Capitolo 56

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Oggi fa particolarmente caldo, indosso una canottiera nera, dei jeans accompagnati da delle superga bianche basse.

In caso dovesse esserci nel corso della giornata, un po' di venticello, portando con se dell'aria fresca, mi porto un giubbotto di jeans con delle borchie sulle spalle.

"Ragazzi vi va di andare ad un solarium di Ognina?"
A differenza degli altri giorni, non volevo restare sola.

Rimango già a casa, senza nessuno.

Stavo mangiando una macedonia, con mirtilli rossi, ananas, kiwi e mela.
Con un letto di yougurt.

Un contenitore di plastica piccolo.

Marcella una mia collega, aveva proposto quindi di andare al mare.
Tra l'altro io amo Ognina.

Una tra le zone balneari più belle che abbia visto.

Ce ne sono anche di più belle, ma per me quel posto è unico.
Ha un qualcosa che mi attira, mi piace.

Si!
Mi piace.

Matthew aveva subito risposto con un si, dicendo anche che oggi faceva troppo caldo e potevamo permetterci dopo una giornata così pesante, un bel momento di svago.

Con lui non ho nulla in comune, ma in questo momento sento che voglio andare a mare.

Sentire l'acqua sfiorare la mia pelle, rinfrescarla.
Lasciare quel profumo di salsedine sul mio corpo.

Restare in acqua per ore ed ore, sentirmi in contatto con questa sostanza, che non ha forma e sostanza.

Che semplicemente amo!

"Per me va bene"
Do anche la mia risposta dopo che anche Maria, Salvatore ed altri cinque miei colleghi si fossero aggregati al gruppo.

Fino ad allora non mi ero accorta che Matt era seduto accanto a me.

Tanto, fino a quando sta solo seduto vicino a me, non mi da fastidio.

Lo stomaco mi si era completamente bloccando, non riusciva a sopportare altro cibo.

Era rimasta la maggior parte della frutta e tutto lo yogurt.

Avrei dovuto buttare la macedonia, non mi va di sprecare cibo inutilmente.
Ma se oggi avrei provato a sforzarmi, avrei vomitato tutto.

E poi, mi andava bene così.

Feci per alzarmi.

"Mangia"
Matthew mi stava intimando di continuare il mio pranzo.

Da brava persona mi voleva esordire di non buttare il cibo, anche perché non ne avevo mangiato a sufficienza.

"Ti ringrazio, ma no!"
Ribadì, alzandomi ugualmente, sapendo che continuava a fissarmi.

Ma in particolare a non condividere la mia idea.

Ero a pochi centimetri dal cassonetto della spazzatura.

"Prova a buttare anche solo un pezzo di frutta, e ti imboccherò.
Comprerò qualcosa e ti farò mangiare, anche con la forza se proprio devo"

Ma allora non capiva proprio?

"Sei molto gentile, ma non voglio mangiare!"
Enfatizzo la parola "mangiare", sperando che adesso capisca quando può e non può superare il limite che vi è tra ogni persona.

Noi due in particolare.

"Ed io me ne fotto!
Se vuoi venire a mare, devi avere energie a sufficienza.
E non penso proprio che quattro mirtilli rosso e due pezzetti d'ananas, possano bastarti per tutta la giornata"
Inizia ad avvicinarsi a me.

Stringe tutto il tempo la mandibola, è serio, è irritato, arrabbiato.

"Puoi fare o pensare quello che vuoi.
Io voglio solo andare a mare, e di certo non sarai tu a farmi da madre.
Quella se né andata cinque anni fa e guarda un po'!
Sono ancora qui, quindi fatti una domanda e datti una risposta"
Mi aveva altamente rotto le scatole.

Lo dovevo rimettere al suo posto, una volta per tutte.

"Giulia non abbiamo finito di parlare!"
Gli stavo dando le spalle, volevo calmarmi pensando che sarei andata a casa e messa il costume da bagno.

Mi sarei divertita, o almeno ci avrei provato.

Sbaglio o me lo merito anche io?

Il ragazza, continuava a dire il mio nome, mentre mi diceva frasi come: "resta qui che andiamo a mangiare insieme" , "non puoi pensare di farcela se continui così" ed altre cretinate che non volevo sentire.

Ce l'avevo fatta.
Ero arrivata a casa.

Il telefono mi aveva mostrato le due chiamate perse e dei messaggi su whatsapp.

Roteando gli occhi, volevo cambiare.

Dopo essermi messa il costume da bagno, avevo lasciato il telefono a casa.

Nessun pensiero, niente di niente.

Io, con degli amici, il mare e magari una birra al limone.

Ero sdraiata sul mio telo, ad asciugarmi.

Qualcosa entra nella mia bocca.

È salato, sa di ketchup, è croccante.

Continuando a gustarmi questa croccantella, apro gli occhi, leggermente.

Il sole è ancora forte.

"Te l'avevo detto che ti avrei fatto mangiare anche a forza"

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora