Capitolo 72

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Ritornare in Norvegia dopo cinque anni, fa uno strano effetto.

In una situazione assurda, cinque anni fa, nella medesima situazione oggi.

Però noto la differenza.
Non sapevo quanto tempo sarei rimasta qui, mi spaventava l'idea di restare da sola in casa con Nicolas, di conoscere il resto della sua famiglia, aiutare Ingrid con la gravidanza e poi, il mio grande punto interrogativo.

Chi ero?

Quei giorni furono per me un vortice, nella totale oscurità.

Mi sentivo vuota, un qualcosa di compatto che potesse avere le capacità di muoversi e reggersi in piedi.

I dubbi non mi lasciavano e si creavano sempre in più, erano in gran numero e ricordo perfettamente come mi spegnevano sempre di più.

Fu un periodo molto movimentato, Riccardo era preso dalla scuola e dalle mie procedure.

Per non parlare di Finn e da quella strega megera della troia, ex del mio ragazzo.

E di un ragazzetto poco più della mia età, di cui non ricordo il nome, che fece ingelosire tantissimo Nicolas, col quale avevo litigato di brutto.

Ad accogliermi c'è sempre questo venticello freddo e pungente.

Tento di coprire il mio viso con la sciarpa e di non sentir tanto freddo.

Andammo nella stessa casa di tempo fa.

Iniziai a pulire casa, o comunque lo stretto indispensabile.

Questo comporta a vari movimenti del corpo.
Nicolas non apprezzò tutto questo.

Gridò, definendomi pazza, perché mi stavo muovendo troppo anziché riposarmi dopo il lungo volo.

Crede davvero che non possa far niente.

"Se il tuo pensiero è questo.
Mi spieghi cosa facevi con Ingrid?"
Domando incuriosita e stufa.

Non oso pensare cosa farà col passare del tempo.

"La legavo al letto"
Rispose, senza fissarmi.

Quindi con leggerezza e magari serio.

"Cosa!"
Commento, senza aver alcun aspettativa a farmi legare al letto.

"Scema!
Potrei mai legarti al letto?"
Mi riprende con astio.

"Ora come ora si.
Devo solo pulire un poco i mobili di camera nostra, il pavimento e far entrare un po' d'aria.
Idem per bagno, cucina"
Alzai le spalle a conti fatti e non era tanto.

Avrei potuto perdere un'ora, un'ora e mezza.

"Se proprio ci tieni, dammi una mano"
Proposi prima di sentirmi un'altra lamentela.

Vediamo se così mi farà muovere un poco.

"E va bene.
Razza di cocciuta"

Non risposi subito alla piccola offesa, ma mi vendicai riempiendogli la faccia di detersivo e schiuma.

Vederlo conciato così era abbastanza divertente ed umiliante.

Nicolas rispose con il fuoco.

Bagnò i miei vestiti con una bacinella d'acqua.

A casa l'ambiente si era riscaldanto, ma non per via del camino acceso.

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora