Capitolo 23

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Saluto Federica, che sembra avere qualche linea di febbre.

Mi sentivo in colpa, ma ha insisto e facendomi la promessa di chiamare qualcuno, ovvero Pablo o Marco in caso dovesse stare ancora peggio.

Non vuole che io mi possa minimamente preoccupare per lei, ha detto fino alla nausea che questa sera, per me dev'esserci solo Nicolas.

Contenta lei.
Anche se lo apprezzo molto, questo suo pensiero di farmi rilassare col mio ragazzo.

Entro nella macchina nera di Nicolas.

"Ma come siamo belle"
Lo saluto dandogli un bacio a stampo, togliendolgli quel sorriso dalle labbra.

È vestito elegante, una camicia bianca a maniche lunghe ed un pantalone nero.

A fare da distacco sono le scarpe, che assomigliano a delle scarpe da tennis.

"Pronta per stasera?"
Domanda, mentre sistema la marcia, per poi guardarmi negli occhi.

Annuisco e gli stringo la mano accanto a me.

"Cosa mi sono perso oggi a scuola?"
Domanda, gli racconto sempre tutto.

Ma oggi forse è meglio evitare di raccontargli proprio tutto.

"Purtroppo nulla di buono, una ragazza scomparsa e poi un sacco di gente che correva.
Tu invece?
Che mi racconti?"
Chiedo, spostando l'attenzione su di lui.

"Un sacco di esercitazioni oggi, più del dovuto"
Strano, Nicolas ripete sempre su quanto siano precisi con tutto.

Infatti lo vedo anche in lui, in piccole cose.
Quando sistema, è peggio di una casalinga.

E se non c'è qualcosa al suo posto o come dice lui, fa tutto di nuovo oppure si secca.

"Strano"
Commento, e lui annuisce.

Gli racconti brevemente dei problemi d'amore di Pablo.

"Poverino, ma a pensarci bene anche tu mi hai fatto penare abbastanza"
Ridacchia.

"Non dipingermi così.
Non sono un mostro.
O meglio non lo ero, volevo solo"
Tento di dire qualche frase da dura che sono.

Ma il poetico di Nicolas mi interrompe.

"Rendermi tutto piu difficile"
Alzo gli occhi al cielo, mi rassegno è una testa dura.

Arriviamo qualche minuto dopo al ristorante, con piscina accanto.

L'ambiente è confortevole, caldo e dolce.
Tutto arredato con classe ed in modo moderno.

Con colori semplici, ma comunque dei mast in eleganza e bellezza.

Ci sediamo, io resto molto colpita, tant'è vero che mi freno in tutto

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Ci sediamo, io resto molto colpita, tant'è vero che mi freno in tutto.
Parlo di meno, mangio di meno.

Tutte cose che io non faccio.

"Amore ma che hai?"
Domanda, toccando la mia mano, che poi stringo alla sua.

Accenno un piccolo sorriso.

"Niente, solo che questo è un posto di classe non vorrei farti fare, brutta figura"
Confesso.

Si alza, e con le mani unite usciamo per dirigerci fino a bordo piscina.

Iniziamo a rallentare il passo, finché non inizia a parlare.

"Sai, quando ero più piccolo, verso i sedici anni.
Ho passato una fase, davvero particolare, guardavo mia sorella che già aveva un ragazzo e cavolo se erano seri.
Io invece ero il solito adolescente libero e spensierato, ma dopo averli visti insieme, una sera molto attentamente ero quasi geloso.
Non solo di Ingrid, ma di quella forma d'amore che non ero mai riuscito a trovare e pensavo se mai sarei riuscito a trovarlo e a viverlo"
Resto in silenzio per tutto il tempo, ero così assorta dai pensieri che si moltiplicavano ad ogni parola che usciva dalla sua bocca perfetta.

Da non essermi accorta che dalla tasca dei pantaloni neri aveva tirato fuori, una piccolissima scatolina blu a cerchio.

"Oggi però, grazie a te devo dire che non ho alcun motivo di essere invidioso di nessuno"
Mi lascia un bacio a stampo e ancora molto scossa da quello che potrebbe avere all'interno, quella scatolina blu.

"Vuoi essere la mia fidanzata?"

Buonanotte!

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora