Capitolo 77

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Tra le tante cose accadute, la mia routine saltò.

L'università, i miei compagni, il mio panino piastrato delle tredici e venti, la mia macchina e passare dal lungo mare per respirare a fondo quell'aria salmastra che amo.

E nonostante il mio impegno, Nicolas per la maggior parte della durata della giornata, teneva il broncio o leggeva qualcosa sul telefono.

In tutto questo trambusto chiamai mio fratello.

'Mi spiace che suo padre stia male.
Forse era segno del destino, altrimenti nessuno si sarebbe ravvicinato'
Le nostre idee sono uguali, molte volte mi sono sentita con lui in simbiosi e questo è uno di quei casi.

Certe cose purtroppo, accadono.

Penso che nella vita, determinati avvenimenti, possano esserci d'aiuto.

Possibilmente noi non ce ne accorgiamo, ma è così.

I disegni che Dio, visto che sono molto credente, ha su di noi, sono migliaia ed alcune volte indecifrabili.

'Pensi che vi sia qualche possibilità?'
Domando dopo aver spiegato ciò che mi è stato riferito.

'Giuli, così su due piedi, non posso dirti nulla'
Risponde affranto.

Sorrido, sentendo in sottofondo i lamenti della mia stellina

La stellina di zia.

Non vedo l'ora di poter gridare al mondo intero di essere in dolce attesa dell'uomo che amo.

'Torna presto piccolina'
Nonostante quel diminutivo che di solito, mi da fastidio.

Sta volta, non saprei per quale motivo, probabilmente per la distanza.

Mi piacque.

Oggi dovevo andare per la prima volta dal ginecologo, voglio farlo da sola.

Nicolas non se ne ricorda neanche, io non ho mai obbligato a fare qualcosa.

Lo stesso vale per il bambino, non lo obbligo a nulla, sarebbe peggio a mio parere.

Se lui vuole esserci, deve accadere perché lo vuole e ne sente l'esigenza.

Prima, quando ognuno era a casa propria mi chiedeva in media otto volte al giorno riguardo il piccolo.

Adesso a stento una.

Ho chiamato il ginecologo che ha seguito la gravidanza di Ingrid.

Ricordo di quanto me ne parlò bene, poche settimane dopo il parto.

Lo contattai quattro giorni fa, pregandolo della massima riservatezza.

Fu molto comprensivo.

Mi preparai con un sotto di tuta grigio felpato ed un maglione di lana bianco.

La pancia era leggermente più piena, non da far capire nulla, ma per me è già un gran traguardo.

"Dove vai?"
Mi chiese il signorino, quando presi tra le dita le chiavi di casa e macchina.

"Dal ginecologo"
Dissi con tono ovvio, andando spedita verso il mio giubbotto.

"Perché?
C'è qualcosa che non va?"
Allarmato si alzò e venne verso di me.
Toccò il mio ventre, come se in caso di pericolo, quel semplice gesto potesse aggiustare tutto.

Non è così.
Purtroppo.

E mai lo sarà.

"No, o ancora lo devo scoprire.
È il primo appuntamento"
Dissi scocciata, insomma è il padre.

Se lo doveva ricordare, è un coglione.

Noi dovevamo essere prima di tutto, o perlomeno lui, doveva essere prima di tutto.

La sua espressione.

Provai una sensazione di soddisfazione pura.

Questo era il mio intento, solo ora lo capì.
Tentavo di ignorare questo mio desiderio nel vederlo così mortificato.

Ma, c'è da dire che è una bella soddisfazione.

Fantastico!

"Io, perdonami, come cazzo ho fatto?
Me ne sono dimenticato, ma ti prometto che adesso aggiusteremo tutto"

Veramente?
Avrei giurato che fosse una messa in scena la tua.

Lo sa pure il tuo stramaledetto telefono!
Visto che lo hai appuntato nell'agenda.

"Nicolas, io penso che ormai non ci sia più nulla da riparare"

La fine del terzo volume, purtroppo, si avvicina.

Un amore impossibile 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora