure e Nicolas se né accorto, potrei dire che è quasi infastidito, perché non gli dico nulla di quello che mi frulla in testa.

Mi sto chiudendo in me stessa, perché onestamente dopo che mi libero, non cambia nulla e dentro di me spero, nella seconda fase, che come gli anni precedenti è arrivata dopo otto mesi.

Se non di più.

Ogni giorno, appena sveglia, non faccio altro che rivolgere un mio pensiero al numero dell'agente, alla fine non potrebbe far nessun male.

Inoltre potrei aiutarlo con i soldi, mi ricordavo che cercava di stare in piedi economicamente.

Non farei del male a nessuno, no?
Però quanto sgomento porterà questa mia scelta, nella mia vita amorosa, tra me e mio fratello, tra i miei nipoti.

Tutti sappiamo che ogni decisione, ha ovviamente dei lati positivi, ma qualsiasi scelta porta ad una rinuncia.

Il punto è... a che cosa, dovrei rinunciare?

"Giulia io vado"
Sento le labbra del mio ragazzo posarsi dolcemente sulla mia guancia, e senza alcuno sguardo va via.

Ci siamo raffreddati, più che altro sono io che non ci sto più con la testa.

A Nicolas la cosa da fastidio, ma si adegua.

Dovrei parlare con qualcuno.
Federica, no perché lavora.
Pablo, no perché è all'università di lingue straniere.
Riccardo, non se ne parla.

Forse con Ingrid, potrei vedere se è libera, anche solo per telefono.

Mando a quel paese le lezioni di oggi, ho cose più importanti a cui pensare, la mia vita e la mia salute sono cose a cui non posso rinunciare.

Lancio il telefono di casa, quando il numero è occupato.

Che poi con chi deve parlare?
Vabbè, lasciamo perdere, meglio non prendersela con persone che non c'entrano nulla.

Basta ho deciso, non voglio passare il resto della giornata in ansia, come mio solito.

Sicuramente ci sarà un incontro e poi deciderò se continuare o meno.
E soprattutto, come dirlo agli altri.

Corro nell'altra stanza a prendere il biglietto, dove avevo segnato il numero di quest'uomo.

Afferro il mio telefono, piena d'ansia ed un leggero senso di timore, compongo il numero.

Squilla, questo rumore nella mia testa viene triplicato.
Sono consapevole che non avrà fatto più di due o tre squilli, ma per me, in questo momento saranno dodici.

Non resisto, ma tanto non mi arrendo, voglio arrivare fin in fondo a questa storia.

Almeno parlargli e pensare bene sul da farsi, poi ci penserò.

'Pronto?'
Tiro un sospiro di sollievo, nel sentire la voce, di colui che probabilmente mi porterà a sapere realmente chi sono e mi porterà in uno status di completa pace, togliendomi quell'odioso tormento.

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora